Riapertura parziale della Biblioteca di Todi.

Parziale riapertura a partire dal 20 aprile. Il collegamento con Media Library online


Dopo questo lungo periodo di chiusura, la Biblioteca Lorenzo Leoni di Todi è lieta di annunciare una parziale riapertura dei servizi a partire dal 20 aprile 2020. Restano chiusi il prestito locale e la possibilità di restituire fisicamente i libri nella sede della Biblioteca (per la scadenza dei prestiti non vi preoccupate perché faremo un’adeguata proroga per tutti), ma sarà possibile usufruire di servizi digitali da noi messi a disposizione.Vi ricordiamo, a tale proposito, che la nostra struttura aderisce, tramite la Regione Umbria, al progetto nazionale denominato Media  Library  On Line, MLOL, (https://umbria.medialibrary.it ), che permette agli utenti l’accesso ad una quantità vastissima di risorse digitali (ebook, quotidiani e periodici, musica, e-learning, ecc.) in modo del tutto gratuito. Per aderire e utilizzare MLOL è sufficiente essere iscritti alla nostra Biblioteca ed avere una mail alla quale spedire le credenziali per l’accesso. Chi volesse iscriversi a questa piattaforma, può contattarci su questa mail, aggiungendo Nome, Cognome e indirizzo mail, se già iscritto in biblioteca, altrimenti, inviando, sempre a questo indirizzo, la scansione di un documento valido, un numero di cellulare, la professione svolta e un indirizzo mail.La Biblioteca, è inoltre aperta alle vostre richieste bibliografiche o per la ricerca di contatti con altre strutture (ovviamente, è escluso il prestito interbibliotecario).A breve troverete nel sito web del Comune di Todi,  e specificatamente nella pagina dedicata alla Biblioteca, https://www.comune.todi.pg.it/it/page/biblioteca-comunale-lorenzo-leoni, contenuti e suggerimenti dello staff circa blog di lettura, pagine facebook, Opac, eventi web, videoletture e molto altro, per restare sempre informati e collegati a ciò che più amiamo: i libri e il loro mondo.Per chi abbia bisogno di contattarci per chiarimenti o richieste particolari, il nostro numero di telefono è 075 8956711/713.

W I SINDACI

Floriano Pizzichini esalta il ruolo dei sindaci, tutti i sindaci, al di là del loro colore politico, nella storica partita contro il Covid 19.

In questa storica partita contro il Covid 19, oltre al grande lavoro degli operatori sanitari, delle forze dell’ordine e di tutti coloro che hanno garantito i servizi essenziali, un ruolo fondamentale lo hanno e lo stanno giocando i nostri Sindaci.
Tutti i Sindaci. Di destra, di sinistra, di centro, civici, grillini e via dicendo.
I Sindaci stanno portando avanti una battaglia straordinaria, interpretando nel modo migliore il senso delle istituzioni, la loro funzione di sistegno a cittadino, di supporto, di aiuto e anche di conforto. Sono ormai baluardi di una politica cui rimangono pochi, pochissimi riferimenti credibili, ai quali, i cittadini, sentono di poter dar conto, affidando anche paure e speranze. I Sindaci, in questo momento grave, sono stati il vero collante tra le persone e le istituzioni, garantendo non solo iniziative concrete, ma anche e soprattutto mantenendo un equilibrio essenziale in un clima sociale che rischia, ogni giorno,  di degenerare.
Sono gli stessi Sindaci che nella stragrande maggioranza dei Comuni guadagnano meno di un decimo dei nostri rappresentanti regionali e parlamentari. Sono quelli che studiano i bilanci di notte, che presiedono a tutte le iniziative locali, che rispondono a mille telefonate, che faticano, spesso,  a mantenere la pace fra i propri rissosi consiglieri comunali, orfani dei Partiti che non ci sono più, o che non sono più Partiti.
La politica può essere ancora credibile, se fatta di figure che questa credibilità se la costruiscono sul campo, giorno dopo giorno.
L’ Italia delle istituzioni riparta da loro. La buona politica riparta dai territori e dai propri rappresentanti, votati dal popolo e per questo, vicini al popolo.
Viva i Sindaci, viva l’Italia!
Floriano Pizzichini
Consigliere Comune di Todi

