Todi, avvisi TARI: rimborso per il 37% dei cittadini

Quasi 3.000 utenze sono a credito rispetto all’acconto già pagato. Dei 4.918 avvisi a saldo, il 54% sono di somme fino ai 100 euro, mentre solo il 9% sono di importi superiori ai 100 euro

In arrivo in questi giorni nelle case dei residenti e delle aziende di Todi gli avvisi per il saldo della TARI, la tassa sui rifiuti, riferiti al 2022, anno durante il quale cittadini e imprese erano state chiamate a pagare un acconto, rispettivamente, del 90% e del 70% rispetto a quanto versato nell’annualità precedente. 8.272 le comunicazioni inviate, di cui 424 oggetto di ricalcolo per variazioni dei dati dell’utenza; tra i restanti 7.848 avvisi vi è la gradita sorpresa per 2.930 utenti (37,3%) che non hanno non solo alcun saldo da versare ma addirittura un credito. “Gli importi verranno scalati sull’importo dovuto per il 2023 – comunicano dagli uffici competenti – a meno che nel frattempo non sia stata cessata l’utenza, ad esempio per trasferimento, nel qual caso si avrà diritto al rimborso in denaro”.

Nello specifico a livello di utenze domestiche, sono 8 coloro ai quali è stato riconosciuto un credito superiore a 500 euro, 11 sopra a 400, 25  sopra a 300, 71 sopra a 200 e 459 sopra i 100 euro. Risultano poi quasi 700 le famiglie con un rimborso compreso tra i 50 e i 100 euro, con altri 1.600 beneficiari di un rimborso sopra sotto i 50 euro. Nel complesso, in percentuale il 54% vanta crediti fino a 100 euro e il 7% oltre i 100 euro.

Dei 4.918 avvisi contenenti la richiesta di un saldo, il 54% prevedono somme fino ai 100 euro, mentre solo il 9% sono di importi superiori ai 100 euro. Ancora più in dettaglio, 559 devono pagare fino a un massimo di 10 euro, 668 da 10 a 20 euro, 756 da 20 a 30 euro, 649 fino da 30 a 40 euro, 581 fino da 40 a 50 euro, 415 da 50 a 60 euro, 296 fino da 60 a 70 euro, 140 da 70 a 80 euro, 116 da 80 a 90 euro, circa 500 oltre i 100 euro.

“Si tratta di una situazione che ha pochi riscontri in ambito regionale e nessuno a livello storico comunale – sottolinea l’assessore all’ambiente Elena Baglioni – con un risultato tanto più significativo se si tiene conto del balzo dell’inflazione e, soprattutto, del venir meno nel 2022 dei contributi dello Stato degli anni precedenti nell’ambito dell’emergenza Covid”.

Nel frattempo il Comune di Todi, per il secondo anno consecutivo, è stato premiato da Legambiente Umbria come “comune riciclone 2022”, un riconoscimento legato alla precentuale di raccolta differenziata raggiunta nell’anno precedente, pari al 74,3%, un dato ulteriormente migliorato nel 2022, quanto il dato, in attesa di validazione definitiva, ha toccato il 75,64%.
A ritirare il premio, nella cerimonia svoltasi a Spoleto, l’assessore comunale Elena Baglioni, che ha sottolineato come si tratti di un risultato di “squadra” che premi tutti i soggetti coinvolti, a partire ovviamente dai cittadini, primi protagonisti dell’ottimo andamento della raccolta differenziata.
Nell’occasione, oltre a confermare l’impegno nell’attività di sensibilizzazione e di miglioramento della qualità del servizio, l’assessore ha sottolineato come, oltre ai vantaggi da un punto di vista ambientale e di sostenibilità, il Comune di Todi sia tra i primi a poter avviare una politica di progressiva riduzione delle tariffe.

Paolo Genovese domenica a Todi

In sala, al Nido dell’Aquila, con Vittoria Puccini e altri protagonisti . Al cinema per presentare il suo ultimo film “Il primo giorno della mia vita”

Giornata speciale, domenica 19 febbraio, per il cinema a Todi: il Nido dell’Aquila, infatti, ospiterà il regista Paolo Genovese per la presentazione del suo ultimo film “Il primo giorno della mia vita”, definito dalla critica come “un esperimento magico” con un cast stellare: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Lino Guanciale, Giorgio Tirabassi, Gabriele Cristini, Antonio Gerardi, Elena Lietti, Thomas Trabacchi e Vittoria Puccini, presente in sala a Todi insieme al direttore della fotografia Fabrizio Lucci e alla scenografa Chiara Balducci. Un parterre de roi, dunque, per tutti gli appassionati del buon cinema.L’iniziativa, che ha il patrocinio del Comune di Todi e dell’Umbria Film Commission, della quale Genovese è presidente, vuole essere un’occasione per far apprezzare una delle sale cinematografiche più belle della regione, incastonata come un gioiello nel centro storico della città, con una programmazione di assoluto livello che include anche film in lingua originale, molto apprezzati dai tanti stranieri che risiedono nel territorio.

