“TODI CITTÀ DEL LIBRO” NASCONDE UNA KERMESSE SOVRANISTA E DI ESTREMA DESTRA.

Comunicato del PD

Siamo costretti a denunciare l’ennesima genialata partorita dall’amministrazione Ruggiano, egemonizzata dalla destra più retriva e nostalgica, in grado di compromettere, ancora una volta, l’immagine della nostra città.Apprendiamo, infatti, che si terrà a Todi, dal 17 al 20 giugno, un nuovo “festival letterario” (anzi, “IL festival letterario” di Todi, recita il sito della manifestazione). Tutto bene, se non fosse che dietro l’esposizione di stand di case editrici sulle piazza ed un concorso letterario si nasconde, in realtà, una kermesse per dare spazio, voce e visibilità alle peggior voci dell’”intellettualità” sovranista e di estrema destra. Stiamo parlando, tra gli altri, di Paolo Bargiggia (volto del giornalismo sportivo vicino a Casapound), di Alessandro Meluzzi (di cui possiamo apprezzare spesso su Rete 4 i deliri in fatto di vaccini, droghe e gender), di Marco Gervasoni (accademico allontanato dalla Luiss perché dichiaratosi a favore del bombardamento delle navi dei migranti, nonché noto misogino) e di Costanza Miriano (autrice del capolavoro letterario “Sposati e sii sottomessa”).La manifestazione in questione ha ricevuto il patrocinio di ben tre enti: Comune di Todi, Consiglio Regionale dell’Umbria ed Etab. Non solo, ma il nostro Comune, con deliberazione di Giunta n. 21 del 28 gennaio scorso, oltre alla concessione del patrocinio e dell’uso del logo della città di Todi, ha pure accordato la disponibilità alla concessione di un contributo economico, previa verifica di bilancio.La domanda che dobbiamo porci ora è: chi c’è dietro “Todi Città del Libro”? Dalla delibera comunale si evince come il patrocinio sia stato richiesto dall’associazione Castelli di Carta di Cernusco sul Naviglio, un’entità che sembra esistere – permetteteci il gioco di parole – solo sulla carta. Volessimo pensare male ci verrebbe da dire che, guarda il caso, proprio a Cernusco sul Naviglio ha sede la casa editrice vicina a Casapound Altaforte, con tanto di libreria che è spesso teatro di manifestazioni nostalgiche a base di saluti romani e cori fascisti (vedasi articolo di Paolo Berizzi su “La Repubblica” del 21 dicembre scorso).Stiamo parlando di una casa editrice espulsa dal Salone del Libro di Torino del 2019 e diretta dal pregiudicato Francesco Polacchi, un’istituzione della galassia di estrema destra col suo marchio di abbigliamento Pivert e con un curriculum giudiziario ricco di accoltellamenti, bastonature e lesioni varie.Il Polacchi è anche un noto estimatore di Mussolini, reputato “il miglior statista italiano” (lo disse in una puntata de “La Zanzara”). Chissà che pensa in proposito il sindaco Ruggiano, il quale, recentemente, in Consiglio comunale, ha definito il Duce “dittatore sanguinario”. Sindaco, le pare appropriato concedere patrocinio e finanziamento a gente del genere? Per quanto tempo ancora i tuderti dovranno bersi la favoletta del sindaco moderato ed europeista? Compia un atto di (doveroso) coraggio e ritiri il patrocinio a questa manifestazione, se crede davvero nei valori della Costituzione repubblicana ed antifascista e non vuole far fare l’ennesima figuraccia alla nostra città.Un accenno finale, poi, al patrocinio del Consiglio Regionale dell’Umbria. Sempre perché siamo mal fidati, ci sembra di scorgere, dietro questa operazione, un asse di ferro Ranchicchio-Squarta. Sarà un caso che Casapound, ultimamente, pare aver abbondato Salvini per scommettere sulla Meloni? Ai posteri l’ardua sentenza, mentre sulle mancanze del presenzialista assessore alla cultura torneremo molto presto.
PARTITO DEMOCRATICO TODI

Dal PD di Todi. QUEL FASTIDIO CHIAMATO OPPOSIZIONE.