La Pasqua: il commento della prof. Giuseppina Bruscolotti

Il cardinale Pell prosciolto dalle accuse di abusi: verdetto unanime dei giudici


I sette giudici dell’Alta Corte australiana hanno ribaltato il giudizio della Corte d’Appello, che aveva condannato Pell per abuso su minori, in quanto c’è una ragionevole possibilità che il reato non sia avvenuto. Il porporato ha ribadito la sua innocenza: ora è libero

VATICAN NEWS

L’Alta corte australiana ha prosciolto il cardinale George Pell, che stava scontando una condanna a 6 anni per abuso su minori, ribaltando la sentenza della Corte d’Appello emessa nell’agosto dell’anno scorso che confermava la decisione del Tribunale di Melbourne del dicembre 2018. Il porporato 78enne, arcivescovo emerito di Sydney e già prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, si è sempre dichiarato innocente. Ora è libero: stamattina ha lasciato il carcere di Barwon per recarsi in un istituto religioso presso Melbourne.

I sette giudici della suprema istanza giudiziaria australiana hanno deciso il verdetto all’unanimità in base al fatto che c’è una ragionevole possibilità che il reato non sia avvenuto e che quindi ci sia una significativa possibilità che una persona innocente possa essere condannata.

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La data c’è: Ospedale di Pantalla dedicato a Covid fino a metà settembre.

Il dott. Alfonso Gentili analizza i documenti ufficiali della Regione e conclude che è previsto un termine all’utilizzo esclusivo dell’Ospedale di Pantalla per il Corona Virus.


La Giunta regionale dell’Umbria, con deliberazione n. 180 del 19 marzo 2020 pubblicata nel S.O. n. 2 al B.U.R.  n. 24 del 1° aprile scorso, nel prendere atto, tra l’altro, della precedente ordinanza della Presidente n. 5 del 12 marzo, con la quale l’Ospedale della Media Valle del Tevere è stato temporaneamente configurato a livello organizzativo strutturale come ospedale regionale dedicato all’emergenza Coronavirus fino a nuovo provvedimento, ha adottato il Piano di gestione dei posti letto della rete ospedaliera emergenza Coronavirus nel testo allegato alla stessa.

La Giunta, al punto 3) del dispositivo della citata delibera, ha stabilito che tale Piano di gestione dei posti letto “abbia efficacia di non oltre sei mesi decorrenti dalla data di pubblicazione” della citata ordinanza n. 5, che appunto era stata pubblicata nel B.U.R. n. 15 del 12 marzo 2020 e pertanto, con questo nuovo provvedimento regionale, anche la riconfigurazione temporanea dell’Ospedale di base della MVT (c.d.”Covid Hospital”, insieme ad una parte dell’Ospedale DEA di I livello di Città di Castello) andrà a cessare al massimo il 12 settembre p.v., sempreché naturalmente venga prorogato anche lo stato di emergenza sul territorio nazionale dichiarato dal Consiglio dei Ministri con deliberazione del 31 gennaio 2020 per sei mesi dalla data della stessa delibera.

Gli ospedali di base (o di territorio) risultano essere, nell’Azienda USL Umbria 1 (38 Comuni), quello di Umbertide e quelli del Presidio Ospedaliero Unificato (POU) di Assisi, Castiglione del Lago e Media Valle del Tevere per un totale di 4, mentre, nell’Azienda USL Umbria 2 (54 Comuni), quelli Narni, Amelia e Norcia per un totale di 3 e un totale complessivo di 7. Gli ospedali DEA (Dipartimenti Emergenza Accettazione) di I livello (centri SPOKE) sono, nell’AUSL 1, quelli di Città di Castello e Branca di Gubbio-Gualdo e, nell’AUSL 2, quelli di Foligno, Spoleto e Orvieto per un totale di 5 ospedali. Gli ospedali DEA di II livello (centri HUB) sonoquelli delle due Aziende Ospedaliere di Perugia e di Terni, per un totale complessivo regionale di 14 strutture ospedaliere. Nella circostanza si può osservare che in ognuno dei 12 ex comprensori dell’Umbria (corrispondenti alla attuali 12 Zone sociali) era attivo almeno un ospedale o di base o dotato di Dea di I o II livello (e due ospedali di base attivi sia nella Zona sociale n. 1 di Città di Castello che nella Zona sociale n. 11 di Narni). La scelta, tra i 7 ospedali umbri di base, di quello della MVT in Pantalla di Todi come ospedale regionale dedicato interamente all’emergenza Coronavirus ha comportato e continua a comportare la completa privazione dei servizi ospedalieri in un’intera Zona sociale che dovrà restare scoperta per mesi, creando non pochi disservizi e sacrifici o rinunce per i suoi abitanti e in particolare per quelli più deboli.