Il regista Paolo Genovese di Todi è ormai un cittadino d’adozione, residente in zona per lunghi periodi dell’anno e protagonista con l’Umbria Cinema Festival, di cui è direttore artistico e la cui terza edizione si terrà quest’anno nella seconda metà di luglio, con la centrale piazza del Popolo quale location principale e il Nido dell’Aquila, che in estate diventa anche arena cinematografica unica nel suo genere, sede di proiezione dei film in concorso.
“Siamo grati a Paolo Genovese – dichiara il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – per questo suo ulteriore gesto di amicizia e di attenzione verso la città, della quale è ormai un cittadino onorario ed uno dei testimonial più conosciuti ed apprezzati”.

L’evento, alla presenza del regista e di parte del cast, prevede l’inizio alle ore 16:30. Il film rimarrà in programmazione anche nelle giornate di lunedì e martedì.
“Grati della rinnovata disponibilità – aggiunge il vicesindaco Claudio Ranchicchio – invitiamo i tuderti e non solo a trascorrere un pomeriggio di bel cinema a Todi”.

Todi, accesa nuova linea di pubblica illuminazione

La strada interessata è quella che collega Ponterio a Porta Perugina. Impianto a basso inquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico

E’ stata attivata venerdì a Todi la nuova linea di pubblica illuminazione a servizio della strada di collegamento tra Ponterio e Porta Perugina.  L’intervento, eseguito da Enel Sole, si inserisce nell’ambito delle iniziative promosse dall’Amministrazione comunale per la messa in sicurezza della viabilità stradale e la riqualificazione energetica degli impianti, caratterizzati da sorgenti luminose a led.
La nuova linea, costituita da 45 pali, riveste una particolare importanza trattandosi di uno dei principali ingressi alla città, contraddistinto da un elevato traffico veicolare in entrambi i sensi di marcia. I corpi illuminanti, come detto, assicurano un significativo risparmio energetico che garantirà ad Enel Sole un rapido ammortamento dell’investimento, quantificato in circa 90 mila euro.
Da ricordare che l’Amministrazione comunal sta mettendo in atto un piano finalizzato da un lato a contenere le spese energetiche e, dall’altro, ad assicurare un continuo ammodernamento degli impianti, costituiti da circa 4.000 punti luce alimentati da 300 diversi quadri elettrici e da 22 gli immobili che ricadono nella gestione elettrica e termica municipale. A tal fine è in corso una gara da 12 milioni di euro, con la formula del partenariato pubblico-privato.
“Puntiamo a conseguire a regime, nei prossimi anni, un risparmio del 73% dei consumi – sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – mediate l’introduzione di apparecchi ad alta efficienza e all’attivazione di servizi di smart city con un investimento importante a livello di efficientamento della rete a totale carico del concessionario”.

Ritornare alle origini nella elezione dei Consigli di ETAb e Cortesi? Why not?

Le considerazioni de ‘L’Osservatore Tuderte’

All’inizio, per quel poco che ricordo, i rappresentanti nei Consigli di Amministrazione dei due Enti, li indicavano, oltre al Consiglio Comunale di Todi, altre realtà istituzionali (addirittura il Ministero degli Interni), con il risultato, sempre lo stesso che, lì dentro, si costituiva una maggioranza ed una minoranza.

Poi ad indicarli restò solo il C.C. della Città e sempre mantenendo la quota di minoranza.

Fatto gli è però che ad un certo punto, vista anche la situazione debitoria, si reputò giustamente necessario originare una gestione più decisamente uniforme con quella del C.C. e fortemente compatta: così nacque la variazione “solo maggioranza e niente minoranza”, che in effetti ha discretamente operato, sia come amministrazioni di Sx (prevalenti) che (occasionalmente) di Dx.

A poco a poco però la tradizionale affettuosa considerazione di Noi Cittadini Tuderti, per i due Enti, fatta di consapevolezza benevola per i Servizi, i Programmi gestionali, è stata dismessa, travolta da una grave carenza informativa, purtroppo sostituita da un insidioso chiacchiericcio. Così si narra di “ma è vero che X e Y si sono dimessi e anche Z sta lì per lì?”; oppure di leggende metropolitane sparate ad alzo zero del tipo “Si, ma qualcuno ritorna per votà il bilancio, ma solo per quello eh!”; di fake intramontabili “Il prossimo Presidente sarà M con N Vice, è sicuro”; e via spergiurando controfake nei bar “No, quello no, già trombato, invece mi sa P, sai me l’ha detto Coso, ma mi raccomando eh!, Non dirlo a nessuno, Aummh aummh”.