Apprendiamo col sorriso di essere stati definiti produttori di “farneticanti dichiarazioni” e “stupidi”, rispettivamente, dal coordinamento di Forza Italia e dal vicesindaco Ruspolini. Tralasciando le goffe considerazioni dell’ultima ridotta dei giapponesi (perché ciò è, ormai, la Forza Italia locale), capace di intervenire nel dibattito cittadino solo per emettere zuccherosi panegirici dedicati al sindaco (“è un bel sindaco! Un santo! Un apostolo” per citare Fantozzi) e all’assessora Baglioni, ci concentriamo sugli appunti mossi dal sommo statista leghista.È un fatto inoppugnabile, caro vicesindaco, che il punto vaccinale che aprirà lunedì prossimo a Ponterio lo farà con grande ritardo rispetto all’avvio della campagna vaccinale della regione Umbria, cominciata il 22 febbraio, oltreché  a parecchia distanza di tempo dai suoi pronostici e dai suoi annunci, smentiti impietosamente dalla cruda realtà dei fatti.Che sia chiaro: la responsabilità di questo penoso arrancare dietro le scadenze è tutta addebitabile a Ruggiano & company. Infatti, è stato proprio il sindaco che non si è preoccupato di organizzare il punto vaccinale nel nostro territorio quando era tempo, come ha fatto invece fatto il primo cittadino di Marsciano (che peraltro non gode certo delle nostre simpatiche politiche).Il Piano regionale di vaccinazione, infatti, è stato approvato il 31 dicembre 2020 (dgr n. 1319 del 31.12.2020). I comuni hanno avuto tutto il tempo di attivarsi tra gennaio e febbraio per realizzarlo mettendo a disposizione locali e interfacciandosi con la direzione del distretto sanitario. Il sindaco Mele lo ha fatto, Ruggiano no. Lo ha ammesso candidamente lo stesso Ruggiano il 28 febbraio scorso di non sapere nulla, scaricando maldestramente la colpa sulla struttura amministrativa dell’Ausl.Questo ha portato all’enorme ritardo con cui verrà aperto il punto vaccinazioni di Todi, quando ormai gli ultra ottantenni hanno quasi tutti fatto anche la seconda dose. Il plauso quindi non va ad un’amministrazione pasticciona e inconcludente, ma ai volontari che si sono messi a disposizione per garantire questo servizio alla comunità.Infine, è doveroso ricordare che ciò accade perché l’unico posto veramente adatto per l’attività di profilassi vaccinale sarebbe stato l’ospedale di Pantalla, chiuso, però, da più di un anno senza che la premiata ditta Ruggiano-Ruspolini (cui va aggiunta la consigliera Peppucci) abbiano mosso un dito.Caro vicesindaco, non crediamo ve lo abbia prescritto il medico, a lei e alla consigliera Peppucci, di fare annunci quotidiani con tanto di selfie sull’apertura del centro vaccinazioni. Visto, però, che vi siete così incautamente esposti, è dovere di una forza d’opposizione rilevare la vostra inconcludenza. È la prassi democratica, si rassegni.Per lei ogni atto di ordinaria amministrazione è un successo da celebrare con tanto di fanfare, mentre ogni intoppo è colpa dei burocrati cattivi. Ogni critica mossa al suo operato la vede come frutto di pregiudizi ideologici. Ci sarebbe piaciuto che avesse ragionato così anche sull’ospedale di Pantalla, togliendosi la casacca leghista e criticando l’operato della giunta Tesei. Non lo ha fatto, perché lei si ricorda di fare fronte comune solo quando le conviene.Noi del Partito Democratico, fin dall’inizio dell’emergenza pandemica, ci siamo posti in modo dialogante e propositivo. Senza le nostre denunce, peraltro, ispirate dalle lamentele di numerosi cittadini (anche non elettori di centrosinistra), probabilmente il punto vaccinazioni a Todi non lo avreste nemmeno attivato.Abbiamo ricevuto in cambio solo sarcasmo di bassa lega e becera ironia. Lei ha citato Oscar Wilde per attaccarci. Non pensavamo che uno scrittore socialista e libertario, finito in carcere per sodomia, fosse tra i suoi riferimenti intellettuali. Le rispondiamo proprio con una sua citazione da il “De Profundis”, che riteniamo molto appropriato dedicare a lei: “il peggior vizio è la superficialità”.
PARTITO DEMOCRATICO TODI–

