LA RICERCA DELLA MODERNITÀ – OPERE DAL DIVISIONISMO AL FUTURISMO

 

“La ricerca della modernità. Opere dal Divisionismo al Futurismo”, questo il titolo della mostra ospitata dal 22 febbraio negli spazi della Galleria Russo di Roma, rappresenta un interessante spaccato della pittura italiana del ‘900, dalle suggestioni crepuscolari alle avanguardie fino alle derivazioni più mature del Futurismo. Un viaggio all’interno di uno dei movimenti più originali, osservato attraverso i suoi protagonisti più o meno noti, che muove da quattro capolavori che preludono al  movimento futurista: il ritratto di Duilio Cambellotti eseguito da Giacomo Balla ed intitolato Il cesellatore (1905), l’Autoritratto con cappello realizzato nel 1904, La falsa civiltà da Duilio Cambellotti (1905-1907) emblema della forza della denuncia sociale. Lo splendido Controluce di Umberto Boccioni, eseguito nel 1910, rappresentazione prototipica della poetica divisionista, proveniente dalla Collezione Guggenheim di Venezia e presente già nella collezione di Margherita Sarfatti.

Il percorso espositivo, sviluppato per decadi, prosegue con opere di Balla, di cui si ammira un’affascinante Velocità su carta (1913) o lo scenografico Canto patriottico in Piazza di Siena del 1915, di Boccioni del quale è esposta una raccolta di rare tempere ed incisioni eseguite entro il 1907, e poi ancora Severini con la Natura morta davanti a una finestra del 1928, ed opere di Gerardo Dottori, Carlo Erba, Enrico Prampolini, Carlo Carrà, Antonio Marasco, Arnaldo Ginna, Thayaht.

In mostra anche artisti meno noti al grande pubblico, ma con un’importante risonanza nel panorama artistico di quegli anni: Alessandro Bruschetti, Osvaldo Peruzzie, Cesare Andreoni, Vladimiro Tulli e Leandra Angelucci Cominazzini.

Il racconto espositivo termina con alcune rilevanti testimonianze, successive agli anni quaranta del secolo, come quelle di Gerardo Dottori a riprova del fascino mai sopito che le avanguardie hanno avuto nella storia della pittura italiana del ’900.

Nel testo introduttivo al catalogo che accompagna la mostra, edito da Manfredi Edizioni (Imola),Fabio Benzi scrive: Da decenni dedico studi al Futurismo e ai suoi artisti, e continuamente scopro fatti, prospettive, documenti nuovi. Nella storia dell’arte è così: anche su momenti primari, come il Rinascimento o il Barocco, non si cessa di scavare e approfondire, scoprire; tuttavia, nonostante la ricchezza di contributi sul movimento e il discreto lasso temporale che ce ne separa, stupisce sempre quanto il Futurismo nasconda in sé ancora ricchezze e risvolti davvero straordinari”. 

Massimo Duranti, sempre nel testo in catalogo, sottolineando l’importanza di alcuni protagonisti meno di spicco, scrive: “questa esposizione dà spazio anche a brani pittorici e scultorei di figure meno note dell’avventura futurista esplorando, i “Luoghi del Futurismo”. Che erano animati non solo dal gruppo ristretto dei protagonisti, assidui alla corte romana di Marinetti e spesso compagni delle sue peregrinazioni per l’Italia e l’Europa, ma soprattutto da giovani e giovanissimi adepti che si esprimevano più che altro in provincia, ma non per questo mancanti di talento e invece protagonisti di originali interpretazioni dei canoni futuristi”. 

L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 15 marzo 2018.

GLI STUDENTI DELL’ITTS VOLTA A SCUOLA DI IMPRESA CON FEDERMANAGER

 

Dalla scrivania e dallo stabilimento ai banchi di scuola dell’Istituto tecnico tecnologico statale (Itts) ‘Alessandro Volta’ di Perugia. Federmanager Perugia, associazione che rappresenta i dirigenti delle imprese industriali e dei servizi della provincia, ha predisposto insieme all’Itts ‘Volta’, avvalendosi dei propri associati manager come docenti e testimoni, il progetto di formazione ‘Gli studenti incontrano i manager’, nell’ambito delle esperienze inerenti l’alternanza scuola-lavoro. Attraverso un percorso formativo di cinque giornate l’iniziativa ha inteso avvicinare gli studenti al mondo dell’impresa, affrontando anche tematiche di carattere pratico e di sicuro interesse per studenti che a breve si troveranno alla ricerca di un’occupazione. L’iniziativa, che ha interessato, da lunedì 19 a venerdì 23 febbraio, più di 320 studenti delle quinte classi dell’Istituto di tutte le specializzazioni, è stata presentata da Rita Coccia, dirigente scolastico dell’Itts Volta e Roberto Peccini, presidente di Federmanager territoriale di Perugia.