Quanto queste chiacchiere postume abbiano rotto il quadro (e non solo quello) della affezione Tuderte è sotto le orecchie di tutti.

Occorre rimediare: e lo si può fare solo, mutatis mutandis (cambiate le mutande), con quanto la Storia ci insegna, tornando alle origini e munendo i Consigli di un vero sistema democratico maggioranza/minoranza.

Facciamolo, cari Consiglieri, diamoci e, soprattutto, datevi da fare.

GUERRE, ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E PACE

La parte seconda dell’articolo del dott. Alfonso Gentili

L’ONU fu creata nel giugno 1945, in sostituzione della vecchia Società delle Nazioni, per dar vita ad un’organizzazione internazionale permanente e di carattere universale con il compito e lo scopo di salvare le generazioni futuredal flagello della guerra, di riaffermare i fondamentali diritti dell’uomo, l’eguaglianza  fra gli uomini di tutti i popoli e fra Stati grandi e piccoli e di promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli nella più ampia libertà. Il tutto come sancito dallo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite, cioè l’accordo istitutivo che, in diritto internazionale, è un trattato vincolante per gli Stati membri dopo la sua ratifica e basato sul presupposto di fondo della cooperazione internazionale tra gli Stati partecipanti.

Lo Statuto dell’ONU, adottato nel giugno ’45 a San Francisco a conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’organizzazione internazionale e entrato in vigore nell’ottobre ’45, è ispirato ai principi della Carta atlantica, il documento siglato nell’agosto ’41 su una nave da guerra a largo dell’isola di Terranova fra gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna.Negli otto punti  della Carta i due statisti F.D. Roosvelt (il Presidente democratico del “New Deal” dopo la grande depressione del ’29)  e W. Churchill (il Primo Ministro conservatore del discorso sulla “cortina di ferro” che segnò l’avvio dal ’47 della c.d. “guerra fredda“) ribadivano la condanna dei regimi  nazifascisti e fissavano le linee del nuovo ordine democratico da costruire alla fine della guerra. Tali linee guida prevedevano il rispetto dei principi di sovranità popolare e di autodecisione dei popoli, la libertà dei commerci e dei mari, la cooperazione internazionale e la rinuncia all’uso della forza  nei rapporti fra Stati.

La cooperazione ha luogo negli organi principalidell’ONU e vale a dire nell’Assemblea generale composta dai rappresentanti di tutti gli Stati membri che oggi sono 193 e cioèquasi tutti gli Stati del mondo, oltre due Stati osservatori (la Santa Sede che detiene la sovranità sulla Città del Vaticano e lo Stato di Palestina) e che si riunisce almeno una volta l’anno. La cooperazione  si svolge anche e in particolar modo nel Consiglio di sicurezza, che è un organo permanente incaricato di mantenere la pace e la sicurezza tra gli Stati membri, di evitare che i contrasti sfocino in conflitti  e in caso di guerra di fare tutto il possibile per arrivare alla pace. Il Consiglio è composto da 15 Stati membri, di cui 5 permanenti in quanto membri di diritto eanche con potere di veto sulle decisioni (un veto in tanti casi paralizzante da eliminare e sostituire con la previsione di maggioranze qualificate per le decisioni, al fine di evitare il fallimento anche dell’ONU dopo quello della SdN). I membri permanenti sono gli Stati Uniti d’America, la Federazione Russa (subentrata all’URSS nel dicembre ’91), la Repubblica popolare cinese (nata nell’ottobre ’49dopo la guerra civile vinta dai comunisti di Mao Tse-tung contro i nazionalisti di Chiang Kai-shec), la Gran Bretagna e la Francia, mentre gli altri 10 membri non permanenti sono eletti dall’Assemblea a rotazione ogni due anni. Le “risoluzioni” del Consiglio di sicurezza sono decisioni vincolanti, diversamente dalle “raccomandazioni” emanate dagli altri organi.

Gli altri tre organi dell’ONU sono il Consiglio economico e sociale con 54 membri, il Segretariato e cioè la struttura organizzativa con a capo il Segretario generale e che di fatto funge anche da portavoce e leader dell’organizzazione (dal 2017 Antonio Guterres, politico e diplomatico portoghese) e la Corte internazionale di giustizia (CIG) con sede a L’Aja nei Paesi Bassi, nota anche con il nome di Tribunale internazionale de L’Aia, come principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite in sostituzione della Corte permanente di giustizia internazione del ’22. Le funzioni principali della Corte sono quella di  dirimere le controversie fra gli Stati membri dell’ONU che ne hanno accettato la giurisdizione (la quale riguarda appunto l’interpretazione e l’applicazione del diritto internazionale) e quella di fornire pareri su questioni legali all’Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza. 

