Aiello: battersi per l’ospedale di Pantalla.

Ci sono battaglie che devono essere combattute, al di la i chi le propone nell’interesse esclusivo della comunità e la battaglia per l’ospedale è una di quelle.

In questi giorni molte forze politiche, sindacali ed i sindaci della media valle del Tevere si pongono, giustamente, il problema del futuro dell’ospedale della media valle del Tevere. 

Siamo stati ormai abituati che non esiste cosa più duratura che le realizzazioni provvisorie; dunque per molto tempo ci dovremmo abituare a non avere più un ospedale.

Ci sono battaglie che devono essere combattute, al di la di chi le propone nell’interesse esclusivo della comunità e la battaglia per l’ospedale è una di quelle.

Non mi interessa chi la propone, non mi interessa chi ha sacrificato il nostro ospedale, mi interessa soltanto sapere chi è pronto a difenderlo.

In questi giorni vedo molte persone preoccupate giustamente per il futuro del nostro ospedale, rivedo vecchi amministratori, ma sempre giovani nello spirito, promotori di iniziative per l’ospedale.

Contemporaneamente vedo vecchi amministratori, ma giovani anagraficamente, utilizzare vecchie logiche di partito per massacrare definitivamente un territorio.

Un mio vecchio maestro mi ha insegnato che se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o lui non vale nulla,  dunque abbandoniamo le prese di posizione partitiche e scendiamo in piazza per l’ultima battaglia decisiva per il nostro territorio.

Una comunità ha diritto ad avere dei servizi essenziali, l’ospedale è uno di quei servizi indispensabili.

Il silenzio assordante di chi ha la possibilità di agire fa crescere le incertezze sul futuro del nostro ospedale.

Le scelte effettuate per l’emergenza, non devono essere l’alibi per cancellare l’ospedale.

Oggi si può tranquillamente stabilire il nuovo spartiacque tra chi sovrappone logiche vecchie e partitocratiche agli interessi legittimi del popolo e chi si batte per il ripristino dei servizi essenziali di una comunità.

Ben vengano, dunque, tutte le iniziative per tutelare il nostro ospedale. Ricordo solo a me stesso che siamo passati da chi qualche mese fa si batteva per il potenziamento dell’ospedale, con i risultati oggi sotto gli occhi di tutti, a chi oggi deve difendere con i fatti e non con le parole la sopravvivenza dello stesso.

Oggi si scopre che l’ospedale si trova in una posizione strategica tra Perugia e Terni, dunque ottimo posto per realizzare il centro Covid19, ma per la stessa motivazione dico che questo territorio merita rispetto, che questo ospedale, nato male e cresciuto peggio, oggi deve avere il ruolo di ospedale di comunità che il territorio merita, dopo anni di saccheggio dei principali servizi alla città.

Non ci possiamo fare illusioni nel breve periodo perché la scelta già fatta, forse troppo affrettatamente, di fare dell’ospedale di Todi un centro Covid difficilmente potrà essere smantellata, non certo finché permane l’emergenza, è però essenziale, fin da subito, conoscere quali saranno le future scelte e, soprattutto, vigilare ed evitare che personaggi senza scrupoli possano approfittare della situazione per potenziare le strutture a loro territorialmente vicine a discapito di chi, con grande e forse troppa generosità, ha agito per un interesse comune, dimenticando che altri tale visione altruistica l’hanno rifiutata e non l’hanno neppure capita.

Todi è il suo territorio non sono figli di un Dio Minore.

Todi, 25 aprile 2020

Antonio Aiello