L’intervento si inserisce nel quadro previsto dal decreto ministeriale ‘Buona Scuola’, che impone agli studenti delle scuole tecniche di secondo grado, a partire dal terzo anno, di sostenere 400 ore di formazione in ambito lavorativo. “La scuola – ha commentato Rita Coccia, dirigente scolastico dell’Itts Volta – è molto impegnata sull’alternanza scuola-lavoro, attività che noi svolgevamo da prima dell’avvio della legge 107 del 2015. Con questo importante progetto sviluppato con la Federmanger siamo riusciti a offrire ai nostri studenti una formazione di un’intera settimana con presenze di manager importanti delle nostre aziende umbre, che ringrazio per la disponibilità”.

Durante il corso, guidati dai manager, i ragazzi hanno dunque avuto modo di approfondire diversi argomenti tra cui processi di recruting in azienda, il modo in cui costruire il proprio curriculum, come prepararsi e presentarsi a un colloquio di selezione. I manager che hanno portato le loro testimonianze vantano esperienze di lungo corso in imprese di standing nazionale e internazionale quali Angelantoni, Financo, Ibm, Luisa Spagnoli e Nestlé. Sono state anche affrontate tematiche di gestione d’impresa, come i processi della Supply Chain dall’approvvigionamento alla logistica, la gestione delle scorte, la rilevanza strategica dei dati aziendali fino al ruolo di ricerca e innovazione. A completamento del ciclo ha portato la sua testimonianza ai ragazzi dell’Itts ‘Volta’ di Perugia anche l’imprenditore Pietro Tacconi, Ceo del gruppo Fonderie Officine Meccaniche Tacconi. Il progetto fornisce contributi importanti per facilitare il raccordo tra scuola e impresa nell’ottica di un lavoro comune che possa migliorare l’occupabilità dei giovani. Il percorso ha visto anche uno spazio dedicato alla formazione dei docenti delle discipline dell’area professionalizzante dedicata ai temi dell’Industria 4.0, articolata in due pomeriggi, sempre a cura di Federmanager. “Un fatto estremamente importante – ha concluso Rita Coccia –  perché riusciamo ad avere formazione per i professori proprio su Industria 4.0 che è il focus, in questo momento, di tutte le aziende”.

Ordinanza sindacale:lunedì 26 febbraio nel territorio del Comune di Todi chiusura delle scuole di ogni ordine e grado

Assemblea pubblica sul nuovo centro commerciale di Ponterio.Iniziativa di Todi Civica e Movimento Tuderti Cinque Stelle

 

Alla presenza di una significativa rappresentanza di commercianti e cittadini e con la ingiustificata e ingiustificabile assenza dell’amministrazione comunale, si è tenuta l’assemblea pubblica sul nuovo centro commerciale di Ponterio. Alle forze politiche promotrici dell’iniziativa, Todi Civica e Movimento Tuderti cinque stelle, si è aggiunto anche il contributo del segretario comunale e del Capogruppo del Partito democratico. Presente anche un rappresentante dell’associazione commercianti di Todi. Nel corso del dibattito, moderato da Elio Andreucci, sono emerse le forti perplessità sul provvedimento e la necessità di valutare con maggiore attenzione la questione, considerando le gravi conseguenze che questa potrebbe avere per tutti i commercianti tuderti e per il tessuto socio – economico cittadino. L’assenza di programmazione e la mancanza di una visione complessiva della città portano a sovrapporre iniziative prive di strategia e condivisione. Il sostegno al nuovo centro commerciale, infatti, mal si concilia con le centinaia di migliaia di euro di contributi pubblici spesi per eventi e manifestazioni nel centro storico, non certamente favorito dalla nascita del centro commerciale, i cui effetti non rivedranno solo sulle attività della zona di Ponterio. Si è stigmatizzato anche l’atteggiamento del governo cittadino, che, oltre a sottrarsi al confronto, non sta informando la cittadinanza sui termini per la presentazione delle osservazioni alla variante, già aperti, che termineranno fra meno di due settimane. Un richiamo è stato rivolto alle forze politiche di maggioranza ( Lega e Casapound) che si erano mostrate fermamente contrarie alla variante nella passata legislatura e che, oggi, al contrario, non sostengono più quella linea . L’assemblea si è conclusa con un appello all’associazione commercianti di Todi cui si chiederà di prendere nuovamente una chiara e netta posizione sulla questione. Si inviterà inoltre l’associazione a farsi promotrice di un ulteriore incontro pubblico, da tenersi in tempi brevi presso la frazione di Ponterio, cui invitare l’amministrazione comunale, con l’auspicio che si possa aprire il confronto si qui negato.
Todi Civica