La CIG non deve però essere confusa con la Corte penale internazionale (CPI) istituita con la Convenzione (o Statuto) di Roma ossia il trattato internazionale firmato in Campidoglio nel luglio ’98  dai c.d. Stati Parte (che sono 123 tra i quali però non figurano tre membri permanenti del Consiglio di sicurezza ONU (cioè USA, Russia e Cina) e, per stare all’attualità, neanche l’Ucraina. Lo Statuto è entrato in vigore nel 2002 ed è stato modificato nel ’10 (con l’accordo di Kampala che l’ha emendato inserendo, tra l’altro, anche il crimine di aggressione). La CPI è un tribunale sovranazionale per i crimini internazionali con sede sempre a L’Aia ed è competente a processare e giudicare individui (non Stati) responsabili di crimini che attengono alla comunità internazionale, come le violazioni gravi delle convenzioni di Ginevra relative ai crimini di guerra, a quelli contro l’umanità e al genocidio. Per questi crimini c’è anche la possibilità che uno Stato che non fa parte della Convenzione di Roma possa comunque accettare la competenza della Corte con  apposita dichiarazione depositata in Cancelleria.  Nel ’10 è stato come sopra inserito anche il crimine di aggressione, per il quale però è stata  esclusa l’automatica giurisdizione della Corte con la sola dichiarazione unilaterale di accettazione della competenza ed è stato imposto, proprio su specifica richiesta degli Stati Uniti d’America, che entrambe le parti (l’aggredito e l’aggressore) abbiano accettato la competenza della Corte mediante l’apposita dichiarazione. Per questo motivo, nell’attuale conflitto Russia-Ucraina, appare verosimile che la Corte penale potrà procedere, sull’iniziativa già intrapresa dal Procuratore della stessa, solo per crimini di guerra o contro l’umanità ma non per il crimine di aggressione in quanto non hanno aderito alla CPI nessuno dei due Stati in guerra e salvo che anche la Russia faccia la dichiarazione (assai improbabile) di accettazione della competenza della Corte.  

Il mantenimento della pace (peacekeeping) internazionale avviene o dovrebbe avvenire attraverso l’impiego di unità della forza militare d’emergenza non combattente  dell’ONU, creata nel ’56 in occasione della crisi di Suez e composta da circa 46.000 uomini, i c.d. “caschi blu” dal colore dell’elmetto. Essi intervengono in qualità di osservatori del mantenimento dei patti stabiliti oppure come incaricati di attuare ogni azione necessaria per mantenere o ristabilire la pace in aree di crisi  e la sicurezza internazionale, ma (purtroppo) operano solo col consenso dei Governi degli Stati interessati. I caschi blu sono messi a disposizione, di volta in volta, da alcuni Stati secondo le esigenze per decisione del Consiglio di Sicurezza e sono posti sotto la guida del Segretario Generale delle NU. Hanno ricevuto il Nobel per la pace nel 1988. Le operazioni di peacekeeping di prima generazione svolte dai caschi blu nel periodo tra il ’48 e la fine degli anni ’80 sono state caratterizzate da funzioni prettamente militari come il controllo del rispetto del cessate il fuoco e la creazione di zone cuscinetto tra le parti, affidate a contingenti di forze armate multinazionali. Le operazioni di peacekeeping di seconda generazione si sono sviluppate a partire dalla fine della c.d. “guerra fredda” quando in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU si è potuto raggiungere un po’ più facilmente il necessario consenso di tutti i cinque membri permanenti (purtroppo sancito dallo Statuto e da modificare). La forza di emergenza svolge compiti di carattere umanitario ma anche funzioni di peacebuilding (costruzione di pace) per aiutare gli Stati distrutti da guerre civili a ricostruire le istituzioni politiche e il tessuto sociale. Svolge inoltre le importanti funzioni previste dallo Statuto al capitolo VII relativo ad “Azioni rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace e agli atti di aggressione“. Tali iniziative si qualificano come operazioni di peaceenforcement (imposizione della pace) in quanto il loro mandato è esteso all’uso della forza ai fini della Sicurezza collettiva, sempre però con i prescritti consensi.

