OSPEDALE DI PANTALLA, ANCHE NELL’EMERGENZA CORANAVIRUS, LE POSIZIONI POLITICHE NON SONO TUTTE UGUALI

Precisazioni di Manuel Valentini per il Gruppo consiliare del PD.

L’ unità d’intenti delle forze politiche non può essere retorica. L’unità si pratica, non a parole ma nella convergenza di intenti sulle proposte e sulle iniziative da prendere. Bene hanno fatto i sindaci della MVT a chiedere un impegno formale alla Giunta Regionale a salvaguardare i servizi sanitari presenti nell’ospedale di Pantalla e a garantirne il loro ripristino puntuale alla fine dell’emergenza coronavirus. Compresi la chirurgia generale e il punto nascita. Nella consapevolezza e responsabilità con cui le forze politiche tutte hanno manifestato la disponibilità a partecipare e collaborare a livello istituzionale alla migliore riuscita della battaglia per la salvaguardia della salute pubblica non vanno confuse le posizioni. Da parte nostra ribadiamo che la scelta di trasformare integralmente l’ospedale della MVT in COVID hospital è discutibile in quanto lascia un intero territorio di 60000 abitanti senza servizi sanitari di base. La scelta della Regione non può essere propangadata come scelta tecnica, poiché la stessa scelta riguardante l’ospedale di Branca è stata cambiata sulla base delle opportune prese di posizione dei Sindaci di quella zona. Quali sono gli interessi che sono stati privilegiati a discapito di Pantalla lo sapremo alla fine dell’emergenza. Al momento ci sembra giusto far notare che non tutte le forze politiche si comportano in coerenza con l’esigenza di salvaguardia degli interessi del territorio. In particolare la Lega si trova a sostenere con la propria rappresentante le scelte della Regione, appellandosi alla necessità di garantire coesione in tempi di emergenza, ma in realtà nasconde l’evidente conflitto d’interessi tra l’essere rappresentante degli interessi di una città e di un intero territorio e quello di garantire la maggioranza regionale con il voto favorevole su atti come quello della trasformazione di Pantalla in COVID hospital, a prescindere dalle valutazioni politiche che tutti stanno facendo. Alla fine di questa storia vedremo se avremo avuto la forza e la capacità di trasformare la crisi in un’occasione di opportunità, quella di inserire anche l’ospedale di Pantalla nella rete dell’emergenza con la previsione di alcuni posti letto di terapia intensiva, visto che oggi viene indicato come strategico per la sua posizione geografica e il più riconfigurabile visto che è quello di più recente costruzione, come si legge nell’ordinanza della Presidente della Giunte Regionale del 12 marzo.Come Partito Democratico siamo preoccupati delle condizioni di informazione e sicurezza degli operatori della sanità, da quelli del nostro territorio, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e quelli che si stanno formando per garantire la riconversione dell’ospedale, che devono farlo in sicurezza con gli adeguati presidi di salvaguardia della loro salute. Su questo le associazioni sindacali di categoria si sono mosse, a tutela dei lavoratori della sanità, rivolgendo una formale diffida alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere dell’Umbria. Noi vogliamo rivolgere l’appello a tutto il mondo politico di attivarsi per tutelare tutto il personale che si trova a gestire l’emergenza in prima linea.

GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO

Emergenza Coronavirus e Ospedale di Pantalla: garanzie per il futuro.