Si spengono le luci dei negozi nei centri storici, il fenomeno travolge anche l’Umbria

 

“I dati elaborati dall’Ufficio Studi Confcommercio fotografano una realtà pesantissima per i centri storici italiani. Nelle 120 città medio-grandi del campione, dal 2008 al 2017, la riduzione dei negozi è stata dell’11,9%.

In Umbria la situazione è ancora peggiore.

Perugia, infatti, dopo L’Aquila, Bari e Cagliari, guida la classifica dei capoluoghi che hanno perso più esercizi di commercio al dettaglio nel centro storico, con un -24,13% che pone la città tra quelle definite a rischio declino.

Segno negativo anche per Terni, che si ferma a -8,68%. Ma è evidente che questi dati chiedono a tutti una riflessione profonda sull’urgenza di strategie condivise, per attuare, tra l’altro, una politica di agevolazioni fiscali per favorire il ripopolamento commerciale delle città, accompagnare i progetti di riqualificazione urbana e valorizzazione turistica”.

Così il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni commenta l’analisi dell’Ufficio Studi sull’evoluzione delle strutture commerciali e turistiche nelle città italiane, dal 2008 ad oggi.

“Ripartire dalle città è una delle priorità di Confcommercio, come ribadito anche ai rappresentanti di tutti gli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni”.

“La sfida – aggiunge il presidente Mencaroni – richiede l’impegno di tutti i soggetti coinvolti e di tutte le istituzioni.

La richiesta di meno tasse e più incentivi per le imprese commerciali è solo una faccia della medaglia, perché noi riteniamo che sia prioritario lavorare anche sul contesto, sulla residenzialità, sui servizi anche innovativi per cittadini e turisti, nella individuazione di attrattori veri, innalzando complessivamente la qualità della vita nei centri urbani, quali luoghi di produzione di valori, non solo economici, ma soprattutto culturali e sociali”.

Ires Cgil: in Umbria il 2017 è stato l’anno del lavoro precario

 

L’aggiornamento a tutto il 2017 dei dati dell’Osservatorio Nazionale sul Precariato dell’INPS conferma le valutazioni dell’IRES CGIL dell’Umbria. Continua a diminuire il lavoro a tempo indeterminato e dilaga quello precario e povero. Potremmo dire che l’unico dato certamente in crescita in Umbria è proprio l’aumento del lavoro precario e senza diritti.
Vediamo i dati sull’Umbria relativi al periodo gennaio-dicembre 2017: assunzioni a tempo indeterminato 10.839; assunzioni a tempo determinato 60.952; stagionali 3.029; apprendistato 5.586. Quindi, un complesso di attivazioni nel 2017 pari a 80.406, mentre le cessazioni sono state 76.551. Tenendo conto anche delle trasformazioni a tempo indeterminato da altri contratti, il complesso dei nuovi rapporti a tempo indeterminato è pari a 15.776 unità, il 19,8% del totale, una percentuale più bassa della media nazionale, pari al 23,2%.
Inoltre, il saldo, sempre per quanto riguarda i tempi indeterminati, è negativo. Infatti, le cessazioni (18.665) sono superiori alle attivazioni sommate alle trasformazioni (15.776).
Sappiamo, naturalmente, che il numero dei contratti non corrisponde al numero delle persone occupate, che, proprio per la estrema precarietà e durata temporale dei rapporti (il 30% dei contratti ha una durata media di 1,4 giorni), sono costrette ad attivare più contratti anche nell’arco di pochi mesi. Non a caso, in Umbria nel II trimestre 2017 – dice l’Istat – l’occupazione complessiva è diminuita

Inoltre, c’è da mettere in evidenza che nel crollo dei contratti a tempo indeterminato rispetto al 2016 l’Umbria detiene il record negativo, con il calo più consistente (-16,3%, a fronte di un calo nazionale del –7,8%).
Insomma, il quadro occupazionale umbro del 2017 – dopo la fine dell’effetto incentivi e l’evidente fallimento del Jobs Act – conferma l’allarme lavoro in Umbria e ripropone l’esigenza di restituire dignità e diritti al mondo del lavoro, soprattutto quello giovanile, perché è evidente che non si può costruire il futuro dell’Umbria e del paese sul lavoro povero e precario.