Nel frattempo l’Assemblea generale dell’ONU, con la risoluzione n. 39/11 del 12 novembre 1984, ha anche approvato la Dichiarazione sul diritto dei popoli alla Pace, nella quale ha affermato un diritto di tutti i popoli della Terra alla pace  e che la salvaguardia e la promozione di questo diritto costituisce obbligo fondamentale per ogni Stato.La Dichiarazione sottolinea inoltre che la politica degli Stati deve tendere all’eliminazione delle minacce di guerra esoprattutto di quella nucleare, all’abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali in base allo Statuto delle Nazioni Unite, ma si tratta (purtroppo) solo di una semplice “raccomandazione”.

Il Consiglio d’Europa (CdE),da non confondere con il Consiglio europeo  né con il Consiglio dell’Unione europea che sono invece due dei sette organi decisionali -le c.d. istituzioni- dell’UE, è l’organizzazione internazionale fondata nel maggio ’49 con il trattato di Londra con lo scopo di evitare la ripetizione delle atrocità della seconda guerra mondiale e che interviene per il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. I principali organi del CdE sono l’Assemblea parlamentare di 306 componenti costituiti da Delegazioni di parlamentari degli Stati membri, il Comitato dei Ministri quale organo decisionale che è composto dai Ministri degli Esteri degli Stati membri e che ne rappresenta direttamente i Governi, il Segretario generale, il Congresso dei poteri locali e regionali e la Corte europea dei diritti dell’uomo. Ha sede a Strasburgo (Francia) nel Palazzo d’Europa (che è stato anche sede provvisoria del Parlamento europeo tra il ’77 e il ’99) e conta attualmente 46 Stati membri, compresi i 27 dell’UE. La Federazione Russa vi aveva fatto ingresso nel febbraio ’96 con il Presidente B. ELtsin, primo Capo di Stato della nuova Russia e supportato dal Partito Democratico di Russia liberal-conservatore,ma ne è uscita nel marzo 2022 dopo essere stata sospesa da parte del Comitato dei Ministri a seguito dell’aggressione all’Ucraina (anch’essa membro del CdE dal novembre ’95 ma non anche dell’Unione Europea alla quale ha presentato domanda di adesione solo il 28 febbraio ’22, quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione ordinata dal Capo di Stato russo V. Putin al suo terzo mandato presidenziale. L’attuale Presidente ucraino V. Zelenskyi è stato invece eletto nelle presidenziali del marzo ’19 quale leader del partito Servitore del Popolo da lui fondato insieme a I. Bacanov nel dicembre ’17  come forza filorussa che si opponeva alla c.d. politica di ucrainizzazione e che poi è cambiato a partire dal ’19 diventando un partito nazionalista, populista, libertario e filo-atlantista soprattutto dopo l’aggressione russa. In particolare il CdE ha predisposto e adottato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) firmata a Roma nel novembre ’50 e ha anche istituito nel ’59 la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) con sede appunto a Strasburgo, come organo giurisdizionale internazionale permanente per la tutela di tali diritti. La Corte EDU non fa parte dell’Unione Europea e non deve essere confusa con la  Corte di giustizia dell’UE (CGUE) che ha sede in Lussemburgo nelle c.d. due torri gemelle e ha invece competenza sull’applicazione del diritto comunitario.

Con il trattato di Bruxelles del marzo ’48 era stata avviata da Regno Unito, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi bassi l’Unione Europea Occidentale (UEO), un’organizzazione internazionale di carattere regionale a scopi militari difensivi in caso di future aggressioni da parte della  Germania oppure dell’Unione sovietica. Nei primi anni ’50 era stato anche ideato e proposto dalla Francia, con il sostegno dell’Italia di De Gasperi, un importante progetto di collaborazione militare tra gli Stati europei per la creazione di una Comunità europea di difesa (CED) che fuapprovato nel ’52 dai sei paesi membri della Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA),creata nel ’51 ancheper il controllo della produzione delle due materie prime dell’industria bellica. La CECA ha precorso il processo di integrazione europea sognato da Altiero Spinelli, uno dei prigionieri politici del regime fascista autori del Manifesto di Ventotene, documento base del federalismo europeo a sostegno di un’Europa unita e di una Costituzione europea.

L’integrazione europea ha poi preso avvio con l’istituzione, mediante il trattato di Roma del marzo ’57,  della Comunità Economica Europea (CEE) sempre a sei Paesi (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi). Il Regno Unito è entrato nella CEE al suo primo allargamento nel ’73, insieme alla Danimarca e all’Irlanda e la stessa dal ’93 è stata rinominata Comunità europea (CE). A seguito del fallimento del citato progetto della CED per un ripensamento della Francia, il trattato UEO del ’48, dopo l’adesione anche della Repubblica Italiana e della Repubblica federale tedesca (RFT), venne modificato con gli Accordi di Parigi del ’54  dando operatività all’UEO, la quale poi dal ’90 si ampliò fino a 28 Stati membri.

