QUASI 110.000 EURO AL COMUNE DI TODI DAL GOVERNO, PER LA SOLIDARIETÀ ALIMENTARE.

INDIVIDUARE CELERMENTE LA PLATEA DEI BENEFICIARI DI QUESTA MISURA. La proposta del Partito Democratico di Todi

Il Governo (ordinanza n. 59 della Protezione Civile del 29 Marzo) ha stanziato da subito 400 milioni di euro per far fronte alla crisi economica che tanti cittadini stanno vivendo a seguito dell’emergenza Coronavirus. Si tratta di risorse destinate a misure di SOLIDARIETÀ ALIMENTARE, dunque per aiutare le persone nell’acquisto di ALIMENTI e BENI DI PRIMA NECESSITÀ.

Al Comune di Todi arriveranno quasi centodiecimila euro (108.224,27 per l’esattezza). Un cifra importante (certamente non risolutiva, ma un primo passo nella direzione giusta) che verrà distribuita alle famiglie più bisognose, agli anziani e alle persone in difficoltà, attraverso buoni spesa o direttamente attraverso l’acquisizione di generi alimentari e di prima necessità che verranno poi distribuiti ai soggetti in questione.

Visto che si tratta di risorse disponibili da subito, sollecitiamo l’Amministrazione Comunale, che può contare sull’ottimo Ufficio dei Servizi Sociali, ad individuare celermente la platea dei beneficiari tra quelli in stato di bisogno e più esposti all’emergenza economica derivante dal Coronavirus, con priorità per i soggetti e per i nuclei familiari non già assegnatari di sostegno pubblico. Anche in questo frangente, offriamo all’amministrazione comunale la nostra collaborazione per il bene comune. Forza Todi, restiamo uniti.

Manuel Valentini-Consigliere Comunale-Capogruppo Pd

QUATTRO PROPOSTE DEL PD contro gli effetti del Coronavirus.

CABINA DI REGIA COMUNALE, SOSPENSIONE TARI E CANONI DI LOCAZIONE PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE E RIATTIVAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO.

Il nuovo DPCM firmato ieri dal Presidente del Consiglio dispone l’erogazione immediata ai Comuni, in anticipo sulla scadenza di maggio, del fondo di solidarietà comunale,  di 4,3 miliardi di euro, pari al 66% dello stanziamento annuale. Lo stesso fondo viene integrato con 400 milioni di euro che, con ordinanza della protezione civile, verranno messi a disposizione dei Comuni. Attraverso l’azione integrata di servizi sociali, associazioni di volontariato e di categoria, questi fondi saranno destinati a persone e famiglie in grave difficoltà, per soddisfare bisogni alimentari o di medicinali. Il provvedimento è stato elaborato in accordo con l’Associazione Nazionale dei Comuni. I Sindaci sono in prima linea nel cogliere le necessità delle loro concittadini, quindi sono, in questo momento, gli interlocutori principali del governo e portano la responsabilità di attuare misure che facciano sentire la vicinanza e la sollecitudine delle istituzioni alle comunità.  E’ necessario, fin da ora, costruire le condizioni per garantire, anche a livello locale, la coesione sociale e la solidarietà civile e istituzionale che saranno necessarie, per organizzare la ripartenza, non appena sarà possibile. Rinnoviamo dunque la nostra disponibilità al Sindaco di Todi a lavorare di concerto con la giunta per il bene comune della città.  Siamo tutti consapevoli che le misure prese da governo e regioni per contrastare e contenere la diffusione dell’epidemia hanno ed avranno  gravi conseguenze sul piano  sociale ed economico.  E’ indispensabile che chi guida le istituzioni oggi sia disponibile ad ascoltare e valutare le proposte che vengono da tutte le forze politiche e dalle parti sociali (imprese, sindacati, associazioni di volontariato e rappresentanti del commercio, dell’artigianato e dei servizi) per i provvedimenti da prendere. Ad oggi, però, al di là di una formale disponibilità all’incontro, rinviato, peraltro, a dopo le festività pasquali, non abbiamo ancora ricevuto risposta alla nota che abbiamo inviato, ormai più di dieci giorni fa, al Sindaco Ruggiano,  che conteneva proposte sulle iniziative che secondo noi sarebbe opportuno avviare,  per fronteggiare le gravi difficoltà che incontrano famiglie e attività produttive  del territorio (realtà queste che spesso coincidono). Alcune di queste, come la sospensione delle rette dei nidi e delle mense scolastiche sono state annunciate. Inoltre il primo cittadino, nei suoi comunicati web quotidiani, ha anticipato la possibilità di sospensione di alcuni tributi comunali. Allora, anche alla luce del nuovo provvedimento del Governo, continuiamo a fare le nostre proposte pubblicamente auspicando una loro valutazione:

1- Si istituisca una cabina di regia costituita da amministratori e capigruppo, in grado di attivare tutte le possibili interlocuzioni e collaborazioni con il tessuto sociale e produttivo della città, in modo da non dover lasciare indietro nessuno in questa situazione di grande difficoltà.

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Il Rotary Club di Todi a favore dell’Ospedale di Pantalla.

Pubblichiamo il COMUNICATO STAMPA pervenuto dal Rotary di Todi.

Nei giorni scorsi il Rotary Club Todi, nell’ambito della sua attività di service rivolta al proprio territorio, ha donato materiale di protezione per il personale sanitario che opera nell’ospedale Media Valle del Tevere, a Pantalla di Todi, diretto dalla dott.ssa Rita Valecchi.
La struttura, infatti, dal 16 marzo scorso è stata temporaneamente convertita in “Centro Covid-19” e, dunque, con creazione del reparto di Malattie Infettive e Pneumologia. Non sono, pertanto in attività le consuete unità operative e, dal 19 marzo, è stato chiuso anche il reparto di Pronto soccorso.
In particolare, come primo intervento, il presidente del Club, Massimo Bernabei, ha consegnato, direttamente nelle mani del dott. Luigi Frigeri, responsabile del reparto, 335 tute integrali idrorepellenti e 20 maschere protettive per gli occhi assicurando, al contempo, che l’impegno dell’associazione proseguirà fino al termine dell’emergenza.
 

Il commento al Vangelo di J.A.Pagola.

29 MARZO – 2020 V QUARESIMA – (A). Gv. 11,1-45

           UNA PUERTA APERTA

Siamo troppo intrappolati dall’«al di qua» per preoccuparci dell’«al di là». Soggetti a un ritmo di vita che ci stordisce e ci schiavizza, confusi da un’informazione asfissiante di notizie e avvenimenti quotidiani, affascinati da mille attrattive che lo sviluppo tecnico mette nelle nostri mani, non sembra che abbiamo bisogno di un orizzonte più ampio di «questa vita» nella quale ci moviamo.  Perché pensare «a un’alta vita»? Non è meglio spendere tutte le nostre forze a organizzare nel miglior modo possibile la nostra esistenza in questo mondo? Non dovremmo sforzarci al massimo di vivere questa vita di ora e tacere rispetto a tutto il resto? Non è meglio accettare la vita con la sua oscurità e i suoi enigmi, e lasciare l`«al di là» come un mistero di cui non sappiamo nulla?

Tuttavia, l’uomo contemporaneo, come quello di tutte le epoche, sa che nel profondo del suo essere è sempre latente la domanda più seria e difficile a cui rispondere: che sarà di tutti e di ciascuno di noi? Quale che sia la nostra ideologia o la nostra fede, il vero problema che abbiamo tutti di fronte è il nostro futuro. Che fine ci aspetta?

