Todi, 300 mila euro per la strada di Frontignano

Nuovo stanziamento regionale per risanare fenomeno franoso. Altri quattro cantieri al via per sistemare la viabilità nelle frazioni

Assegnati 300 mila euro per la mitigazione del rischio idrogeologico nei pressi della frazione di Frontignano, lungo la strada provinciale 417, fra il km 1,3 e il km 1,8, nel comune di Todi. La somma è stata stanziata dalla Giunta regionale nella seduta dello scorso 7 aprile, a valere sul fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, ed assegnata alla Provincia di Perugia per l’attuazione dell’intervento.
“Grazie all’ottimo lavoro di interlocuzione con la Regione, che riserva sempre grande attenzione alle istanze del territorio tuderte – sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – si potrà mettere in sicurezza un ulteriore tratto di viabilità locale, oggetto di un annoso fenomeno franoso. Un ringraziamento doveroso a nome dell’Amministrazione comunale va alla presidente Tesei, all’assessore al bilancio Paola Agabiti e all’assessore alle infrastrutture Enrico Melasecche”.

L’intervento, ricompreso in un più articolato programma regionale da 2,5 milioni di euro, prevede 12 cantieri finalizzati a un miglioramento idraulico del sistema di raccolta e di scorrimento delle acque, la pulizia delle aree maggiormente pericolose, specialmente a ridosso dei centri abitati, e riduzione della velocità in situazioni in cui la forza dell’acqua contribuisce con una erosione non controllata. Tre cantieri, invece, tra cui quello di Todi, prevedono il miglioramento della percorribilità della rete viaria, con l’eliminazione del rischio dissesti e frane.

Altri interventi, della stessa tipologia, riferiti alla strada di Fiore (574 mila euro) e Asproli-Porchiano (1 milione di euro), per le quali sono stati già firmati i contratti con le ditte esecutrici, oltre a Torregentile (534 mila euro) e Via Ciro Alvi (270 mila euro), i cui affidamenti alle imprese sono in fase di  formalizzazione, vedranno a breve l’attuazione a valere su fondi comunali e del PNRR.

A Todi una stagione teatrale da applauso

Oltre 300 presenze per ognuno dei 10 spettacoli in cartellone. Abbonamenti stabili, sbigliettamento cresciuto del 40%

Una media di oltre 300 persone a spettacolo contro i 218 della stagione dell’anno precedente. E’ uno dei dati del positivo consuntivo del cartellone di prosa del Teatro Comunale di Todi, che si è chiuso mercoledì sera, al termine di un “viaggio” in dieci date, una in più del 2021/22. Gli abbonati hanno toccato quota 255, di cui 135 sottoscritti dagli studenti delle scuole superiori e medie della città, numero pressoché in linea con il passato più recente. A far crescere le presenze è stato dunque lo sbigliettamento spettacolo per spettacolo, che ha registrato in media un aumento del 40%. Tra le proposte in cartellone, “Il cacciatore” e “Chi ha paura di Virginia Woolf” sono quelle che hanno avuto il miglior successo, registrando praticamente il tutto esaurito, ovvero le 500 presenze che sono il limite di capienza della struttura teatrale tuderte.

Soddisfazione per i risultati raggiunti sia da parte del Teatro Stabile dell’Umbria, cui si deve l’allestimento della stagione, che dell’Amministrazione comunale di Todi, la quale ha collaborato nelle scelte e nell’organizzazione e promozione. “Temevamo che la disabitudine dettata dal periodo pandemico potesse influenzare negativamente la partecipazione degli appassionati – sottolinea l’assessore alla cultura Alessia Marta – mentre invece abbiamo registrato una risposta più che incoraggiante, in grado di vivificare la vita sociale e culturale cittadina”.

“La scelta di aumentare il numero delle date e di puntare su rappresentazioni di qualità ha premiato – è il commento del Sindaco Antonino Ruggiano – indicando una strada alla quale, sempre in sinergia con il TSU, intendiamo dare continuità in futuro, in coerenza con l’identità di una città che fa della cultura una delle sue cifre distintive tutto l’anno“.

GUERRE, ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E PACE.

   La quarta ed ultima parte dello studio del dott. Gentili.