A seguito della fondazione dell’Unione  Europea (UE) con il Trattato sull’Unione Europea (TUE)di Maastricht nei Paesi Bassidel febbraio ’92 e in vigore dal novembre ’93, si è però teso a rafforzare le capacità dell’UE (che è una “organizzazione sovranazionale” enon una semplice organizzazione internazionale) nel campo della Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD) trasferendo le capacità operative dall’UEO all’Unione Europea e trasformando gli organi ausiliari dell’UEO in Agenziedell’UE. Dopo il recesso della Gran Bretagna e della Germania dalla UEO nel 2011 si è verificata la completa dissoluzione della stessa e le residue attività sono state trasferite all’Unione Europea.

NON ACCETTIAMO LEZIONI DA CHI GOVERNA A SUON DI ACCORDICCHI E RICATTI DEGNI DELLA PEGGIOR VECCHIA POLITICA. I CONSIGLIERI DI “PER TODI” HANNO SCELTO LA LEGALITA’ E LA TRASPARENZA.

Comunicato di Partito Democratico. Civicix, Todi Civica, Sinistra per Todi

È incredibile come la maggioranza ( o quello che ne resta!) di questa città si adoperi per ribaltare e mistificare la verità. Accusare le forze di opposizione e i consiglieri del gruppo “Per Todi” di tenere il sindaco sotto ricatto non solo è vergognoso, ma è esattamente il contrario di quanto avvenuto in questi mesi. Una compagine politica che si regge a suon di “accordicchi” e “messaggini” dai contenuti alquanto discutibili, che difende senza battere ciglio un amministratore che fa dichiarazioni false (pur condannando il suo comportamento in una relazione ufficiale), che accetta una gestione della vicenda quanto meno opaca e poco lineare, che usa gli enti di assistenza e beneficenza come merce di scambio per i giochini dei partiti e le ambizioni personali, vuole spiegare ai tuderti che ad usare l’arma del ricatto siamo noi dell’opposizione. Noi che abbiamo sempre operato nel rispetto delle regole, che abbiamo verificato e approfondito ogni atto prima di esprimere giudizi, che prima di presentare una mozione di sfiducia, abbiamo offerto al Sindaco la possibilità di recuperare in ogni modo una situazione incresciosa che sta danneggiando l’immagine di Todi. Noi che le nostre posizioni le abbiamo rappresentate in Consiglio comunale, con la chiarezza e il rispetto delle regole che le istituzioni meritano, al contrario di chi è abituato a decidere in altre sedi e con i metodi della peggior vecchia politica.

L’uscita del gruppo “Per Todi” dal  “perimetro della maggioranza” non è stata certo determinata da cambiamenti di idea dettati dalle convenienze, ma dal fatto che due consiglieri comunali hanno preferito rimanere nel “perimetro della legalità e della trasparenza. In questi mesi non abbiamo mai usato e strumentalizzato le loro posizioni per rafforzare quelle dell’opposizione e continueremo a non farlo, nel rispetto di un percorso fatto con serietà e alto senso di responsabilità. Il nostro obiettivo non è sfasciare ciò che è già sfasciato, ma difendere la città e i suoi interessi.

Infine compendiamo la posizione di quei cittadini a cui le vicende sono state raccontate in maniera distorta e superficiale e che per tale ragione non hanno colto la gravità di alcuni fatti, davanti ai quali anche loro, siamo certi, avrebbero agito così come abbiamo fatto e faremo noi.

Partito Democratico

Civicix

Todi Civica

Sinistra per Todi

Gli illegittimi, poiché arbitrari, contributi economici del sindaco Ruggiano e dell’assessore Ranchicchio.