Peter Berger ci ha ricordato con profondo realismo che «ogni società umana è, in ultima istanza, una congregazione di uomini di fronte alla morte». Per questo è proprio di fronte alla morte che appare con più chiarezza «la verità» della civiltà contemporanea che, curiosamente, non sa che fare con essa se non nasconderla ed eludere al massimo la sua tragica sfida.Più onesta sembra la posizione di persone come Eduardo Chillida, che in qualche occasione, si espresse in questi termini: «Della morte, la ragione mi dice che è definitiva. Della ragione, la ragione mi dice che è limitata».

È qui che dobbiamo situare la posizione del credente, che sa confrontarsi con realismo e modestia con il fatto ineludibile della morte, ma che lo fa a partire da una fiducia radicale in Cristo risorto. Una fiducia che difficilmente può essere intesa «dal difuori». E che può essere vissuta solo da chi ha ascoltato qualche volta nel fondo del suo essere le parole di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita». Credi questo?

 José Antonio Pagola

LE PAROLE DEL CORONAVIRUS

Dal Dott. Alfonso Gentili un vocabolario-manuale per spiegare il significato delle parole più usate per il Coronavirus.

In questa lista la redazione del portale Treccani, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, ha selezionato  alcune delle parole cruciali per comprendere l’emergenza sanitaria derivante dalla diffusione della Covid-19 (Coronavirus disease 2019). Per ciascuna di essa è fornita la definizione del Vocabolario on line Treccani.

1 Batterio

battèrio (o bactèrio) s. m. [lat. scient. Bacterium, dal gr. βακτήριον «bastoncino»; cfr. bacillo]. – 1. Nome generico di microrganismi unicellulari di natura vegetale inclusi nella classe degli schizomiceti: possono avere forma sferica, ricurva, bastoncellare, e la loro riproduzione avviene per scissione diretta di una cellula madre. Oltre alla più nota azione patogena, esplicata per altro da un numero di generi relativamente scarso, numerose sono le attività metaboliche dei batterî che condizionano le possibilità di vita degli altri organismi; a loro si deve: la degradazione enzimatica dei complessi organici costituiti dalle spoglie degli animali e delle piante, che altrimenti ingombrerebbero la terra, e il conseguente contributo al ciclo naturale del carbonio, dell’ossigeno, dell’idrogeno, dell’azoto, dello zolfo, del ferro, del manganese, ecc.; la fissazione dell’azoto atmosferico; la produzione di antibiotici; la capacità di far fermentare svariate sostanze (tra cui latte, vino, orzo), utilizzate da millennî da parte dell’uomo. 2. B. delle leguminose: sinon. di rizobio. ◆ Il termine è anche usato, con il suo sign. più ampio, come primo elemento di parole composte. 

2 Contagio [dal lat. contagium, der. di contingĕre «toccare, essere a contatto, contaminare», comp. di con– e tangĕre «toccare»

contàgio s. m. – 1. a. La trasmissione di una malattia infettiva dalla persona malata ad una sana sia direttamente sia mediante materiali o mezzi inquinati (aria, acqua, alimenti, escrezioni, ecc.), ovvero attraverso insetti o animali trasmettitori dei microrganismi infettivi: il c. del tifo, della peste, del colera; pericolo di c.; comunicare, prevenire, evitare il contagio.b. Meno propriam., il morbo stesso che si trasmette per contagio e il suo diffondersi; per estens., pestilenza, epidemia: il c. si diffondeva sempre più;giravano per mezzo al c. franchi e risoluti (Manzoni). 2. fig. Influsso dannoso che l’esempio o il pensiero di alcuni possono esercitare su altri: il c. del vizio, del peccato; certe idee si propagano per contagio. In partic., in psicologia, c. psichico, la trasmissione da un individuo all’altro di idee, convinzioni, sentimenti o stati d’animo; sul piano psichiatrico tale contagio è considerato come l’equivalente patologico della suggestione, mentre sul piano sociale è preso in considerazione per la possibilità che ha di determinare particolari modificazioni nelle strutture sociali.

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Dopo il contestato messaggio del Magnifico Rettore dell’Università di Perugia: la lettera dello studente Matteo Pazzaglia.