RIPRENDERE IL FILO DELLA SOSTENIBILITÀ: TODI ADERISCA ALLA “RETE DEI COMUNI SOSTENIBILI”

Un comunicato dell’esponente PD Tuderte Umberto Magni

Nelle scorse settimane è stata presentata la “Rete dei Comuni sostenibili”, promossa da Ali (Autonomie locali italiane) assieme alla propria società di servizi Leganet e all’associazione Città del Bio. Scopo del progetto in questione, unico in Europa, è far sì che le città possano contribuire al raggiungimento dei 17 “Obiettivi di sviluppo sostenibile” e delle linee guida del “Benessere equo e sostenibile” (Bes) a livello locale.

Le Nazioni Unite e l’Unione Europea, con gli Obiettivi sopra menzionati e con l’Agenda 2030, si sono poste la prospettiva di migliorare la qualità dell’ambiente, di accrescere la compatibilità dell’uso delle risorse naturali da parte dell’umanità, di incrementare la qualità della vita nelle zone urbane, di correggere errori e addrizzare le traiettorie più distorsive nel rapporto tra genere umano ed ecosistemi. L’Italia, seguendo le indicazioni di Onu e Ue, si è dotata di 12 obiettivi del Benessere equo e sostenibile (Bes), anch’essi misurabili tramite indicatori monitorati costantemente, inseriti ogni anno all’interno del processo di definizione delle politiche economiche e dell’iter della manovra di bilancio dello Stato, per orientare le scelte di fondo e l’indirizzo per l’intera Pubblica amministrazione.

Nel quadro internazionale e nazionale poc’anzi delineato, alle città e ai comuni è riconosciuto un ruolo determinante per il contributo che possono dare al benessere sostenibile delle proprie comunità. È in questo contesto, dove i comuni – visto anche che saranno i principali agenti di spesa nell’ambito del Recovery Fund, le cui risorse sono dedicate per quasi il 40% alla transizione ecologica – possono dare un contributo fondamentale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, che agisce la Rete in questione.

La Rete dei Comuni Sostenibili, infatti, aiuta gli enti locali a pianificare e impostare progetti, a intercettare risorse e finanziamenti, a misurare – tramite circa 150 indicatori – l’efficacia delle realizzazioni. Il tutto facilitato dalla messa in rete di best practices ed idee. Tre le finalità che essa si propone: misurare, tramite indicatori affidabili e aggiornati, elaborati di concerto con Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), l’effetto delle politiche di governo comunale sugli ambiti considerati dal Bes e dall’Agenda 2030; stimolare la redazione di “Piani di azione per il comune sostenibile” (Agenda Locale 2030) e altri strumenti di pianificazione finalizzati a migliorare gli indicatori e, quindi, la qualità della vita e dell’ambiente; accompagnare le istituzioni comunali nella partecipazione a bandi europei, statali e regionali relativi alle politiche della sostenibilità, anche in vista delle nuove linee di intervento europee.

L’adesione al progetto, da formalizzare attraverso una semplice delibera di giunta e il pagamento di una quota pari a 3.000 euro prevista per i comuni da 15.000 a 100.000 abitanti, permetterebbe alla nostra città di riprendere il filo della sostenibilità avviato dalla precedente amministrazione Rossini e non adeguatamente proseguito in questi anni. Basta ricordare, in tal senso, la collaborazione tra Comune e Gse, nell’ambito del programma “Sostenibilità in Comune”, per riqualificazione energetica di Palazzo dei Priori, di Palazzo del Capitano, degli uffici comunali di Piazza di Marte e della quasi totalità dei plessi scolastici. Un investimento complessivo di 1.255.000 euro, lasciato in eredità all’attuale giunta, come prima tappa per arrivare, nel 2040, ad un’economia cittadina libera dalle fonti fossili.

Una visione, dunque, centrata su Todi come territorio vocato a fare da città ideale per individuare politiche e stili di vita sostenibili per il futuro che va ripresa e rilanciata.