La Repubblica semipresidenziale dell’Ucraina (che significa “terra di confine“), con il Presidente eletto direttamente dal popolo, è un Paese molto vasto con  oltre 42 milioni di abitanti e con capitale Kiev. Il suo territorio è stato la culla dello Stato slavo medioevale dal quale si è sviluppato lo Stato russo moderno (Rus’ di Kiev). L’Ucraina nel XIX secolo aveva visto il suo territorio diviso tra la Confederazione di Polonia e l’Impero russo. Durante la rivoluzione russa del 1917 un movimento nazionalista aveva fondato a Kiev la Repubblica Popolare Ucraina. A seguito del trattato di Brest-Litovsk del ’18,  che aveva sancito la vittoria degli Imperi centrali sul fronte orientale nonché la resa e l’uscita della Russia bolscevica di Lenin dalla prima guerra mondiale, la Repubblica popolare Ucraina era diventata alleata dell’Impero tedesco finendo però per essere esautorata dalle forze germaniche che vi installarono un governo “fantoccio” e invasero anche la Crimea. Il trattato di Versailles del ’19 che, insieme ad altri trattati, pose fine alla guerra mondiale cancellò ufficialmente anche la pace di Brest-Litovsk. Nel frattempo a Charkiv era stata fondata anche la Repubblica Sovietica Ucraina che nel ’22 è stata tra i membri fondatori dell’URSS. L’Ucraina dopo aver proclamato unilateralmente (come tutte le altre 14 Repubbliche) la sua indipendenza nel ’91 all’atto della dissoluzione dell’URSS, si era anche dichiarata Stato neutrale. I successivi piani di adesione alla NATO voluti dal Presidente V. Juscenko, eletto nel 2005, dopo la c.d. “rivoluzione arancione” contro i presunti brogli elettorali del suo avversario e la ripetizione delle elezioni, con il partito Ucraina Nostra di centro-destra riconducibile al conservatorismo liberale e all’europeismo, erano poi stati messi da parte del successivo Presidente V. Yanukovic che, eletto nel 2010 con il partito delle Regioni di centro e filorusso, aveva scelto invece di mantenere l’Ucraina come Paese non allineato e nel ’13 non aveva firmato nemmeno l’accordo di associazione con l’UE. L’Ucraina tra l’altro risulta conservare ancora lo status di”osservatore” nel Movimento dei paesi Non Allineati (NAM) con le principali potenze mondiali (o c.d. “Superpotenze”), che era contro la logica dei due blocchi contrapposti e a sostegno della pace e del disarmo internazionale. Il NAM, costituito nella conferenza di Belgrado del ’61 e in auge soprattutto negli anni del bipolarismo USA-URSS, conta ancora oggi 120 Stati membri e 14 Stati osservatori.

Nel 2014 c’è stata la Crisi della Crimea che aveva fatto parte prima della Russia imperiale e poi anche dell’Unione Sovietica come Repubblica Socialista Sovietica Autonoma (RSSA di Crimea con capitale Sinferopoli) dal 1921 fino al 1945, anno in cui aveva anche ospitato la Conferenza di Jalta, dopo l’invasione tedesca della penisola e la riconquista sovietica durante la guerra mondiale. La Crimea era stata quindi annessa dal ’21 all’allora Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR, divenuta l’odierna Federazione Russa dopo la dissoluzione dell’URSS) ma nel ’54 era stata ceduta per donazione (cfr. parte terza)  dal Presidente russo Krusciov all’Ucraina, la quale l’aveva amministrata fino alla crisi del ’14. La crisi è avvenuta a seguito dell’annullamento di tale atto di donazione da parte della Duma di Stato (la Camera bassa prevista nella Federazione Russa dalla nuova Costituzione introdotta dal Presidente B. Eltsin nelle prime elezioni presidenziali dirette del ’93) e con l’occupazione militare e la riannessione alla Russia  dopo l’avvenuta proclamazione dell’indipendenza dall’Ucraina nel marzo ’14 da parte delle autorità della Repubblica di Crimea e di quelle della città federaledi Sebastopoli, nuova capitale della Repubblica. Le stesse autorità della nuova Repubblica di Crimea il 18 marzo ’14 hanno firmato l’adesione alla Federazione russa in base all’esito di un referendum popolare, peraltro non riconosciuto dalla gran parte della comunità internazionale che anzi ha adottato sanzioni politiche ed economiche ma al solito scarsamente efficaci.

La Federazione Russa (o più comunemente Russia) è lo Stato transcontinentale (del supercontinente Eurasia) più vasto del mondo e conta circa 145 milioni di abitanti. La nuova Russia del dopo ’91 è una Repubblica semipresidenziale federale che con il primo Presidente B. Eltsin ha realizzato sia la transizione verso un’economia basata sul mercato (anche se le privatizzazioni sono servite più che altro ad arricchire gli oligarchi russi) che la svolta verso una democrazia rappresentativa,diversamentedall’ex Unione Sovietica che era basata su un’economia pianificata in cui lo Stato possedeva i mezzi di produzione in rappresentanza del popolo e in cui vigeva un vero e proprio regime monopartitico. Il potere legislativo in Russia è in capo all‘Assemblea federale bicamerale composta dalla Duma di Stato (o Camera bassa) di 450 membri e dal Consiglio federale (o Camera alta) di 166 membri. Il potere esecutivo è in capo al Governo della Federazione, composto dal Primo ministro, dai Vicepresidenti e dai Ministri federali. Il Presidente della Federazione russa, che risiede al Cremlino, è Capo dello Stato, non è membro del Governo ma è Comandante in capo delle forze armate, con tendenze autocratiche  di controllo e censura sulle  libertà principali (la c.d. nuova “autocrazia elettiva”). Nella Russia del post Eltsin, dopo i due mandati quadriennali maggio ’00-’04 e maggio ’04-’08 di V. Putin sostenuto dai partiti conservatori Unità e Russia Unita c’è stato quello di maggio ’08-’12 del Presidente D. Medvedev supportato dal partito Russia Unita e con Primo Ministro Putin. Nell’elezioni presidenziali (con sistema a doppio turno) del maggio ’12 e del maggio ’18 è stato rieletto Presidente V. Putin del partito conservatore e nazionalista Russia Unita, rispettivamente con  il 63%  e con il 76% dei voti, per una durata del mandato presidenziale riportata a 6 anni dal ’12 sempre con il limite di due mandati consecutivi e con primi Ministri Medvedev e dal ’20 M. Misustin.   