Il comunicato stampa dei sindaci della Media Valle del Tevere

La situazione che stiamo vivendo ci obbliga ad affrontare problemi  che non si erano mai posti prima d’ora.
Una situazione di emergenza, verificatasi quasi d’improvviso, che ha  visto il Governo assumere dei provvedimenti che mai erano stati  necessari prima d’ora.
A fronte dei provvedimenti del Governo, il sistema sanitario nazionale  sta viendo una crisi impensabile, con notizie che vengono dal nord  Italia di un prossimo collasso del sistema delle terapie intensive.
A fronte di questa situazione così grave, la Regione dell’Umbria ha  dovuto assumere delle decisioni che comportano delle gravi  responsabilità e delle quali siamo tutti consapevoli.
In questo quadro allarmante, la Regione ha deciso che l’Ospedale della  Media Valle del Tevere sia destinato al supporto per eventuali  emergenze coronavirus, in un piano unico di gestione posti letto.
I motivi per cui è stata adottata questa decisione sono due:
– la geo-localizzazione della struttura che si trova ubicata sulla  direttrice stradale principale dell’Umbria posta tra i due HUBregionali di Perugia e Terni; 
– la possibilità di procedere con la riconfigurazione strutturale in  maniera più celere essendo quello dio più recente ultimazione.
I Sindaci della Media Valle del Tevere, consapevoli del proprio ruolo  e partecipi delle sorti della salute pubblica e del benessere dei  cittadini comprendono le scelte della Regione, che, ci viene detto,  hanno una funzione esclusivamente emergenziale e temporanea.
Nel momento del bisogno, ognuno deve fare la Sua parte e noi non ci  tireremo indietro.
Ne va della vita dei nostri cittadini e dei nostri cari.
Tutto ciò premesso, pretendiamo che la Presidente e l’intera Giunta  regionale assicuri, anche per iscritto, i nostri territori che, non appena esaurita la fase  emergenziale, il nostro Ospedale torni ad essere il punto di  riferimento per la sanità della Media Valle del Tevere.
La riorganizzazione della sanità umbra passa per la valorizzazione  delle nostre eccellenze, non per la chiusura del nosocomio.
Antonino Ruggiano, Francesca Mele, Michele Toniaccini, Francesco Federici, Marsilio Marinelli, Anna Iachettini, Daniela Brugnossi,Gianluca Coata.

Todi civica: le PROPOSTE SU SANITÀ ED ECONOMIA

La conferenza dei capigruppo e l’incontro con la giunta comunale occasione per la presentazione delle proposte. Il comunicato di Todi Civica.

Si è tenuta oggi, a seguito di nostra richiesta, un incontro tra la conferenza dei Capigruppo e la Giunta Comunale, per avere informazioni ed aggiornamenti sulla complessa situazione che stiamo attraversando. Abbiamo ascoltato la relazione del Sindaco, che ringraziamo per la disponibilità e che ha confermato la scelta,  da parte della Regione,  dell’ospedale della Media Valle del Tevere per ospitare pazienti infetti da Coronavirus e pertanto la dismissione di molti servizi sino ad oggi presenti. Una scelta presentata come tecnica e frutto di valutazioni sulla struttura. Abbiamo premesso che in questa situazione non si può che, con senso di responsabilità, mettersi a disposizione e fare la propria parte. Tuttavia dobbiamo prendere atto che se la decisione fosse stata tecnica e non politica, non si sarebbe spostata la scelta del secondo nosocomio da Branca a Città di Castello, dopo l’intervento contrario dei Sindaci dell’eugubbino – gualdese. A questo proposito abbiamo chiesto,  al termine dell’emergenza,   garanzie chiare sul ripristino di tutte le funzioni  e dei servizi presenti.  Inoltre, nell’atto regionale  che indica l’ospedale di Pantalla quale centro per il Covid 19, si cita fra le ragioni della scelta, la sua posizione strategica. Un ospedale “strategico” quindi, se tale, non potrà rimanere senza RIANIMAZIONE e senza PUNTO NASCITA.
È stato affrontato anche il tema economico e le misure da adottare a fronte delle forti criticità che derivano da questa grave situazione. Il 23 marzo andremo a discutere il bilancio di previsione. I decreti ministeriali dei prossimi giorni potrebbero  però modificare radicalmente le poste di bilancio dei Comuni, pertanto si rischia di approvare un bilancio i cui  dati fondamentali potrebbero cambiare radicalmente ( entrate, gettito fiscale, tasse comunali, addizionali). Per tali ragioni abbiamo chiesto alla giunta di posticipare l’approvazione del bilancio, al fine di definire al meglio e con più precisione le scelte economiche e le misure da adottare. Infine abbiamo proposto al Sindaco di chiedere, attraverso l’Anci,  lo sblocco del Fondo crediti di dubbia esigibilità. Un tesoretto di molti milioni di euro di cui dispongono i Comuni e che potrebbero usare per sostenere le famiglie e le attività economiche colpite da questa grave situazione.