UMBERTO MAGNI – PARTITO DEMOCRATICO TODI

Al via lunedì 12 aprile le vaccinazioni Covid nel nuovo Centro di Todi

Espletata tutta la trafila burocratica e organizzativa, l’obbiettivo è stato raggiunto. Lunedì 12 aprile prenderanno il via le vaccinazioni Covid nel nuovo Centro di Todi, ospitato nella palestra della Scuola di Ponterio. Un risultato di grande importanza, che consentirà ai cittadini interessati – i residenti nei comuni di Todi e Massa Martana – di abbreviare notevolmente i tempi previsti per ricevere l’atteso vaccino. Ed un risultato di prestigio per l’Amministrazione Comunale di Todi, visto che si tratta del primo centro vaccinale gestito direttamente da un comune in tutta la Regione Umbria, e uno dei pochissimi in tutta Italia.

L’operatività del centro inizierà comunque prima della data fissata: da giovedì 8 aprile infatti verranno contattati tutti i cittadini in possesso di prenotazioni successive alla data del 19 aprile, con i quali sarà concordato un nuovo appuntamento con tempi di attesa abbreviati.

Chi è in possesso di una prenotazione fino al 18 aprile conserverà quindi l’appuntamento già avuto: del resto si tratta di tempi di attesa ragionevoli.

Una volta esaurito questo nucleo, saranno aperte le prenotazioni per tutti quelli che a tutt’oggi ancora non hanno avuto previsioni per la vaccinazione. Sempre fra i cittadini di Todi e Massa Martana.

                                                                   Amministrazione Comunale di Todi

Nuova delibera triennale per Todi Festival: le perplessità di Todi Civica.

Comunicato di Todi Civica

La giunta comunale, con delibera n. 62 dell’11 marzo 2021, ha espresso parere favorevole a sostenere, anche economicamente, l’organizzazione del Todi Festival per il triennale 2021-2023. Un impegno importante e gravoso – il festival cittadino riceve centina di migliaia di euro di contributi da parte del nostro Comune – che la giunta assume ad un anno dal voto e con cui si impegna il futuro amministrazioni.
Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà ad una manifestazione che ritieniamo abbia concluso il suo ciclo già da qualche anno e, contrariamente ad altre forze politiche che hanno cambiato opinione su questo punto, una volta al governo della città, ancora oggi siamo convinti di questa posizione. Nel pieno rispetto di chi organizza il Festival e senza entrare nel merito della qualità artistica dello stesso, ribadiamo la convinzione che il binomio Todi – Festival appartenga al passato e che, oggi, più che mai, con la crisi pandemica in atto, certe scelte andrebbero ponderate con grande attenzione. Crediamo che investire gran parte delle risorse del Comune in eventi e manifestazioni non sia funzionale al salto di qualità sul pianoforte turistico-ricettivo. Il turismo è cambiato e dopo il covid, cambierà ulteriormente. The orizzonte is a system turistico che not consumi, ma a un fruizione sostenibile e integrata del Paese. Servirà maggiore attenzione verso la natura, sostenere la qualità dei borghi e dei piccoli centri, attraverso il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi. Servirà maggior attenzione al nostro patrimonio diffuso, alla connessione – fisica ma anche virtuale- con i principali città d’arte, e pensare ad una proposta che può unire enogastronomia, made in Italy, cultura e rispetto per l’ambiente.
Servirà continuare a sostenere anche economicamente le attività del territorio, perché la ripresa sarà lenta e la coda della crisi sarà lunga. Serve a città vivibile dai residenti, perché la qualità della vita di un territorio è la sua migliore vetrina.
Strategie che hanno bisogno di investimenti nel medio lungo termine e che, al contrario di tanti eventi e manifestazioni, non si consumano nell’arco di qualche giorno, ma predispongo un territorio ad essere accoglie in ogni stagione.
TODI CIVICA

La città perfetta non esiste: dopo la polemica sull’ascensore.

Intervento di Roberta Marchigiani , coordinatrice di CiviciXTodi

A chi è alla sua guida non si chiede di fare miracoli ma di amministrare in modo responsabile e di averne massima cura.

Ci si aspetta che venga adottata sempre la scelta migliore per la comunità, quella che risponde allo scopo per il quale è fatta e, nel contempo, sia al servizio del bene comune alla cui costruzione collaborano, in modo fattivo, anche i cittadini.