Il video del Prof. Maurizio Oliviero

“Non è passato inosservato il discorso tenuto, durante una lezione telematica, dal Magnifico dell’Università di Perugia, tra l’altro la mia Università; un discorso che in pochissime ore è diventato virale nei social e che si è preso qualche pagina di molte testate giornalistiche (quella condivisa da me in questo post è presa casualmente).
Il motivo per cui questo discorso è diventato virale è la promessa  di organizzare una festa pazzesca, in cui tutti saremo ubriachi a pomiciare sui “pratini”una volta che avremo superato insieme questo periodo di grandi sacrifici.
Leggo, perplesso e incredulo, accanto ai fortunatamente numerosi commenti di approvazione e ringraziamento da parte di studenti e non, molti commenti di critica, commenti in cui si dice che il Magnifico incita con queste parole “al vizio”, “all’irresponsabilità”, “al consumo”, in cui si dice che queste “non sono parole degne di un Rettore”. È agli autori di questi commenti che rivolgo il mio pensiero.
Tutti immagino abbiano sorriso sentendo “ubriachi a pomiciare sui pratini”. Sorriso: non utilizzo questa parola a caso, a volte si ride, a volte si sorride. Si ride quando sentiamo una cosa divertente, una battuta, quando ci troviamo di fronte a una goliardata; si sorride quando ci si sente compresi, quando vogliamo dire “grazie” con una leggera e a volte impercettibile smorfia sul viso.
Siamo ragazzi, prima che studenti. Spesso ci troviamo a nasconderci da chi può giudicarci per un bicchiere di troppo, per una pomiciata in più, per qualsiasi comportamento cosiddetto “non professionale” ; ci troviamo (e io son sicuramente un esempio in questo) la mattina a passeggiare per le aule universitarie tutti belli pettinati e profumati, per poi ritrovarci la sera sporchi e puzzolenti su un divano o visibilmente alterati a scorrazzare per le vie del centro il sabato sera. Il problema è che a noi troppo spesso è concesso apparire solo per quella metà bella, seria e pulita, quando in realtà siamo anche la metà giocosa, “cogliona” e a tratti irresponsabile.
Stiamo vivendo un momento difficile, in cui tutti siamo chiamati a sacrifici enormi, ognuno ai suoi, un momento in cui la gente è preoccupata di quel che è e di quel che sarà, un momento in cui noi tutti vogliamo sentirci meno soli e un po’ più compresi. Vogliamo sentirci parte di un qualcosa, rimanendo noi stessi.
Ed è proprio in questo che le parole del Magnifico rimbombano forte nella mia testa. Non le parole riguardanti la festa (che come detto mi hanno fatto sorridere) ma quelle dette prima. Quelle in cui ci ha chiamato a fare sacrifici per uscire presto da questa situazione, quelle parole che ci fanno sentire parte di questa battaglia.

“Siete la nostra risorsa più importante… eh”. Quel “eh” mi fa vibrare dentro ogni volta che lo sento. Un “eh”, detto con un nodo alla gola percettibile da chiunque, di quelli che ci si sente dire da un padre, da una madre, da un fratello maggiore, un fidanzato o un caro amico; un “eh” con un significato e un potere ben preciso:” stai in gamba, fai la tua parte, andrà tutto bene, sono con te” . Un eh che non mi ha detto mio padre, mia madre o chi altro, un “eh” che mi ha detto il Magnifico. Le parola sulla festa, dopo la potenza emotiva con cui è stato detto il resto, non hanno altro che confermato che quelle son state parole sincere, parole di un Magnifico che mette davanti prima le persone piuttosto che degli studenti.

Non penso che certe parole non siano degne di un Rettore come da molte parti purtroppo leggo, piuttosto penso che un semplice Rettore non sia degno di certe parole. Per parlare così, a migliaia di studenti (a milioni forse, grazie alla diffusione del video) bisogna essere Magnifici sì, ma Magnifici Uomini.