In concomitanza con la crisi di Crimea si sono sviluppati anche moti di protesta antigovernativi nella regione ucraina sud-orientale del Donbass  a maggioranza russofona, dando luogo ad una guerra civile iniziata nell’aprile ’14 tra le forze separatiste filorusse e le forze governative dell’Ucraina. La guerra ha portato alla costituzione delle due repubbliche popolari di Doneck e Lugansk,alla dichiarazione unilaterale d’indipendenza dall’Ucraina nel maggio ’14 a seguito di un referendum criticato dall’Occidente  e al loro riconoscimento formale da parte della Russia il 21 febbraio ’22 trovando di fatto continuazione nel devastante e cruento conflitto scatenato tre giorni dopo dalla Russia e tuttora in corso. L’Ucraina nel frattemposi era  anche ritirata ufficialmente dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) nel maggio ’18 durante la Presidenza di P. Porosenko (giugno ’14-maggio ’19) del partito di destra nazionalista denominato Solidarietà Europea, che aveva vinto le elezioni presidenziali del maggio ’14 con il sostegno del partito Ucraina Nostra di centro-destra. Nel giugno ’14 il Presidente Porosenko aveva anche firmato la seconda parte dell’accordo di associazione Ucraina-Unione Europea (che però non era richiesta di adesione all’UE)già in parte firmato nel marzo ’14 dal Presidente ad interim O. Turcinov del partito Patria di centro-destra conservatore, nazionalista e filo-europeo, subentrato al Presidente Janukovic destituito nel febbraio ’14. Nelle elezioni del maggio ‘19 è stato eletto al ballottaggio con oltre il 73% dei voti e per 5 anni (sconfiggendo il ricandidato Presidente uscente Porosenko) l’attuale Presidente V. Zelensky, attore, regista, comico e politico del partito Servitore del Popolo che ha lo stesso nome della serie televisiva di satira politica ucraina incentrata sulla figura, da lui interpretata, di un professore di storia di un Liceo imprevedibilmente eletto Presidente dell’Ucraina. Il partito era stato  fondato nel marzo ’18 dallo stesso Zelensky e dallo staff della serie televisiva allora come forza politica filorussa che si opponeva alla politica di ucrainizzazione e con un Zelensky che addirittura voleva il russo come lingua ufficiale dell’Ucraina. Quel partito ha poi cambiato orientamento in senso favorevole alla centralizzazione del potere ea un Presidente forte (tendenza ricorrente nelle Repubbliche presidenziali o anche semipresidenziali)  ediventando un partito nazionalista, populista e atlantista favorevole all’adesione dell’Ucraina sia all’UE che alla NATO specialmente dopo l’invasione russa del Paese nel febbraio ’22. L’invasione  ha fatto seguito ad  un’accentuazione della tensione tra i due Stati dovuta sia alle prolungate manovre militari degli eserciti russi e bielorussi lungo il confine ucraino che al rifiuto della NATO di assicurare la sua non espansione verso est,come richiesta dalla Russia, che la considera pericolosa per la sua sicurezza nazionale.

Tra l’altro anche la Finlandia e la Svezia, Stati membri dell’UE dal ’95 e tradizionalmente Paesi neutrali, dopo l’aggressione russa all’Ucraina del febbraio ’22 hanno cambiato radicalmente posizione, avanzando richiesta congiunta di adesione alla NATO nel maggio ’22.   Questo futuro allargamento a nord della NATO (la Norvegia ne era già membro fondatore) sicuramente creerà ulteriori attriti nelle relazioni tra gli Stati Nato e la Russia, aprendo anche un nuovo fronte nell’Alto Nord (High Nord) considerato soprattutto che la Finlandia ha in comune con la Russia una frontiera di oltre 1.300 km. Con l’attuale Presidenza americana del democratico J. Biden ( già Vicepresidente dal ’09 al ’17 durante i due mandati del più cauto Presidente B. Obama) sin dalla sua elezione nel gennaio ’21  è apparso pienamente confermato l’approccio inclusivo per l’ingresso nella NATO sia dei Paesi dei Balcani che anche degli Stati più problematici (rispetto alle relazioni con la Russia) come l’Ucraina e la Georgia non togliendoli dall’agenda della NATO ed anzi favorendo tale ingresso sia per l’Ucraina dopo che Mosca vi ha mandato i carri armati che per le recenti richieste di Finlandia e Svezia