La premessa esemplifica il criterio che ci permette di guardare, con spirito critico e costruttivo, ciò che accade nella realtà tuderte mettendoci all’ascolto dei cittadini, perché insieme a loro vogliamo dare il nostro concreto contributo per  partecipare a quelle scelte.

La lettura critica della questione che, da giorni, tiene banco in città è dentro questo orizzonte. La necessità di un collegamento tra il parcheggio di Porta Orvietana e il centro città è indiscutibile e, visto il knockout dell’ impianto di risalita esistente, va da se’ che occorre trovare soluzioni alternative. Il rimedio, individuato in un ascensore molto costoso (1.700.000 euro) parzialmente finanziato dalla Regione, che avrà un forte impatto visivo, che farà “sbarcare” gli utenti in una zona a traffico limitato la cui percorrenza e’ difficoltosa anche per chi non è portatore di handicap motori, allo stato, non appare una scelta felice, come denunciato da una  parte del mondo politico e anche da molti cittadini.

C’è il serio rischio che vada sprecato un ingente quantitativo di denaro pubblico nella realizzazione di un’opera che non troverà nemmeno collocazione nelle adiacenze del parcheggio e che, probabilmente, verrà utilizzata solo in caso di grande afflusso che nella nostra città si verifica solo in brevi periodi dell’anno.

Continue reading

L’ITALIA DI MEZZO C’È, NON FACCIAMO PASSARE ALTRI SEI ANNI.

Todi Civica ripropone in maniera forte e attuale il tema dell’ Italia di Mezzo.

Nel luglio del 2014, la dott.ssa Anna Mossuto, allora direttore del Corriere dell’Umbria, vergava un editoriale dal titolo : ” Diamo le gambe all’Italia di Mezzo”.
Un articolo – manifesto in cui si poneva una questione  ( sulla quale, nei mesi successivi, si aprì un intenso e partecipato dibattito ) sul ruolo dell’ Umbria, delle regioni del centro Italia e sulla dimensione con la quale avrebbero potuto e dovuto affrontare le sfide future. E la sintesi portava alla necessità di ridefinire, entro un perimetro sovraregionale, le scelte strategiche di settori che, già allora si intuiva,  non aveva più senso gestire a compartimenti stagni o addirittura in contrapposizione; dalla sanità al turismo, dall’agricoltura all’industria, alle infrastrutture, alle politiche sociali e comunitarie. Una visione d’insieme, come si scrisse, per superare i confini geografici, gli individualismi storici, gli ostacoli politici e le resistenze culturali e per approdare ad una visione organica di un territorio, che aveva tutte le condizioni e gli strumenti per parlarsi e fungere da anello di connessione fra il Nord ed il Sud del Paese.
Sono passati sette anni, ci sono state elezioni di ogni genere, cambiamenti e rivoluzioni politiche, trasformazioni ed eventi, che, al tempo, non avremmo nemmeno lontanamente immaginato, ma ( e quando si parla di politica,  in ogni sua declinazione c’è sempre un “ma”!) di quel progetto, che tutti individuarono al tempo come necessario per il rilancio di un area geografica che stava scivolando lentamente e  pericolosamente verso sud, in termini di competitività, capacità infrastrutturale, crescita economica, si sono perse le tracce.
Oggi “Il Messaggero”, a partire da un interessante articolo di Luca Diotallevi, ripreso in un’intervista al Sindaco di Firenze Nardella, ripropone in maniera forte e attuale il tema dell’ Italia di Mezzo. E lo fa con spunti interessanti e    pragmatici come quello del ruolo delle global cities, dei distretti industriali e sanitari, del sistema delle città d’arte e del turismo religioso, sino al grande tema delle infrastrutture e della mobilità. Tutte questioni che oggi, come allora, hanno ragion d’essere e , sicuramente, più d’allora, trovano nel mondo “pandemizzato” uno scenario dentro quale offrire urgenti soluzioni e prospettive da costruire. Ma il dibattito culturale e la capacità di alcuni bravi giornalisti, che è propedeutico all’analisi della realtà e all’individuazione di conseguenti possibili soluzioni,  non si sostituisce alla responsabilità e alla funzione della politica e quindi delle istituzioni. Serve che il dibattito si trasformi in agenda politica e che l’agenda diventi intesa e protocolli fra le istituzioni, individuando tempi, economie, investimenti, azioni, con cui passare dalla teoria alla pratica. Le pagine dei giornali traboccano di buoni propositi che regolarmente vengono fagocitati da una politica che si limita ( quando ci riesce) a gestire il contingente. La crisi del Covid 19 ci impone di rivedere i piani e di smontare quei pochi paradigmi rimasti, rimettendo in discussione l’intero sistema di governo, ad ogni livello. L’Italia di Mezzo esiste e può essere una grande sfida per la nostra regione, ma urge affrontare il tema in maniera tangibile e con obbiettivi concreti, onde evitare, fra altri sei anni, di tornare a parlare di occasioni sprecate.
Floriano Pizzichini
Consigliere Comune di Todi