Grazie per avermi fatto sentire parte di un qualcosa e non un semplice studente chiamato a fare esami per garantirsi un futuro il più appagante possibile. Come ho detto scherzando a dei colleghi studenti  “per te starei in casa 12 anni”. Grazie di avermi fatto sentire importante e libero di essere me stesso. L’empatia non è per tutti.”

Grazie Magnifico Rettore, grazie Maurizio Oliviero
Autore
Matteo Pazzaglia
Studente di medicina e chirurgia ultimo anno

I 96 anni di Don Vincenzo Faustini. Gli auguri di Radio Aut.

Compie oggi, 26 marzo, novantasei anni don Vincenzo Faustini, storico parroco di Santa Prassede, che da due anni circa ha lasciato la parrocchia per ritirarsi a Collevalenza.

Don Vincenzo è nel cuore di tutti i Tuderti, per l’amore e la passione con cui ha svolto il suo ruolo di sacerdote e di parroco, per tutte le iniziative che ha preso nel corso del suo ministero, per l’attenzione riservato ai giovani. Ma va anche ricordato il lungo lavoro come direttore dell’Istituto Crispolti, la passione con cui ha seguito e sostenuto la banda musicale di Todi.

Particolare ammirazione ha però suscitato la tenacia con cui, fino a 94 anni, ha proseguito la sua opera di parroco, con attenzione verso tutti i parrocchiani, ma anche per la cura e la competenza con cui ha tutelato il patrimonio artistico che gli era stato affidato.

Giungano a Don Vincenzo gli auguri di Radio Aut anche a nome della Comunità Tuderte.  

ETAB, La Consolazione: interventi a sostegno del territorio tuderte.

Claudia Orsini, Presidente ETAB

Martedì 24 marzo 2020 si è riunito, in conformità ai vigenti decreti via Skype, il cda di Etab La Consolazione che ha deliberato in ordine ai primi interventi a sostegno del territorio tuderte, con un immediato ed importante contributo economico in favore della protezione civile da destinarsi per l’acquisto di un ventilatore polmonare o anche di presidi sanitari di protezione, secondo le urgenti necessità della struttura
ospedaliera territoriale riconvertita, stante la pandemia, quale ospedale Covid.
L’Ente, pur avendo rinviato a successive disposizioni, ha formalizzato al Sindaco, alla struttura operativa per l’emergenza ed alla locale protezione civile, oltre che apprezzamento per l’attività svolta, piena disponibilità ove vi fosse la necessità di un ulteriore supporto economico e, allo stesso tempo, intende assicurare che costante è stato e rimane l’impegno per superare l’attuale emergenza, con attenzione particolare al Gruppo Famiglia, per il quale sono state approntate idonee misure di protezione, al Centro Disturbi Alimentari ma, più in generale, con riguardo a tutte le associazioni e soggetti operanti nel nostro territorio.
Allo stesso tempo Etab, nella piena consapevolezza delle attuali necessità e del ruolo che da sempre l’ente ha svolto anche a supporto e sostegno delle attività economiche, del tessuto socio produttivo e, in generale, a supporto e sostegno della cittadinanza, ha definito un primo piano di intervento che, allo stato, non è ancora deliberato solo perché si è in attesa di conoscere quali saranno le determinazioni a livello governativo, onde sfruttare al meglio tutte le possibilità e risorse disponibili e concentrarsi su interventi il
più possibile mirati.
Ad esempio se, come sembra di capire, vi saranno interventi immediati a sostegno di alcune categorie l’Ente interverrà nella fase successiva di ripresa delle attività e, di contro, ove alcuni settori verranno esclusi o saranno interessati da interventi futuri, calibrerà le proprie scelte su interventi di sostegno immediato.
Fin da subito Etab ha reso operativo il lavoro a distanza mantenendo in piena attività gli uffici; ha disposto , di concerto con la Parrocchia, per il Tempio della Consolazione e da subito, peraltro, ha continuato ad
operare rapportandosi, ad esempio con il Gal e con il governo centrale in riferimento al Progetto Bellezz@, per far si che, superata l’emergenza, l’attività dell’Ente a tutela del proprio patrimonio possa immediatamente ripartire, rappresentando un importante ed immediato volano per l’economia, avendo più di un progetto nella fase finale di realizzazione.
Intanto Etab ha comunicato le modalità di accesso alla nuova App La Consolazione per consentire una visita virtuale al Tempio sia per una preghiera, sia per conoscere meglio il monumento con tutte le spiegazioni e
le possibilità che offre l’attuale tecnologia ed anche con l’inedita possibilità di conoscere e di veder tradotte, cosa mai fatta prima d’ora, le istruzione sulle parti lapidee in lingua latina.