Diocesi: mons. Sigismondi, vescovo di Foligno, nominato vescovo di Orvieto e Todi.

Riportiamo la notizia pubblicata dall’agenzia SIR:Papa Francesco: mons. Sigismondi nuovo vescovo di Orvieto-TodiF

I vescovi della Conferenza episcopale umbra “si stringono fraternamente attorno a mons. Gualtiero Sigismondi, finora vescovo di Foligno, chiamato oggi da Papa Francesco a guidare come padre e maestro la Chiesa di Orvieto-Todi e invocano sul suo ministero la luce e la consolazione dello Spirito Santo e l’assistenza dei Santi Patroni Giuseppe e Fortunato”. Lo si legge in una nota a firma di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu). “Salutano con animo grato mons. Benedetto Tuzia, con il quale hanno condiviso in questi anni il comune servizio del Vangelo in terra umbra, apprezzando la sapienza e l’umanità con cui ha adempiuto alla missione episcopale e accompagnato la Commissione regionale per la carità”.
In una nota biografica di mons. Gualtiero Sigismondi, “vescovo dall’animo giovane e dal carattere mite e determinato”, si ricorda che “sono trascorsi undici anni e mezzo dall’ordinazione episcopale di monsignor Gualtiero Sigismondi, avvenuta all’età di 47 anni, ma può essere ancora definito uno dei ‘giovani vescovi di questa tempra che abbiamo bisogno…, liberi dai tanti condizionamenti, capaci di infondere coraggio nei momenti difficili’. Così lo presentò l’allora arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Giuseppe Chiaretti, il 3 luglio 2008, nell’annunciare la nomina del suo vicario generale a vescovo eletto di Foligno. Mons. Sigismondi prese possesso della diocesi folignate il 5 ottobre successivo, dopo l’ordinazione episcopale avvenuta nella cattedrale di Perugia il 12 settembre precedente, giorno della festività perugina della Madonna delle Grazie e cui lo stesso presule è particolarmente devoto”. Da vescovo di Foligno è entrato a far parte della Conferenza episcopale umbra e dal 2009 è succeduto all’attuale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, nel “delicato incarico di visitatore dei Seminari d’Italia per conto della Santa Sede”. Nel corso dei lavori della 68ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, svoltasi a Roma dal 18 al 21 maggio 2015, è stato designato presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, entrando a far parte del Consiglio permanete della Cei. Sempre per la Cei è presidente della Commissione mista vescovi-religiosi-istituti secolari. Il 4 marzo 2017 Papa Francesco lo nomina assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana.

Umbria, Coronavirus e manifestazioni elettorali.

Comunicato stampa On. Maurizio Ronconi –Commissario regionale UDC.

Apprendiamo dall’Assessore regionale alla Sanità che in Umbria la situazione rispetto alla infezione da Coronavirus “è sotto controllo”.

Di questo ci si rallegra anche se la situazione complessiva nazionale non permette di certo  abbassare la guardia come per esempio evitare, come si fa in altre regioni, assembramenti sia pure, nel caso specifico,  di natura politico elettorale.

Se per gli ospedali della regione, per gli ambulatori medici e perfino per alcuni servizi pubblici si sono date indicazioni che raccomandano prudenza, appare sinceramente schizofrenico o superficiale non applicare le  stesse raccomandazioni anche per manifestazioni elettorali sia pure frequentate dall’On. Salvini , notoriamente figlio di un dio maggiore.