IL PARTITO DEMOCRATICO DI TODI SOSTIENE IL REFERENDUM CONSULTIVO SUL NUOVO ASCENSORE DI PORTA ORVIETANA

 Non rimaniamo granché sorpresi dalla concezione di democrazia del vicesindaco Ruspolini che, come dimostrano i quattro anni di mandato amministrativo fin qui svolti, scambia spesso e volentieri le istituzioni locali per una caserma e i cittadini per degli inferiori di grado.Dire, come egli ha fatto esprimendosi sulla contrarietà di numerosi cittadini tuderti al nuovo ascensore di Porta Orvietana, che le scelte spettano esclusivamente agli amministratori e che i cittadini potranno esprimersi al momento delle elezioni, bocciando o rinnovando il mandato alla giunta uscente, conferma quanto sopra.Senza dare al nostro vulcanico vicesindaco alcuna lezione di filosofia politica contemporanea, gli ricordiamo sommessamente che soprattutto le scelte locali, proprio in virtù della loro massima vicinanza ai cittadini, hanno bisogno di adattare i propri processi decisionali in modo da soddisfare le mutevoli aspettative di quest’ultimi.Una discussione pubblica, dunque, fatta di dati messi a disposizione dei cittadini e di scambi dialogici tra amministratori ed amministrati è quanto di più necessario per procedere a decisioni che, come il nuovo ascensore di Porta Orvietana, hanno un forte impatto su tutta la cittadinanza. Stiamo parlando di una scelta che segnerà il futuro di Todi, della sua mobilità e dell’accesso al centro storico, con le naturali ricadute del caso su residenti, attività produttive ivi insediate e flussi turistici.La sordità dell’attuale giunta alle esigenze di ascolto dei cittadini tuderti è conclamata. L’abbiamo vista sul nuovo centro commerciale di Ponterio, sull’arredo di Piazza del Popolo (non bastavano i paletti, pure il cassabanco!) e sul concepimento delle nuove restrizioni all’accesso al centro storico.Crediamo, ormai, che la misura sia colma e che non si possa procedere ancora una volta all’ennesimo blitz sulla pelle dei cittadini. Premesso ciò, dopo aver presentato alcune ipotesi alternative con tanto di progetti nemmeno prese in considerazione, il Partito Democratico sostiene la proposta di un referendum consultivo sulla scelta del nuovo ascensore di Porta Orvietana e mette a disposizione le proprie energie ed il proprio impegno a favore di un percorso di coinvolgimento della cittadinanza il più aperto e partecipato possibile.Si dia quindi seguito alla possibilità di referendum consultiva prevista ex art. 48 dello Statuto del Comune di Todi, attivando fin da subito la competente commissione consiliare e procedendo celermente alla redazione del “Regolamento sulla partecipazione” che ne disciplinerebbe lo svolgimento.Vista, poi, la già manifestata contrarietà verso questa scelta di numerosi titolari di attività commerciali ed artigianali del centro storico, auspichiamo che anche Confcommercio, attraverso la sua presidente, possa prendere presto posizione in merito, vista la crucialità della questione in ballo.   PARTITO DEMOCRATICO DI TODI

Gli auguri pasquali dell’amministrazione comunale

REGOLAMENTO CITTADINANZA ONORARIA: “A PENSAR MALE SI FA PECCATO, MA SPESSO CI SI AZZECCA!”