Sta di fatto  che la NATO comunque già oggi dispone di numerose basi e contingenti militari di stanza, oltre che nei Paesi dell’Europa occidentale, anche in quelli dell’Europa orientale dell’ex patto di Varsavia e in particolare in quelli più verso est della Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Bulgaria e persino nei tre Paesi baltici (ex membri dell’URSS) della Lituania confinante con la Bielorussia e della Lettonia ed Estonia confinanti direttamente con la Federazione russa. Se da una parte l’allargamento ad est della Nato è stato visto dai nuovi Stati membri come uno scudo efficace contro eventuali politiche aggressive della nuova Federazione Russa, dall’altra anche la Russia postcomunista  ma ultranazionalista del Presidente Putin ha considerato il progressivo allargamento ad est dell’Alleanza militare atlantica come una potenziale minaccia nei suoi confronti. Si è così ricreato di fatto un clima da quasi nuova “guerra fredda” ed anzi dal febbraio’22 molto “surriscaldata”, tra blocchi contrapposti divenuti ora però direttamente confinanti, senza nemmeno più la vecchia rete difensiva”esterna” del Patto di Varsavia a suo tempo voluta da Stalin e dai suoi successori dopo la Grande Alleanza (Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica) che aveva portato alla vittoria finale degli Alleati nella seconda guerra mondiale. Quella rete difensiva per l’Unione Sovietica era anche volta ad impedire eventuali nuovi attacchi e invasioni da Occidente del tipo di quello follemente messo in atto dall’Asse Roma-Berlino-Tokio nel giugno ’41, purtroppo con gravi responsabilità (non deve essere mai dimenticato) anche dello Stato Italiano sotto la dittatura fascista di Mussolini. 

Anche da tutto ciò  è conseguito che le mosse di avvicinamento alla Nato di altre ex Repubbliche socialiste sovietiche (ora Stati indipendenti ma con la “sfortuna” di essere insediati su territori di confine tra le diverse potenze) di fatto sono state poi usate dalla Federazione Russa dei Presidenti Medvedev e Putin sia come pretesto per occupare militarmente tali Stati come accaduto nell’agosto ’08 con la Repubblica della Georgia (designata come “paese aspirante” dal Consiglio Nord Atlantico nel dicembre ’11) e nel ’14 con la guerra del Donbass in Ucraina e sia per ampliare la ridotta sfera d’influenza della Russia post-sovietica. Da ultimo poi la Russia di Putin il 24 febbraio dell’anno scorso ha lanciato una “operazione militare speciale” contro l’Ucraina, una sorta di “guerra lampo” verosimilmente volta a sfondare le linee nemiche e rovesciare il Presidente eletto e il Governo filooccidentale di Kiev sostituendoli con figure filorusse anche per cercare di evitare l’ingresso di quello Stato nella Nato poi però formalmente richiesto nel settembre ’22 dal Governo ucraino. Tale “operazione speciale” è presto fallita per la tenace resistenza ucraina efficacemente promossa e guidata dal Presidente Zelensky  e prontamente sostenuta dai principali Stati occidentali sotto l’alta direzione degli Stati Uniti d’America e in particolare dell’attuale Presidente democratico J. Biden. Sicché l’intervento russo si è trasformato in una vera e propria guerra d’invasione che ha già provocato migliaia di morti da entrambe le parti e tante distruzioni di edifici e impianti sul territorio ucraino, resuscitando anche lo spettro dell’impiego delle armi nucleari inun possibile conflitto atomico che potrebbe portare anche ad una catastrofe globale. Sta di fatto che in questa terribile guerra di aggressione finora non è risultata praticabile alcuna via d’uscita diplomatica né appare all’orizzonte un fattibile accordo tra le parti per arrivare almeno ad un cessate il fuoco ma anzi si sta assistendo ad una progressiva “escalation” del conflitto armato che potrebbe anche sfociare in una guerra mondiale tra la Federazione Russa e la NATO guidata dagli Stati Uniti d’America e i loro rispettivi alleati. Dopo la debacle della Società delle Nazioni sancita dallo scoppio della seconda  guerra mondiale nel secolo scorso, oggi sembra quasi di assistere anche al fallimento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che è bloccata dalle sue stesse regole di funzionamento (assolutamente da modificare) e al prepotente ritorno della guerra come il più efficace strumento degli Stati, singoli o in coalizione, per la risoluzione delle controversie tra gli stessi e per il raggiungimento dei loro obiettivi nazionalisti.  