MARIO BRAVI
Presidente IRES CGIL Umbria

TERMOVALORIZZATORE A TODI! DOVE?.. PERCHE’?

 

La discussione riguardo un argomento di tale importanza come quello sui rifiuti e gli Impianti di Termovalorizzazione, coinvolge non solo Todi ma l’intera Regione Umbria. Il Comune di Todi dovrebbe dimostrare serietà e competenza intervenendo sulla questione con una posizione articolata, puntuale, valutata e soprattutto condivisa con la Città! Il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano, nella Conferenza dei Sindaci dell’A.U.R.I. (Autorità Umbra per Rifiuti e Idrica) del 30 novembre 2017 dichiara (a verbale) di essere favorevole alla realizzazione, in Umbria, di Impianti di Termovalorizzazione e manifesta allo stesso tempo la disponibilità per possibili individuazioni di siti nel territorio comunale di Todi, anzi, dichiara che non c’è nessun problema a fare il Termovalorizzatore nel nostro Comune! Per completezza d’informazione voglio ricordare che nella seduta del Consiglio Comunale di Todi del 31 gennaio 2018 il Gruppo della Lega ha proposto un Ordine del Giorno, poi votato dalla Maggioranza, dove sancisce la propria contrarietà alla realizzazione di Impianti di Termovalorizzazione in Umbria. Insomma nel giro di due mesi, da chi governa il Comune, abbiamo avuto due indicazioni nette, argomentate e opposte! Come si diceva sopra una posizione unica, articolata, valutata, condivisa è sinonimo di serietà ed autorevolezza da parte di una Giunta votata per prendere decisioni per la collettività. Sembra che i cittadini di Todi questa autorevolezza non possono pretenderla dai propri governanti. Siamo difronte a l’ennesima “uscita” del Sindaco che decide cosa è giusto per la nostra città senza aver condiviso decisioni e posizioni non solo con la cittadinanza ma, addirittura, con gli esponenti della Maggioranza che lo sostiene. Abbiamo richiesto la convocazione di una seduta di Consiglio Comunale con il seguente punto all’ordine del giorno: Realizzazione di impianti di Termovalorizzazione localizzati nel territorio di Todi e discussione circa la posizione espressa dal Sindaco Antonino Ruggiano in Assemblea dei Sindaci AURI il 30 novembre 2017 e determinazioni in merito.

La richiesta di Consiglio Comunale fatta dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico, è stata sottoscritta da tutti i Gruppi Consiliari di Opposizione.

 

Manuel Valentini Consigliere Comunale e Capogruppo Partito Democratico

SOSTENIAMO IL LAVORO. COWORKING: LA PROPOSTA DI TODI CIVICA

 

Nel corso dell’ultima tornata elettorale, il nostro movimento ha sostenuto la necessità di investire in politiche per il lavoro e l’occupazione, individuando anche nuove forme di sostegno e cogliendo le diverse opportunità che possano andare in questo senso. Fra queste il coworking rappresenta certamente un’esperienza interessante e da tenere in forte considerazione.
Sebbene la pratica del Co-working pubblico sia recente, numerose Amministrazioni Comunali hanno fatto propria questa esperienza e molte altre si stanno attivando per promuoverla.
Il coworking è un metodo innovativo di concepire il lavoro,  in un momento di crisi economica,  ed è caratterizzato dalla condivisione di spazi comuni tra persone che svolgono attività indipendenti tra loro, arredato con le dotazioni necessarie all’ avvio di una qualunque impresa
Caratteristica fondamentale degli spazi di coworking è la possibilità di condivisione di knowhow con altri imprenditori e liberi professionisti e la possibilità di distribuire i costi fissi che il possesso di un ufficio comporta, con un notevole risparmio per chi necessita di uno spazio di lavoro che consenta autonomia, oltre all’opportunità di utilizzare spazi in comune. La pratica del coworking  genera pertanto  l’opportunità di fare networking e favorisce   l’ottimizzazione delle risorse.
Il Comune di Todi possiede numerosi spazi e locali, ad oggi privi di funzione o inultilizzati, che potrebbero essere adibiti a tale finalità.
Per tali ragioni, il  consigliere comunale del Gruppo Todi Civica chiede ha presentato un ordine del giorno per  chiederr al Sindaco e alla Giunta di individuare e mettere a disposizione  spazi pubblici comunali per il coworking e lo startup professionale, al fine di avviare nuove attività imprenditoriali, riducendo l’impatto degli oneri finanziari e  favorendo lo scambio e la collaborazione multidisciplinare.
Di definire e redigere un apposito regolamento con l’obiettivo di individuare i soggetti di riferimento e le procedure operative per la gestione dell’offerta di coworking.
Di valutare e verificare la possibilità di attingere a finanziamenti regionali ed europei per la realizzazione del progetto.
Todi Civica