Comunicato del PD sulla proposta di cittadinanza a Liliana Segre

Più di un anno fa come gruppi di opposizione chiedemmo di iscrivere all’ordine del giorno del Consiglio comunale il riconoscimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre. All’epoca chiedemmo anche il rinvio della seduta a quando fosse stata possibile la presenza del pubblico. Purtroppo questa possibilità, a distanza di un anno, è ancora non prevedibile, a causa della pandemia e non lo sarà ancora per molto tempo. Per questo abbiamo chiesto la riconvocazione del Consiglio Comunale rinviato. Ma, arrivati a questo punto, il Sindaco e la sua maggioranza hanno sentito la necessità impellente di dare a Todi un regolamento che preveda che per riconoscere la cittadinanza onoraria a una persona non iscritta all’anagrafe della città sia necessario essere “ritenuto legato alla città per il suo impegno e per le sue opere”.
Abbiamo contestato nel merito la proposta già in conferenza dei Capigruppo, perché il principio posto in essere impedirebbe il riconoscimento della cittadinanza onoraria a chi pur avendo meriti altissimi non fosse “legato” alla nostra città. Riconoscere questa onorificenza a qualcuno significa infatti scegliere di legare il nome di Todi ai meriti di una persona che abbia eccelso nell’ambito sociale, culturale o delle professioni, non il contrario. È stato così per il riconoscimento della cittadinanza di Todi a Chiara Lubich, per il suo impegno nel sociale secondo principi e valori condivisi dalla nostra comunità, lo è stato anche per Beverly Pepper, artista di fama internazionale, la cui opera ha un valore che non ha confini territoriali e che ha permesso a Todi di aprire i suoi confini al mondo. Abbiamo fatto presente che una tale previsione impedirebbe di riconoscere la cittadinanza tuderte a chi scoprisse la cura contro il cancro, se quella persona non avesse un qualche “legame” con la città. Una cosa obiettivamente contraddittoria con il principio del riconoscimento della cittadinanza onoraria. Inoltre abbiamo segnalato che una tale proposta nel regolamento poteva far nascere il sospetto che fosse la volontà di predisporre gli atti per non dover riconoscere la cittadinanza proprio a Liliana Segre. Abbiamo pensato male? In una excusatio non petita il Sindaco, nell’illustrare il punto all’ordine del giorno, essendo a conoscenza della discussione nella capigruppo, si è giustificato spiegando che l’approvazione dell’atto non avrebbe avuto conseguenze nella discussione del prossimo consiglio, perché per allora il regolamento non sarà ancora entrato in vigore. Ma come mai, abbiamo chiesto, se così è, non si è posticipata l’approvazione di questo regolamento ad un momento successivo alla decisione sul riconoscimento della cittadinanza alla Senatrice Liliana Segre? Ma alla nostra richiesta di rinviare l’approvazione al prossimo consiglio o, in subordine, di emendare la proposta togliendo la frase sul legame con la città, è stato tutto un levare di scudi! Come chi, colto in fallo, lancia la palla in tribuna sollevando un gran polverone per confondere le acque, così da parte del Sindaco e di alcuni esponenti della maggioranza (i soliti) è stato tutto un fiorire di accuse ai membri dell’opposizione rei di voler strumentalizzare la figura di Liliana Segre (donna degna di grande rispetto perché ha amato tutta la vita un uomo che per combattere i comunisti ha aderito al MSI!) e il riconoscimento della cittadinanza come quando la si riconosceva a Mussolini o a Tito. Non stiamo scherzando, hanno proprio detto così! Davvero! Noi abbiamo ribadito che la discussione nel merito sul senso della proposta di riconoscere la cittadinanza a Liliana Segre la faremo nel consiglio convocato ad hoc, per il momento aspettiamo di vedere cosa farà la maggioranza allora, se, come pronosticato dal Sindaco, approverà la nostra proposta o meno! Ad oggi, purtroppo, dobbiamo prendere atto che il loro voto favorevole ad un regolamento che limita così fortemente la possibilità di riconoscere la più alta onorificenza che la città possa riconoscere è un altro danno per Todi ad opera dell’amministrazione guidata da Ruggiano!

Gruppo consiliare PD Todi