In conclusione è tuttora in corso ed anzi in fase di escalation la guerra d’invasione iniziata oltre un anno fa dalla Russia in Ucraina, la quale riesce a resistere grazie al sacrificio dei suoi cittadini in armi e al costo di tante altre vite umane nelle città bombardate e quasi interamente distrutte, nonché grazie alle consistenti forniture di armamenti anche tecnologicamente avanzati degli Stati occidentali. Tali forniture di armamenti all’Ucraina sono state fatte soprattutto da parte di Stati Uniti d’America, Canada, Norvegia, Polonia, Regno Unito (purtroppo uscito dall’UE nel febbraio ’20)e di Estonia, Lettonia e Lituania (entrate nell’UE e nella Nato dal ’04  e non nella CSI, di cui sono invece membri la Bielorussia e la Moldavia). Occorrerebbe però  che gli Stati nazionali e le loro organizzazioni internazionali si sforzassero almeno altrettanto per individuare di comune accordo e avanzare anche una o più soluzioni oppure una o più prospettive al fine di arrivare quanto prima ad un cessate il fuoco e all’avvio dei necessari negoziati per porre finalmente termine a questa guerra cruenta (e non solo a questa) e per costruire una pace (senza aggettivi, se la si vuole veramente raggiungere) nel continente europeo allargato fino ai monti Urali.

Una possibile prospettiva di pace, allo stato attuale della guerra, potrebbe essere anche quella per cui tutti gli Stati indipendenti dell’Europa orientale,posti tra il Mar Nero e il Mar Baltico e confinanti ad est con la Federazione Russa, data proprio la loro peculiare e critica collocazione territoriale di frontiera, dovrebbero assumere il ruolo dei c.d. “Stati cuscinetto”tra la nuova Federazione russa e la nuova Unione Europea che vede già 21 suoi Stati membri(sui 27 totali) essereanche membri della NATO.  L’UE risulta ancora affidarsi militarmente alla NATO forse per una sua non volontà o incapacità di procedere alla creazione di un’autonoma Difesa comune della “potenza” europeache, nello scacchiere internazionale attuale e futuro, potrebbe avere obiettivi strategici anche parzialmente diversida quelli “planetari” degli USA. I nuovi “Stati cuscinetto”, al limite anche al di là della loro eventuale appartenenza ad un altro Stato nazionale ma come entità autonome, più precisamente potrebbero essere quelli della Repubblica di Georgia (Repubblica parlamentare indipendente dal ’91 e poi membro della Comunità degli Stati Indipendenti-CSI- ma uscitane nel ’09), della Repubblica di Crimea (la 22^ entità federale della nuova Russia a seguito della sua riannessione nel marzo ’14), delle due Repubbliche popolari di Doneck e Lugansk (autoproclamatesi indipendenti dall’Ucraina nel maggio ’14 dopo un referendum e riconosciute formalmente dalla Russia nel febbraio ’22 annettendoli come soggetti federali nel settembre ’22), dell’Ucraina (uscita dalla CSI nel ’14), della Bielorussia,della Lettonia,dell’Estonia e della Finlandia.Tali nove repubbliche orientali dovrebbero diventare un corridoio di Stati  militarmente neutrali,che cioè non possono aderire ad alcuna alleanza militare o schierarsi in conflitti militari. Le Convenzioni dell’Aia, già dal 1907, hanno codificato la neutralità degli Stati come parte del diritto internazionale, statuendo che gli Stati neutrali devono astenersi dall’entrare in guerra, garantire parità di trattamento agli Stati belligeranti nell’esportazione di materiale bellico, non fornire truppe mercenarie agli Stati belligeranti e non permettere agli stessi di utilizzare il proprio territorio. Questi Stati dovrebbero quindi evitare di divenire o rinunciare ad essere membri sia della NATO che di altre organizzazioni internazionali militari dell’est, ferma magari restando la loro facoltà di aderire a organizzazioni sovranazionali come l’Unione Europeao ad organizzazioni internazionali non militari dell’est, però con il vincolo della neutralità e inviolabilità del loro spazio territoriale, marittimo ed aereo.

Fine della quarta e ultima parte

Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi

Progetto “Adolesharing” contro il cyberbullismomunicazione

I risultati di un questionario che ha coinvolto circa 1.000 studenti. A Todi la firma di un protocollo di intesa fra tutti i soggetti dell’area sociale.

AlessiaMarta Assessore al Comune di Todi.