A proposito dell’erogazione di pubbliche contribuzioni per iniziative culturali e turistiche e sul presupposto “innovativo” -per un Sindaco giurista- di previo avviso pubblico, spiace dover far notare a Ruggiano, nel suo torpore istituzionale, come tale avviso
intervenga dopo accesso agli atti del sottoscritto in materia e fosse previsione di legge e regolamentare comunale, in particolare agli artt. 10 e 11 del REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, https://www.comune.todi.pg.it/s3prod/uploads/ckeditor/attachments/8/3/0/7/041_reg-concessionecontributi.pdf) CONTRIBUTI, SUSSIDI, AUSILII FINANZIARI E PER L’ATTRIBUZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI DI QUALUNQUE GENERE A PERSONE ED ENTI PUBBLICI E PRIVATI).
Emerge a questo punto il seguente quesito: tra il 2017 ed il 2022, il Sindaco Ruggiano
e l’assessore alla cultura Ranchicchio, hanno elargito centinaia di migliaia di euro di
contributi pubblici in difetto di avviso necessario a sensi di legge?
Se così è stato, come lo è chiaramente, le erogazioni appaiono essere state
illegittimamente disposte e vi sono certamente significative responsabilità politiche
per non parlare di quelle -al momento potenziali- erariali (che verranno fatte valutare
agli organi competenti), considerato anche il danno da perdita di chances per tutte le
associazioni non beneficiate.
Tanto più che apparentemente simili erogazioni vedevano rendicontazioni
incomplete sempre a sensi regolamentari (e nel caso delle pluriennali non chiarivano
gli introiti dei soggetti beneficiari) con allegazioni addirittura di fattura del consigliere
comunale Baiocco (sotto lo sguardo indulgente di Sindaco e del collega di partito
Ranchicchio) ed apparentemente di attestazioni riconducibili tra gli altri alla cugina
dell’assessore alla cultura (essendosi chiaramente smarrito ogni scrupolo di minima
opportunità).
Questa cari concittadini è l’amministrazione Ruggiano: un amministrazione ipocrita
che afferma a parole il merito ed a fatti l’arbitraria clientela e che vive le norme con
fastidio facendone scempio come e quando può.
Si comprende anche in questo caso il perché Ruggiano non tolga le deleghe ad
assessore mendace a danno dell’Ente, se si considerano i benefici politici di una
gestione ad personam delle pubbliche finanze (nel silenzio gravissimi dell’assessore
alla cura delle stesse deputata).
Nei prossimi giorni chiariremo a chi voglia leggere senza pregiudizio di “casacca” come
un Sindaco avvocato, con il suo bagaglio di specifico conflitto d’interessi, non abbia
mai sentito il dovere di istituire l’apposito albo per l’affidamento degli incarichi legali
(ne’ in Comune ne’ presso le partecipate), pur nella certezza che egli stesso si sia
iscritto presso gli albi di molti altri Enti.
Perché a Todi la trasparenza di scelta secondo alcuni – interessati? – andava
evidentemente evitata!
Capogruppo Consiliare
Claudio Serafini

FRATELLI D’ITALIA, OVVERO I TURISTI DELLA DEMOCRAZIA (A ROMA COME A TODI)

La vergognosa gazzarra messa in scena martedì dall’on. Giovanni Donzelli (vicepresidente del Copasir e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia) alla Camera, dove egli ha accusato il Partito Democratico e alcuni suoi parlamentari di contiguità con mafia e terrorismo (su tutti il sen. Walter Verini, cui va la nostra solidarietà e da sempre in prima fila nella lotta alle mafie) mentre si stava discutendo nella massima concordia l’istituzione della Commissione Parlamentare Antimafia, ha svelato plasticamente tutto l’analfabetismo istituzionale di Fratelli d’Italia e dei cosiddetti “nuovi al potere”.

Il fatto, poi, che l’oscena boutade di Donzelli fosse basata su documenti riservati fornitigli dal sottosegretario e compagno di partito Andrea Delmastro Delle Vedove rende ancora più grave e drammatica la vicenda in questione, visti i risvolti di sicurezza nazionale. Comportamenti da turisti della democrazia che la Presidente del Consiglio Meloni e lo stato maggiore di Fratelli d’Italia hanno ritenuto di non dover censurare, risultando, quindi, tacitamente approvati.

D’altronde, l’abitudine di Fratelli d’Italia a mettere gli interessi della propria casacca davanti a tutto difendendo anche l’indifendibile è ormai nota. Il caso di Todi ne è l’emblema, visto che per blindare la poltrona del vicesindaco Ranchicchio non si è esitato a determinare un blocco dell’azione amministrativa e a calpestare il Consiglio Comunale.

Il Partito Democratico si colloca all’opposto di questo modo di fare politica, orgoglioso di difendere le istituzioni prima di ogni cosa, lasciando volentieri a Fratelli d’Italia la bava alla bocca di Donzelli e l’attaccamento alla poltrona di Ranchicchio.