Le Istituzioni pubbliche e le forze politiche della Media Valle del Tevere, specialmente quelle di maggioranza, dovrebbero immediatamente “premere” sul nuovo Governo regionale al fine di individuare una soluzione diversa e meno impattante sui bisogni e sui diritti dei cittadini per far fronte ad eventuali emergenze sanitarie future, senza attendere l’arrivo del probabile ritorno di quella attuale fin quando mancherà un idoneo vaccino e ritrovarsi di nuovo a decidere in emergenza.

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La celebrazione della Messa ad Ammeto e i problemi che ne sono derivati.


Ha destato clamore e dibattito la notizia, e il relativo video, di una Messa della Domenica delle Palme celebrata nella Chiesa di Ammeto da un sacerdote della Diocesi.

Purtroppo non si può non rilevare che il celebrante, o chi ha deciso la celebrazione, non ha tenuto conto di quanto prescritto dal Ministero degli interni. A tal proposito va ricordato quanto scritto dal suddetto ministero , dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, al sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana, che ribadisce, tra l’altro, le seguenti prescrizioni:

….le celebrazioni liturgiche non sono in sé vietate, ma possono continuare a svolgersi senza la partecipazione del popolo…

… il numero dei partecipanti si riti della Settimana Santa  e alle celebrazioni similari non potrà che essere limitato ai celebranti,  al diacono, al lettore, all’organista, al cantore e agli operatori per la trasmissione…

Il video pubblicato e che ha avuto un gran numero di visualizzazioni ha apparentemente mostrato che le prescrizioni del Ministero degli Interni  non sono state seguite. E questo ha provocato un gran numero di scritti e anche di proteste, anche da parte del mondo cattolico.

a tal proposito va anche ricordato che proprio nei giorni scorsi, la proposta di Salvini di dare libero accesso alle celebrazioni nel giorno di Pasqua  ha dato seguito a numerose puntualizzazioni e al netto rifiuto di autorevoli rappresentanti della Chiesa; ricordiamo, fra tutte, la presa di posizione del Cardinale di Bologna Zuppi: tutti hanno ribadito che la Chiesa vuole rispettare le prescrizioni dell’autorità civile italiana.

Difficile quindi costruire una difesa della celebrazione pubblica  di Ammeto.  Ma  va ricordato che l’isolamento ha fatto scoprire in tante persone il desiderio di essere partecipi di un momento religioso e di preghiera in comune. Questo spiega forse la grande quantità di visualizzazioni di video della messa quotidiana; e non ci riferiamo solo alle messe del Papa da Santa Marta ma anche a quelle di luoghi vicini a noi, quali la messa di Colvalenza che ha sempre un notevole numero di partecipanti in streming.  

TOSAP, pubblicità e TARI, dal Comune di Todi facilitazioni per le attività in difficoltà a causa del Coronavirus

Il comunicato del comune di Todi

Come ripetutamente annunciato in questi giorni dal Sindaco Antonino Ruggiano, l’Amministrazione Comunale di Todi mette mano a provvedimenti concreti per facilitare le attività chiuse o comunque in difficoltà per le restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus. Dopo la esenzione del pagamento di tutti i servizi scolastici per il periodo di chiusura, si è infatti provveduto a escludere il pagamento dei canoni degli esercenti che sono in affitto in locali comunali.

Oggi, continuando sulla scia dell’aiuto all’imprenditoria, la Giunta Comunale ha varato oggi proposte relative a revisioni riguardanti la TOSAP (Tassa di Occupazione del Suolo pubblico), l’Imposta di Pubblicità permanente e la TARI (Tassa Sui Rifiuti).