Giovedì 30 marzo a Todi, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali, alle ore 10, è in programma la conferenza che renderà pubblici i risultati del progetto “Adolesharing” e vedrà la sottoscrizione di un protocollo di impegno fra i Comuni della Media Valle del Tevere, Pepita Onlus e Fondazione Carolina per contrastare i fenomeni di cyberbullismo. Fra ottobre e dicembre 2022, formatori specializzati hanno incontrato circa 930 studenti, di 48 classi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado della Zona Sociale 4 con l’obiettivo di offrire a ciascun gruppo classe per potersi confrontare ed esprimere fra pari su tematiche specifiche, quali il bullismo, le relazioni, il rispetto, vissute e trattate anche in riferimento all’ambiente da loro più frequentato: il digitale.
Dall’attività è emerso come preadolescenti e adolescenti abitino sempre più la rete per curare le loro relazioni a scapito di quelle reali e fisiche, espressione di un disagio affettivo-relazionale post-pandemico causato dall’iper-connesione e dall’assenza totale di conoscenza e consapevolezza delle regole virtuali, dove è facile poter rovinare la propria ed altrui reputazione con un clic. Tali dati sono emersi dalla compilazione di un sondaggio che gli studenti hanno stilato anonimamente durante il laboratorio, volto a comprendere le loro abitudini in rete.
“La sottoscrizione del protocollo – sottolinea l’assessore alla scuola e ai servizi sociali Alessia Marta – segna una tappa importante del lavoro su queste tematiche, un lavoro peraltro condiviso con tutti i Comuni dell’Area Sociale e che ha portato alla costituzione di un tavolo permanente, la cui partecipazione è aperta alle altre realtà educative impegnate a diverso titolo nella prevenzione e contrasto del fenomeno”.
“Occorre lanciare una grande call to action rivolta a tutta la comunità, perché la tutela dei minori online possa diventare un bene comune ed una responsabilità di tutti”, gli fa eco Ivano Zoppi, Presidente di Pepita Onlus e segretario generale di Fondazione Carolina. “Dobbiamo andare verso una rinascita educativa, un nuovo umanesimo digitale – continua Zoppi – per cui la tutela dei minori online è una questione di salute”.
Nel corso della conferenza verrà sottolineato come il rapporto distorto tra minori e web vada letto in una cornice più ampia, perché ogni giorno i giovani affidano alla dimensione digitale la propria reputazione, le relazioni, i sentimenti e l’intimità, nonché la costruzione della propria identità.
Dai questionari emerge fra i ragazzi un forte deserto emotivo che li sta privando della empatia necessaria per comprendere gli effetti delle proprie scelte sugli altri coetanei, espressione di una forte solitudine e incertezza se potersi fidare o meno dell’altro.

Scoperta la più antica carta medievale di Todi

Il documento, in due frammentarie parti, è conservato a New York e Londra. Il ritrovamento, oggetto di un libro, sarà presentato sabato 1 aprile ai Palazzi Comunali

La storia medievale di Todi conosce un nuovo punto di partenza grazie alla scoperta del più antico documento privato prodotto in città durante la seconda metà del X secolo. È infatti il notaio e giudice tuderte Franco a rogare l’atto di vendita di due terre, site nelle attuali località di Ilci e Cascisci, in favore dell’abbazia – oggi scomparsa – di S. Leucio, recipiente nella persona del suo primo abate, Dominicus, sin qui sconosciuto.
Il ritrovamento si deve a Gaia Sofia Saiani, che ne ha individuato e ricomposto le due frammentarie parti, seguendone poi le avventurose vicende fino a New York e Londra, dove esse sono oggi conservate in due distinti codici manoscritti, uno dei quali appartenuto al celebre antiquario e collezionista Wilfrid Voynich.
Di tutto questo si può leggere nel libro «ActumTuder. Note sulla più antica charta medievale tuderte», con l’edizione del testo e approfondimenti sulla storia degli ordini e degli enti – S. Leucio, S. Prassede, S. Agostino, S. Maria in Camuccia – che nei secoli hanno conservato tale documento, nonché sui personaggi che in esso compaiono. 
Pubblicato nel dicembre 2022 dal CISBaM, Accademia Tudertina, in collaborazione con la Fondazione CISAM di Spoleto, il volume sarà presentato sabato 1 aprile, alle ore 17.00, presso la Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali di Todi da Antonio Ciaralli (docente di Paleografia latina presso l’Università di Perugia) e da Nicolangelo D’Acunto (docente di Storia Medievale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano).

All’iniziativa saranno presenti il Sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, l’assessore alla cultura Alessia Marta e il direttore dell’Archivio Storico Comunale Filippo Orsini.

Milioni di euro spesi illegittimamente senza avvisi pubblici, per una manciata di turisti in più! (TODI NEL CUORE E NON SOLO…)

COMUNICATO STAMPA di Claudio Serafini capogruppo consiliare.

Leggiamo del recente mirabolante, autoreferenziale e contraddittorio intervento del vice sindaco Ranchicchio sui dati turistici di Todi del 2022.
A chiosa immediata ci limitiamo a rilevare come il medesimo sia fin troppo indulgente sin fino alla foto a corredo… ma certo dall’assessore in parola, col benestare del sodale Ruggiano, si presuppone oramai inattendibilità di rappresentazione tanto più
dinanzi a ben diverse evidenze anagrafiche.
I numeri turistici sono inclementi nel relegare ingiustamente Todi a realtà turistica di serie B, pur se considerata quella che a buona ragione possiamo oggi definire la dilapidazione arbitraria e clientelare, per illegittima carenza di avvisi pubblici
viceversa previsti da norma e regolamento, di milioni di risorse comunali, su cui crediamo la Corte dei Conti debba immediatamente accendere un faro.
Ed infatti sui richiamati circa 2741 posti letto disponibili a Todi (un numero affatto insignificante, a differenza di quanto si pretenderebbe far credere) stando ai numeri forniti si avrebbero appena 127.610 pernottamenti annuali.
Data la media decantata di tre giorni di permanenza parliamo di circa 42.536 presenze per un totale di 15,5 giorni di utilizzo medio di ogni singola struttura.
E questo sarebbe il “miracolo” della Giunta Ruggiano, in primis di un assessore che lo stesso Sindaco ha affermato di aver relegato oggi a mansioni secondarie senza portafoglio, riconoscendone in tal modo inattitudine alla affidabilità (intesa quale estrinsecazione del basilare principio giuridico, che dovrebbe sottendere a prerequisito qualsiasi ipotesi di rappresentazione e tutela degli interessi comuni)?
Appare a questo punto fattuale che molti degli interventi sponsorizzati con fior di elargizioni non siano stati altro che estrinsecazione di una politica demagogica del circense-s (senza ahimè alcun Panem) ad uso e consumo degli interessi politici di parte, sempre più palesati in un anelito di vanesia (…), figuriamoci il realismo di ammettere, stante i dati, il proprio fallimento per carenza di curricula e specifico expertise.
Ma come lo si potrebbe, quando di politica “si campa”, costi quel che costi alla comunità?
Capogruppo Consiliare
Claudio Serafini