Partito Democratico Coordinamento PD Todi

L’OSPEDALE DI PANTALLA E LE PROMESSE DA MARINAIO DEL SINDACO RUGGIANO

Le considerazioni dell’OSSERVATORE TUDERTE

Todi, 23 maggio 2022, Sala del Consiglio comunale. In un’aula gremita di pubblico l’assessore alla sanità Coletto illustra il futuro dei servizi sanitari nella Media Valle del Tevere alla luce dei progetti collegati al PNRR. Le conclusioni dell’incontro sono tratte dal Sindaco Ruggiano che, a proposito dell’Ospedale di Pantalla, fa propria la seguente affermazione: «Abbiamo lavorato e stiamo lavorando…. per riuscire ad avere una struttura di primissimo piano con la terapia intensiva che nessuno, nessuno, compresa la programmazione che è stata fatta fino ad oggi, aveva concesso alla Media Valle del Tevere che era considerata un territorio minore. Perché terapie intensive sono a Foligno, sono a Branca, sono a Castello, sono a Perugia, sono a Terni ma non nella Media Valle del Tevere che questi signori avevano considerato territorio di serie C. E oggi questa cosa la cambieremo». Indubbiamente, quelle di Ruggiano sono state affermazioni che esprimono grande determinazione e tetragona certezza e, non per nulla, hanno raccolto gli intensi applausi dei presenti.

Ebbene oggi, a distanza di alcuni mesi, dopo l’approvazione lo scorso 30 dicembre da parte della Giunta regionale del “Provvedimento generale di Programmazione della Rete Ospedaliera ai sensi del DM 70/2015. Revisione 2022”, è possibile verificare l’effettivo impatto degli impegni proclamati in quell’incontro del 23 maggio.

In effetti, grazie al gran “lavoro” del sindaco Ruggiano, la situazione è sì cambiata, ma purtroppo nel senso opposto a quanto promesso, perché è cambiata in peggio. Infatti, l’Ospedale di Pantalla non è rimasto neppure in serie C, ma è stato addirittura retrocesso in serie D: senza terapia intensiva, con un reparto di Chirurgia generale ridimensionato da 25 a 10 posti letto e complessivamente con una struttura ospedaliera fortemente depotenziata perché i posti letto per acuti diminuiscono da 75 a 58.

Quindi non ci resta che concludere con le stesse parole di Ruggiano: «terapie intensive sono a Foligno, sono a Branca, sono a Castello, sono a Perugia, sono a Terni ma non nella Media Valle del Tevere». Appunto, promesse da marinaio.

LA MARCIA INDIETRO DI FDI E TODI TRICOLORE: PARZIALE RITORNO ALLA NORMALITÀ DEGLI ENTI GRAZIE ALL’OPPOSIZIONE

Comunicato dei partiti di opposizione

Nel corso del Consiglio Comunale tenutosi martedì su richiesta delle forze di opposizione e del gruppo consiliare Per Todi ancora una volta il centro destra ha dimostrato tutti i suoi limiti amministrativi e la miopia di chi, da mesi, ha provato a sfruttare la crisi della maggioranza per il proprio piccolo tornaconto politico. Come ampiamente previsto dai sottoscritti, la scelta di Todi Tricolore e di Fratelli d’Italia di far dimettere i propri rappresentanti negli enti con motivazioni politiche pretestuose per fare cadere i C.d.A. ed ottenere nuove nomine non è andata a buon fine. 

Una forzatura che, oltre a creare potenziali danni agli enti, da mesi aveva generato un pericoloso stallo, impedendo addirittura, nel caso di Veralli Cortesi, l’approvazione del bilancio e, conseguentemente, l’entrata in vigore della gestione provvisoria. A fare il passo indietro sono stati gli esponenti di FdI, che, pur dimissionari, hanno dovuto (come prescritto dalla legge e sottolineato ampiamente dai sottoscritti) partecipare alle sedute dei C.d.A. e consentire l’approvazione degli atti di bilancio. Una marcia indietro che smonta i cosiddetti “accordi” citati da qualcuno e che riporta, almeno per il momento, gli enti in una condizione di normalità. 

Ci è d’obbligo sottolineare come la vicenda in questione sia, comunque, piuttosto opaca, nonché conseguenza diretta del caso Ranchicchio – un Vicesindaco definito dallo stesso Sindaco Ruggiano in Consiglio Comunale figura amministrativa di poco peso e con deleghe marginali – che continua a condizionare pesantemente le dinamiche politiche e amministrative della nostra città. 

Tutto questo si configura, dunque, come un risultato che mette all’angolo chi in questi mesi, pur di ottenere una poltrona, ha messo a rischio le fondamentali funzioni svolte dai nostri enti – soprattutto in tema di servizi socio assistenziali –  e che sottrae, almeno per il momento, i nostri enti dalle logiche spartitorie dei partiti che sostengono (o fanno finta di sostenere) il Sindaco Ruggiano. 

Come forze di opposizione, tuttavia, continueremo a vigilare sull’operatività dei C.d.A. e sulle scelte gestionali operate, per verificare che non subentrino nuovi e ulteriori elementi destabilizzanti per Etab e Veralli Cortesi.

PARTITO DEMOCRATICO

TODI CIVICA

SINISTRA PER TODI

PER TODI

CIVICIXTODI – CATTERINI SINDACO