La volontà dell’Amministrazione Comunale va dunque nella direzione di esentare, per l’intero anno 2020 la TOSAP permanente e l’Imposta di Pubblicità permanente, per le attività,  regolarmente autorizzate, rimaste chiuse sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale e conseguenti DPCM ed ordinanze adottati in loro attuazione a seguito di epidemia Coronavirus COVID-19.

In buona sostanza, chi ha dovuto rimanere chiuso per la pandemia da coronavirus e paghi al Comune una tassa comunale, come TOSAP e Imposta sulla pubblicità, non pagherà assolutamente nulla per tutto il 2020.

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CONNESI DONA 1.500 MASCHERINE AI FAMILIARI DELLA GUARDIA DI FINANZA


Dall’impresa di servizi fonia e internet un gesto di vicinanza a chi è impegnato nell’emergenza . Il generale Lipari “Auspico una forte collaborazione con la sana imprenditoria umbra”

(AVInews) – Perugia, 2 apr. – In questo momento di grande difficoltà per il Paese un’altra azienda umbra ha voluto dimostrare la propria responsabilità sociale sostenendo chi è in prima linea nell’emergenza Coronavirus. Connesi, azienda specializzata nella fornitura di servizi di fonia e internet su fibra ottica, ha infatti consegnato 1.500 mascherine al generale Benedetto Luciano Lipari, comandante regionale della Guardia di finanza. Questa donazione è destinata, in particolare, ai familiari dei militari impegnati nelle strade umbre in questi giorni così difficili. “Abbiamo voluto essere vicini, non solo moralmente – ha commentato il direttore marketing di Connesi Fabrizio Minelli –, a chi rischia ogni giorno la propria salute per fare in modo che si possa uscire il prima possibile da questa situazione. Venire incontro alle esigenze dei familiari dei militari significa anche dare loro più tranquillità nello svolgimento del loro lavoro”. “Siamo molto lieti di questa donazione – ha detto il generale Lipari –. Ci auguriamo che questo gesto sia di auspicio per una sempre più stretta collaborazione tra la Pubblica amministrazione e le forze imprenditoriali sane dell’economia locale”.

Oltre alla donazione di mascherine, ai militari della Guardia di Finanza dell’Umbria che ne faranno richiesta, Connesi ha voluto offrire i propri servizi a un costo particolarmente vantaggioso.

Dottor Paolo Parasecolo:”Le Aggregazioni Funzionali Territoriali-AFT non sono un semplice ‘ricettificio”

Non sono un lettore abituale di  quotidiani online, per cui su sollecitazione di alcuni attenti lettori ho visto solo oggi le riflessioni del Vice Sindaco in merito alle AFT ed in qualità di Coordinatore della locale AFT credo opportuno proporre alcune mie considerazioni.

Le Aggregazioni Funzionali Territoriali nascono come prosecuzione del Patto della Salute 2014-2016 ( intesa Stato-Regioni 10/7/14) che istituisce le UCCP e le AFT quali forme organizzative della medicina convenzionata integrata con personale del SSN come previsto dal comma 2 della legge 189/2012 per l’erogazione delle cure primarie.

Per offrire ai cittadini un’assistenza sanitaria continuativa e capillare sul territorio,nell’arco dell’intera giornata,in Umbria (D.G.R.U. n.903 dell’1/07/2018 e DDG n. 1776 del 29/12/2017) è stata attivata una nuova forma organizzativa delle cure primarie attraverso le AFT.

Lo scopo principale per cui nascono era che nelle AFT il cittadino potesse ricevere visite mediche,prestazioni diagnostiche semplici,medicazioni,terapie iniettive,prescrizioni di farmaci,visite specialistiche ed esami strumentali e certificazioni. Coloro che sono affetti da una malattia cronica,dovrebbero trovare nella AFT di riferimento il medico e l’infermiere di famiglia,insieme ai terapisti della riabilitazione e agli psicologi in grado di programmare le terapie e gli accertamenti necessari. Nel caso di ricoveri,le AFT devono collaborare con i nosocomi per eventuali dimissioni protette.