Dispiace infine che l’assessore veneto dell’Umbria abbia scelto una sede impropria e non quella istituzionale per  dichiarazioni davvero istituzionali. 

Todi civica sulle conseguenze a Todi del Coronavirus

Todi Civica Presenta al Consiglio comunale due mozioni collegate al coronavirus.


Il movimento Todi Civica, attraverso il proprio Consigliere comunale Floriano Pizzichini,  ha presentato due mozioni relative alla situazione che si sta generando a causa del coronavirus. Con il primo atto si chiede all’amministrazione comunale di intraprendere ogni utile iniziativa
tesa a sensibilizzare i responsabili della prevenzione e della sicurezza sul lavoro delle pubbliche amministrazioni locali e delle maggiori aziende private della città, affinché prendano urgenti ed omogenei provvedimenti per la difesa e la salvaguardia dei loro dipendenti al front office, contro il rischio di contagio del coronavirus.
La seconda mozione è rivolta a valutare i danni economici che la vicenda da producendo alle attività commerciali e turistico ricettive del territorio. La preoccupazione degli esercenti e delle associazioni di categoria, le numerose disdette che stanno arrivando e un già  sensibile calo di presenze, impone misure e atti straordinari, anche da parte del Comune.  Si chiede pertanto alla giunta di valutare iniziative sulla fiscalità che possano dar respiro ai settori più gravemente colpiti. Il consigliere chiederà alla Presidente del Consiglio Comunale di valutare la convocazione di un consiglio ad hoc, data l’urgenza e la complessità della situazione.
Todi Civica

Un fondo di 30000 Euro a sostegno degli operatori di commercio.

E’ la proposta di Andrea Vannini al consiglio comunale di Todi

E’, purtroppo, sotto gli occhi di tutti come la emergenza sanitaria in corso stia aggravando la già presente crisi economica, con particolare riferimento alla sofferenza di ogni esercizio commerciale; ciò ci spinge anche a Todi ad individuare risposte prioritarie, immediate e da prolungare nel tempo.

Così ho presentato stamane un emendamento da discutere nel prossimo Consiglio Comunale sul Bilancio, per il quale dovrà essere istituito un fondo di 30000 Euro a sostegno degli operatori di commercio particolarmente danneggiati. 

Specifico sia che tali risorse, al momento esigue, potranno e dovranno essere aumentate in sede di approvazione, ad Aprile, del Bilancio Consuntivo, facendo affidamento sugli avanzi liberi, sia che dovranno costituire solo un inizio di un più consistente provvedimento poliennale fino alla augurata ripresa economica.

Andrà preventivamente costituita una Commissione tecnico-amministrativa Comunale per individuare seri e corretti criteri di selezione, nell’ambito peraltro di una ormai non più dilazionabile valutazione del danno complessivo che stanno subendo tali tipologie di esercizi nella nostra Città.

Mi auguro che tali provvedimenti siano sostenuti da tutte le Forze Politiche.

Andrea Vannini – Consigliere Comunale PD Todi

Il PD contro la Presidente Pagliochini!!

LA PRESIDENTE PAGLIOCHINI INCAPACE DI GESTIRE IL CONSIGLIO COMUNALE!

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale si sono vissute situazioni che nulla hanno a che fare con il doveroso e rispettoso comportamento istituzionale che si dovrebbe tenere nella massima assise cittadina. Il caos creato dal comportamento della Presidente del Consiglio Raffaella Pagliochini è inqualificabile.

Già abbiamo avuto modo in passato di sottolineare come l’atteggiamento della Presidente fosse risultato poco consono in varie situazioni, ma questa volta ha superato i limiti. Durante il Consiglio Comunale, in un punto all’ordine del giorno, il Partito Democratico aveva proposto numerosi emendamenti per migliorare la pratica.