A Collevalenza opere per 415 mila euro

Ai 280 mila euro del GAL, il Comune ne aggiunge 135 mila di risorse proprie. Approvato il progetto definitivo di ripavimentazione, rifacimento dei servizi a rete e nuova illuminazione del borgo

La Giunta Comunale di Todi ha approvato il progetto definitivo per il recupero e la riqualificazione del borgo di Collevalenza, prevedendo la totale copertura economica tramite la devoluzione di una parte del mutuo precedentemente assunto per la realizzazione del sistema di risalita al centro storico di Todi, opera che nel frattempo è stata finanziata in toto dalla Regione dell’Umbria. Per Collevalenza, infatti, il Comune aveva ottenuto 280 mila euro dal GAL Media Valle del Tevere a valere sulla misura 19.2 del PSR dell’Umbria, importo che è stato necessario integrare con 135 mila euro del bilancio dell’ente a copertura di tutti i lavori previsti per un totale di 415 mila euro.
L’intervento, sulla scorta di quanto avvenuto negli anni passati per altri borghi del tuderte, prevede la ripavimentazione di tutte le vie e gli spazi pubblici interni al paese, previo rifacimento dell’intera rete dei sottoservizi e della pubblica illuminazione. Il cantiere interesserà anche le aree esterne prospicenti le mura urbiche e l’area verde posta alle spalle del borgo.
“Il progetto si caratterizza per un approccio di riqualificazione globale – commenta il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – finalizzato a migliorare la vivibilità per coloro che vi abitano e a migliorare anche l’attrattività turistica di un centro frazionale dalla valenza strategica per la realtà comunale quale è Collevalenza”.
“Assicurata la copertura finanziata e valutata positivamente la progettazione definitiva – spiega l’assessore ai lavori pubblici Moreno Primieri – si procederà ora all’approvazione dell’esecutivo da avviare a gara per poter cantierizzare questa ulteriore opera nel corso della prima metà del 2023″.

Incontro del Sindaco con Confesercenti, Confcommercio e  Comitato cittadino

Esigenza di fare chiarezza sulla viabilità relativa all’accesso al centro

Nuovo incontro, sabato 11 marzo u. s., presso la sede comunale, tra il Sindaco di Todi, Avv. Antonino Ruggiano, Confesercenti, Confcommercio e  Comitato cittadino. L’Ente pubblico locale e le Associazioni hanno ancora una volta sentito l’esigenza di fare chiarezza sulla viabilità relativa all’accesso al centro, compressa temporaneamente dai lavori di Ciuffelli, attualmente chiusa al traffico. 

” Si è trattato di un incontro cordiale e costruttivo, ha dichiarato la Presidente di Confesercenti Francesca Chiara Chiavari, con consenso unanime sulla risposta a numerose domande sulla chiusura al traffico, che le nostre rappresentanze ponevano alla Amministrazione Pubblica, che hanno interessato e che interessano seriamente gli incassi degli esercizi commerciali e la mobilità dei cittadini, soprattutto i più anziani. Il Sindaco, ha ribadito Chiavari, si è impegnato a studiare un nuovo regolamento ZTL e diverse proposte per la sosta in centro. Abbiamo espresso, ha concluso la Presidente di Confesercenti, l’esigenza di istituire un pulmino di otto posti per agevolare l’esigenza di spostamento e di trasporto in particolare di anziani e disabili che vogliono raggiungere i servizi pubblici e privati. “

Da parte sua, il Sindaco ha dato rassicurazione alla preoccupazione di tutti i soggetti convenuti che i lavori di ripavimentazione di via Ciuffelli, fino ai Giardini Oberdan, saranno ultimati entro Pasqua. Dopo la festività, in 20 giorni, si procederà al riassetto alla pavimentazione nei tratti sconnessi di Piazza Jacopone e nella parte di Piazza del Popolo, difronte alla scalinata della Cattedrale.