Il medico e l’infermiere di territorio possono inoltre offrire ai cittadini consigli utili per un corretto stile di vita e per rendere le persone sempre più responsabili nei confronti della loro salute.

Fin qui gli intenti dichiarati al momento della istituzione,poi all’atto pratico,complici i cambi nell’organigramma sanitario e politico regionale prima, l’emergenza Covid 19 poi,tale strutturazione è rimasta fino ad oggi sulla carta.

Le funzioni proprie di questo modello organizzativo diventano quindi,a mio avviso,FONDAMENTALI proprio per contrastare attraverso la “Medicina del Territorio” l’incidenza del costo per la gestione dei pazienti affetti da malattie croniche, che è ormai vicino al 70% della spesa complessiva. L’incremento di queste patologie rende la cronicità un’emergenza di grande impatto strategico al quale si può rispondere solo con strutture complesse quali le AFT perfettamente a regime e funzionanti.

Questo dunque il ruolo fondamentale della nuova organizzazione della Medicina del Territorio e non semplice “ricettificio !”

Paolo Parasecolo

Le polemiche sull’ospedale e sul pronto soccorso: DIAMOCI UNA DATA

Le considerazioni di Radioaut

Così è andata da noi, nel Comprensorio della Media Valle del Tevere: l’Assessore Regionale alla Sanità, in forza di una situazione di vera e netta emergenza epidemica, sotto il peso delle sue responsabilità, tra le altre disposizioni, ha individuato l’Ospedale di Pantalla come COVID DH, in ciò dando ovviamente (altrimenti si sarebbe dato il via ad un fatto epidemico in loco) per scontato la chiusura di tutti gli altri servizi preesistenti in una realtà ospedaliera nuova peraltro. Sulla sostanza solidale della scelta nulla da eccepire, sulla forma si, invece, e per due buoni motivi: intanto che non sia mai stato elaborato un Piano complessivo Regionale anche di prospettiva, che indicasse gli aspetti tecnici e/o scientifici attuali, lo stato anche soltanto presumibile e le proiezioni del fenomeno epidemico anche in rapporto ai territori, una analisi ragionevole costi/benefici ed, infine una serie di confronti funzionali di dati tra i vari Presidi Regionale che giustificasse la presa di posizione.

Nulla di tutto ciò e soltanto mere giustificazioni geopolitiche, le quali, tra l’altro, argomentate in maniera anche confusa, hanno fatto impallidire, a fronte dei disagi, lo slancio solidaristico della nostra comunità.

Ma Mele e Ruggiano (cito i due più rappresentativi) avrebbero dovuto non solo darsi da fare su questo versante ma anche, considerando con i piedi per terra che non si poteva in quel momento ragionevolmente tracciare un progetto pluriennale, almeno richiedere con forza che si decidesse una data precisa, a distanza di tempo (sei mesi? Un anno?), nella quale i Sindaci, tutti, del C.M.V.T. Si potessero incontrare con i loro tecnici, con l’Assessorato Regionale e con le Associazioni dei cittadini per fare due cose: una presa d’atto e disamina dei dati non solo specifici (a che punto sta l’epidemia da noi? Ed il livello del disagio dei cittadini? Ma anche, perché no, che impatto abbiamo avuto sul sociale e sul terreno economico?) e, se possibile, iniziare a configurare una via di uscita progettuale dalla emergenza, con quello che ad oggi ci pare quasi impossibile, cioè un RITORNO ALLA NORMALITA’, fatto di priorità e scadenze precise.

A noi, chissà perché ci scappa di indicare il 31 dicembre c.a. e non se ne parli più!? Fino ad allora, tenuto conto che questo qua non è né può essere un Appello, di quelli siglati a chiare lettere, controfirmati da note personalità, etc, semplicemente perché non siamo all’altezza, ci sentiamo di considerarla una sollecitazione (e indicatela ‘sta data, forza, che serve anche a Voi, pensateci) che rivolgiamo a Quanti sopra ed anche, da Tuderti al Generale Ruspolini, molto“sul pezzo” in questi tempi bui ed alla Consigliera Peppucci, invece piuttosto in ombra.