Gli EMENDAMENTI (modifiche alla pratica in discussione, che possono proporre tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione) sono uno strumento fondamentale per la vita democratica di un Comune. Vengono presentati dal proponente ed in seguito viene aperta la discussione che si concentra su ogni singolo emendamento. Così è da sempre nel rispetto delle parti. La necessità di discuterli singolarmente è dovuta al fatto che spesso gli emendamenti vanno a toccare parti diverse della pratica, quindi ognuno di loro ha una sua specifica argomentazione. La Presidente (che spesso interpreta il Regolamento a sua idea e ogni volta in modo diverso), questa volta non ha permesso la discussione separata di ogni singolo emendamento. Anzi, ha fatto ancora di peggio, questi numerosi emendamenti non solo sono stati accorpati tutti insieme in un’unica discussione, ma li ha uniti insieme al dibattito nel punto all’ordine del giorno. Come se non bastasse, mentre noi della minoranza stavamo ancora discutendo su l’inadeguatezza di questo atteggiamento, la Presidente ha aperto la votazione in un clima decisamente surreale, negando così la possibilità a tutti i consiglieri di opposizione di votare. Risultato: a quella votazione risultiamo ASSENTI, quando invece eravamo lì ai nostri banchi, vivi e vegeti! La vera ciliegina sulla torta è arrivata quando, alle giuste e doverose rimostranze dell’opposizione per la mal gestione dei lavori della seduta, la Pagliochini ha detto che dovevamo stare calmi e che il Consiglio Comunale ERA IL SUO……. .

La Presidente con questa frase, ma in generale con il comportamento tenuto durante tutto il Consiglio Comunale, ha dimostrato la sua totale inadeguatezza a ricoprire un ruolo così importante, caratterizzato da imparzialità, equilibrio e rispetto delle regole.

GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO

Vannini sulla crisi profonda del nostro comune.


Comunicato di Andrea Vannini: RIFLESSIONE PERSONALE: NON CI SIAMO !

Sempre detto ciò che penso e oggi, dopo che ho parlato a lungo con una commerciante che stimo molto, voglio affermare che sono tanto preoccupato per la nostra Todi, infoibata tra una crisi profonda e una svolazzante autopubblicità della attuale inefficiente Amministrazione.

Come quando in una partita di calcio la squadra dà sempre la palla indietro ed il telecronista, spudoratamente, urla che l’allenatore lo fa per far salire la squadra: così si citano dati e dati (dove sarebbe questo fantomatico strombazzato aumento delle nuove aperture di attività commerciali? Roba da matti! Non hanno più il senso della realtà!) ma noi siamo tutti in piena zona retrocessione, altro che in salita!Vedo una Città amministrata male, senza una idea di Città, una prospettiva, una visione, ed invece un tirare a campare, qualche progetto in eredità e soltanto alcune attività culturali e popolari che sono una certezza.

Il centro storico è in seria difficoltà e le attività faticano dentro e fuori dalle mura, la promozione è pari a zero, la proposta culturale ancora troppo bassa, le frazioni abbandonate a se stesse e potrei, purtroppo, continuare a lungo.Ma ciò che mi preoccupa molto è la assoluta carenza di richiesta di partecipazione ai cittadini, errore anche nostro precedentemente: lo dissi più volte a suo tempo ricevendo anche aspre critiche politiche e personali, delle quali, vista la provenienza, ovviamente non me ne è fregato niente.

Così pure assisto, inquieto, alle solite dispute, atavicamente riproposte senza pudore, tra personalismi dilatati e discussioni così segnate dai soliti ideologismi da danneggiare la nostra Città.Credo che l’unica soluzione, per costruire un futuro di sviluppo, sia quella di mettere in campo i giocatori migliori, ogni professionalità di livello, le risorse e le energie di qualità e ne abbiamo tante, e metterle in sintonia in un Progetto serio in cui tutti si sentano valorizzati.