La città di Todi grata alla Fondazione Terzo Pilastro

Rendicontata la donazione di 100 mila euro a favore dei più bisognosi. Il Sindaco: “la vicinanza del Presidente Emmanuele Emanuele è stata fondamentale”

Emmanuele F.M. Emanuele

Sono 368 famiglie di Todi che hanno potuto fruire, nell’ultimo anno, di un aiuto economico, in buoni spesa e in rimborsi TARI e per il caro bollette, per complessivi 120 mila euro. “Archiviata l’approvazione del bilancio e le relative dinamiche politiche – scrive il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – ritengo doveroso evidenziare come un’operazione così importante sia stata resa possibile dalla donazione pervenuta dalla Fondazione Terzo Pilastro -Internazionale, una delle realtà più significative ed attive sul territorio nazionale e anche al di fuori dei confini italiani, e dalla vicinanza alla comunità tuderte del suo presidente Prof. Avv. Emmanuele Emanuele“.
Nei giorni scorsi gli uffici comunali hanno presentato alla Fondazione il rendiconto dei contributi erogati a fronte di 454 richieste pervenute da altrettanti nuclei familiari. Il Comune ha erogato, a valere sul fondo generosamente messo a disposizione dalla Fondazione Terzo Pilastro, quasi 68 mila euro in buoni spesa a 247 famiglie, di cui 160 italiane e 87 straniere (150 con minori a carico): il totale dei soggetti raggiunti dal beneficio è di 758. Con l’altra misura, rimborsi TARI e caro bollette, si è andati a sostenere, con ulteriori 20 mila euro, 121 nuclei, di cui 106 italiani, 15 stranieri (67 con minori a carico): 385 le persone beneficiarie.
Per il 2023 il Comune di Todi ha richieste di sostegno da evadere, inerenti sempre alle utenze e ai buoni spesa, per circa 55 mila euro. “Come Amministrazione – spiega il Sindaco – stiamo lavorando per dare risposta alle diverse istanze compatibilmente con le disponibilità del bilancio dell’ente. In questo contesto, è evidente come la donazione della Fondazione Terzo Pilastro abbia rappresentato un aiuto fondamentale per la nostra comunità“.
La Terzo Pilastro – Internazionale, evoluzione della Fondazione Mediterraneo creata dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è una fondazione di diritto privato, totalmente autonoma, che opera a livello internazionale per la promozione, la realizzazione e la diffusione di iniziative di valore sociale, culturale, formativo ed artistico. L’operatività della Fondazione è caratterizzata dall’obiettivo costante di raccordare la tradizionale attenzione alle esigenze di sviluppo e ai bisogni sociali dei territori con una visione sempre più ampia e globale sulle tematiche urgenti del mondo contemporaneo, anche intervenendo direttamente attraverso progetti ambiziosi, di alto valore socio-economico e culturale. Agendo su questi presupposti, la Fondazione si qualifica sia per il carattere strutturale e sistematico degli interventi, sia per l’approccio reticolare derivato dalle collaborazioni avviate con soggetti che operano con finalità compatibili.
“E’ un privilegio per Todi – conclude il Sindaco Ruggiano – essere stati individuati da una così importante istituzione, attenta a livello solidaristico anche con attività di sportello, grazie alla sensibilità del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, della cui amicizia la città si può onorare”.

Todi, “Donne in primo piano” a Valentina Parasecolo

La giornalista è coordinatrice dell’ufficio stampa al Parlamento europeo in Italia. Il riconoscimento istituito dal Comune in occasione della Giornata dell’8 marzo

Il riconoscimento “Donne in primo piano”, istituito dal Comune di Todi in occasione della giornata dell’8 marzo, è stato assegnato per l’edizione 2023 a Valentina Parasecolo, giornalista professionista e coordinatrice dell’ufficio stampa del Parlamento europeo in Italia. Laureata e specializzata in scienze politiche tra Italia e Stati Uniti, prima di assumere l’attuale incarico, la giovane tuderte ha lavorato come autrice e inviata per Rai, La7, Vice e altri.
L’iniziativa istituzionale, promossa dall’assessorato alle pari opportunità guidato da Raffaella Pagliochini in collaborazione con l’assessore alla cultura Alessia Marta, è nato per favorire un momento di riflessione in merito alla condizione lavorativa delle donne italiane e promuovere l’effettiva realizzazione di pari condizioni di accesso al mondo del lavoro e di pari opportunità professionale. “Riteniamo che il riconoscimento – sottolinea una nota – possa dare un senso concreto alla ricorrenza e alla celebrazione della ricorrenza della giornata internazionale dei diritti delle donne”.
La cerimonia di consegna a Valentina Parasecolo del premio “Donne in primo piano” si svolgerà in concomitanza con la conferenza pubblica “La donna e il volo”, iniziativa promossa congiuntamente da Comune di Todi e sezione locale di FIDAPA-BPW, Federazione Italiana delle Donne nelle Arti, Professioni e Affari, la cui data è in fase di individuazione per consentire la partecipazione del più ampio numero di testimonianze sul tema.