RUGGIANO BLOCCA IL COMUNE PER PUNTARE ALLA REGIONE MENTRE LA SUA MAGGIORANZA SI È SCIOLTA COME NEVE AL SOLE

L’8 giugno 2023 il consiglio comunale di Todi ha certificato la fine dell’alleanza politica che solo un anno fa aveva riportato Ruggiano a vincere le elezioni per il secondo mandato al primo turno, con il 58% dei consensi su poco più del sessanta per cento dei tuderti aventi diritto al voto. L’intervento di Adriano Ruspolini, che si era dimesso dalla carica di Presidente del Consiglio  annunciando la volontà del gruppo Per Todi di rimanere nella maggioranza candidando alla successione Filippo Sordini (a sua volta uscito dal gruppo di Forza Italia nei mesi scorsi), ha sancito definitivamente la rottura del patto elettorale siglato nel 2022. In un solo anno diversi sono stati gli scossoni che hanno fatto traballare la maggioranza di centro destra. Il primo: la vicenda Ranchicchio. La commissione consiliare di indagine, voluta dall’opposizione di centro sinistra e appoggiata da Ruspolini e Sordini, aveva verificato che l’attuale Vice Sindaco era stato incompatibile con l’incarico di assessore per tutto il precedente mandato (avendo risolto l’incompatibilità solo a maggio 2022, mentre era in pieno svolgimento la campagna elettorale). L’opposizione ha pertanto proposto una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco, che ha ottenuto otto voti favorevoli (compresi quelli di Ruspolini e Sordini) e otto contrari, quelli del centrodestra ridotto al lumicino. 

Il secondo: le dimissioni di alcuni membri dei Consigli di amministrazione di Veralli Cortesi ed ETAB. La rivendicazione di posti di potere da parte di Todi Tricolore e Fratelli d’Italia, determinati a far sloggiare i rappresentanti della Lega, perdente alle amministrative, aveva imposto le dimissioni dei loro rappresentanti dai CdA e aveva portato alla paralisi politico amministrativa dei due Enti. Solo l’iniziativa di denuncia dell’opposizione di centro sinistra, con la convocazione di un consiglio aperto alla partecipazione dei due presidenti ha consentito il superamento dell’immobilismo del Sindaco e la retromarcia di alcuni dimissionari, permettendo ai due CdA di arrivare allo scadere naturale del mandato senza sottostare alle logiche spartitorie del centrodestra. Anche in questo caso il gruppo Per Todi ha appoggiato apertamente l’iniziativa delle forze di opposizione. Il terzo: le dimissioni di Ruspolini da Presidente del Consiglio. Le motivazioni illustrate nella seduta consiliare dell’ 8 Giugno sono state esplicite e durissime. Adriano Ruspolini ha definito il comportamento della maggioranza e del Sindaco (sordo e muto dopo le sue ripetute richieste di confronto)  un “tradimento della fiducia dei cittadini”. Ha lanciato accuse pesanti nei confronti di non identificati membri della maggioranza paventando illegittimità nella gestione amministrativa (che l’opposizione verificherà puntualmente). Ha definitivamente annunciato l’uscita del gruppo Per Todi dalla maggioranza.

Il re è nudo, noi l’avevamo detto in diverse occasioni, anche nel precedente mandato. La maggioranza di destra centro, che ancora oggi governa Todi, si regge su un patto di potere siglato prima tra singoli (come emerge dalle dichiarazioni di Ruspolini che ha anche parlato di “mercato delle vacche”) e poi tra forze politiche, con il sostegno di alcune associazioni cittadine ben foraggiate, con contributi pubblici erogati a pioggia, senza troppe valutazioni né di forma né di sostanza . Ora sappiamo che quello che avevamo immaginato e in parte verificato emerge senza più veli. La domanda è il patto di potere reggerà fino all’obiettivo personale che pare Ruggiano si sia dato, cioè le elezioni regionali dell’anno prossimo? Perché una cosa è certa dopo le dimissioni di Ruspolini, al centro degli obiettivi degli attuali amministratori tuderti non pare esserci il futuro della città ma il futuro (e magari anche il presente!) di alcuni di loro!

PARTITO DEMOCRATICO TODI