Insomma, se non possiamo esserlo tra noi, almeno ridiventiamo buoni amici della nostra Città, ascoltiamoci, confrontiamoci senza paraocchi e riprendiamo un cammino di un Progetto comune.Non sarà come fare una passeggiata nel parco ma proviamoci lo stesso.Io, d’ora in poi, lavorerò per questo, partendo dall’ultimo posto (e ciò a proposito di personalismi).

Andrea Vannini – Consigliere Comunale Todi

Le Province italiane e la Provincia di Perugia nella storia e nell’ordinamento della Repubblica. Parte seconda

Una seduta del Consiglio provinciale. Presiedeva il compianto presidente Giulio Cozzari. In alto a sinistra l’estensore dello studio dott. Alfonso Gentili, allora segretario generale della Provincia.

Prosegue lo studio del dott. Gentili sull’ordinamento delle province in Italia.

Nei primi anni ’90 del secolo scorso, sulla scia dell’inchiesta giudiziariaMani pulite”, nota anche come tangentopoli e iniziata nel ’92, si è verificata la fine di quella che in linguaggio giornalistico e atecnico si è soliti chiamare “Prima Repubblica”, compresa tra il 1948 e il 1994 ecaratterizzata da un sistema elettorale proporzionale che non determinava la composizione politica dei Governi ma solo la forza dei partiti all’interno del Parlamento. Dopo i vari governi di centrismo della Democrazia Cristiana o monocolore o in alleanza con i partiti laici minori (e la DC è rimasta attiva fino al gennaio ’94 in cui venne fondato il PPI), si è assistito nei primi anni ’60  all’apertura a sinistrada parte della DC  nei confronti del PSI (parimenti attivo fino al ’94), prima con l’appoggio esterno al Governo di centrismo Fanfani IV (1962-1963) e poi con la partecipazione diretta ai Governi di centro-sinistra “organico” Moro I, II e III (1963-1968). A metà anni ’70 l’apertura a sinistra della DC ha anche provato ad evolversi nella c.d.”strategia dell’attenzione”verso il PCI, promossa dallo stesso Moro quale riferimento, insieme a Zaccagnini, dell’area di sinistra della DC e verso la politica di “eurocomunismo” riformista e democratico di Berlinguer, attraverso il c.d.“compromesso storico”e il tentativo di governi di“solidarietà nazionale”con l’appoggio esterno del PCI (Governi monocolore DC Andreotti III e IV, 1976-1979). Tale formula governativa è però presto naufragata anche a seguito del sequestro Moro in via Fani a Roma e l’uccisione dei suoi 5 uomini di scorta da parte dei terroristi delle Brigate Rosse il 16 marzo 1978, primo giorno del dibattito sulla fiducia del governo Andreotti IV  e poi dell’assassinio dello statista sessantunenne, ritrovato il 9 maggio successivo nel portabagagli di un’auto in via Caetani, nelle vicinanze sia di piazza del Gesù che di via delle Botteghe oscure. Sono seguiti i Governi di c.d.“pentapartito”(DC, PSI, PSDI, PRI e PLI) anch’essi, come tutti i precedenti governi succedutisi dal 1946, a guida DC tranne i Governi Spadolini I e II (PRI, 1981-1982), Craxi I e II (PSI, 1983-1987), Amato I (PSI 1992-1993) e infine il Governo tecnico di transizione Ciampi (Ind. 1993-1994), l’ultimo (il cinquantesimo) della prima Repubblica e il primo, dopo il 1947, con la partecipazione di esponenti post-comunisti del PDS (fondato nel ’91 con la c.d.“svolta della Bolognina” del segretario Occhetto), anche se durata solo le poche ore intercorse tra il giuramento del Governo stesso e il diniego espresso dalla Camera sull’autorizzazione a procedere nei confronti di B. Craxi.

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