Il presidente
Claudia Orsini

Verso la Pasqua: il messaggio del vescovo Benedetto Tuzia.


Il vescovo Tuzia, in qualità di amministratore apostolico, indirizza alla Diocesi il suo messaggio e comunica che entro il periodo pasquale avverrà il passaggio al nuovo vescovo Sigismondi. Riprendiamo integralmente il messaggio pubblicato dal sito della Diocesi di Todi.2

Eccoci giunti quasi sulla soglia che introduce nella Pasqua, la Madre e Regina delle feste liturgiche. Questi particolari giorni di sofferenza e di tenerezza ci stanno conducendo verso il mistero pasquale, nel cuore della fede cristiana. Ci accompagneranno nei giorni cruciali della vicenda di Gesù, il quale li trasforma in orizzonti di significato luminoso e doni di salvezza. “Quando non si ha più niente da dare, perché si è dato tutto, allora si diventa capaci di veri doni”. Sono parole di don Primo Mazzolari che si riferiscono ai doni più grandi che la fede possa offrire. Tanto grandi che è difficile, quasi impossibile, legarli a delle parole. A quell’Amore divino, che profuma di dismisura, si innestano e fanno riferimento gesti e azioni che abbiamo avuto la grazia di ammirare in sorelle e fratelli nel corso di questa Quaresima, scandita dal rovinoso passaggio del coronavirus.

Gettando uno sguardo dentro la nostra esperienza di vita, non facciamo fatica a registrare una diversità che ci abita rispetto agli anni precedenti. Siamo stati costretti, in questo tempo, a reinventare le nostre giornate, il nostro modo di vivere, segregati in casa, spinti a porre attenzione alle azioni più elementari, a fermare una vita frenetica, a guardarci in profondità. Giorni di sofferenza e di tenerezza. Giorni abitati da paure, e noi segnati negli occhi e nel cuore dal richiamo e dalla presenza della morte, collocati in un deserto di relazioni, di relazioni “ferite”, impreparati a combattere il male.

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La morte del dott. Paolo Rulli, figura storica di Fratta Todina.

La comunità di Fratta Todina piange il suo medico.

Si è spento questa mattina il dott. Rulli, il medico che per tanti anni ha seguito con passione e competenza la comunità di Fratta Todina, svolgendo il suo attento lavoro di custode della salute e insieme quello di cittadino attento alle vicende amministrative e alla vita del Comune da lui molto amato. Lo ricordiamo con le parole poetiche che gli ha dedicato un suo fedele amico, Luigi Ceccobelli.

                                                        HA SOLO DATO

Con  il freddo vento del nord  che  con violenza  strappa  i primi petali di fiori della primavera, ha avuto termine la vita del Dottor Paolo Rulli.

Era il dottore che amava immensamente la nostra comunità. Curava ognuno di noi,  sia di giorno che di notte.  Una porta sempre aperta. Ha dedicato l’intera  Sua vita allo studio con il solo  desiderio di alleviare ogni sofferenza umana.

Nell’anima di tutti coloro che  hanno  avuto la fortuna di conoscere il Suo altruismo , ci sono silenzio e sofferenza. Sono certo che rimarrà  sempre, in tutti noi,  come un raggio di sole che al tramonto non vorrebbe andare.

   ( Luigi Ceccobelli )