ANCORA UNA VOLTA IL CONSUMATORE E’ CONSIDERATO PREDA E NON RISORSA

 

In questi giorni varie decisioni stanno avvallando il titolo dell’articolo, la più “odiosa” è quanto  ufficializzato e rilanciato dalla stampa in merito alla delibera di ARERA (autorità per l’energia) che stabilisce che una parte degli oneri non incassati per morosità verrà ricaricata su tutti gli utenti, cioè quelli che pagano regolarmente.

Anche se questa delibera è stata presa a seguito di una serie di sentenze in tal senso della giustizia(?) amministrativa, come ADICONSUM  la riteniamo un vero e proprio sopruso  che aumenta ancor di più la rabbia degli utenti già gravati da numerosi oneri impropri sulle bollette:

Come Adiconsum nazionale abbiamo già richiesto un incontro  urgente all’Autorità per conoscere l’entità economica e numerica REALE  del problema  e quali correttivi mettere in campo per evitare il protrarsi di questo assurdo sopruso.

Il fenomeno, infatti,  va ben conosciuto per evitare furberie e per capire almeno due cose,

-Quali sono le misure messe in campo per il recupero delle somme dovute? Con questa delibera potrebbe scemare tale interesse tanto chi paga c’è

-Una volta recuperate le  somme evase le stesse vengono restituite a chi aveva pagato più oppure, come solito, chi incassa si tiene il malloppo?

Come Adiconsum stiamo anche pensando, se non cambierà nulla, ad iniziative più  forti, raccolta firme? Manifestazioni ecc magari insieme a categorie sociali più svantaggiate e quindi più colpite da tale provvedimento.

Chiediamo anche alla politica, ai candidati alle prossime elezioni che, invece di rincorrere sogni impossibili,  promesse irrealizzabili e comunque lontane si cimentino sui problemi veri ed immediati dei cittadini come questo.

Tale situazione si cala in Umbria in un momento dove le partecipate si apprestano ad applicare aumenti significative delle tariffe peraltro già alte.

L’AURI ( autorità umbra rifiuti e idrico) ha deciso di aumentare la nettezza urbana del 10% il tutto senza nessun tipo di confronto sul servizio (valgono solo i loro dati) sui bilanci,(non ci si incontra da anni), “se la cantano e se la suonano tra loro!!!

Si sappia che queste decisioni vengono prese dalle Amministrazioni comunali (sono in maggioranza nella gestione delle società di servizio) su questo terreno non c’è colore od orientamento che tenga, il cittadino deve essere “spremuto”, tutti d’accordo salvo poi sui giornali lamentarsi dei vari provvedimenti presi, RIDICOLO!

Come Adiconsum Umbria stiamo valutando di rivolgersi alla Magistratura almeno per quei casi dove, con tracotanza, i gestori neppure rispondono  alle sollecitazione dei cittadini e/o delle associazioni cui lo stesso si è rivolto  e quando lo fanno scaricano sui comuni la responsabilità delle scelte.

E’ ORA CHE QUESTO PING PONG ABBIA FINE!!!!!!!!

 Il Presidente Regionale

Adiconsum Umbria

(Francesco Ferroni)

COLDIRETTI, #STOPCIBOFALSO: AL VIA ANCHE IN UMBRIA, LA PETIZIONE PER L’ETICHETTATURA OBBLIGATORIA

 

Ha preso il via anche in Umbria la raccolta firme sulla petizione Coldiretti #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola.

Si tratta – spiega Coldiretti – di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. A rischio “fake” nel carrello della spesa infatti, un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini.

Nonostante i passi in avanti – sottolinea Coldiretti – permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari che si propagano rapidamente a livello planetario per la mancanza di trasparenza: dall’ultimo caso del latte in polvere francese alla salmonella per i bambini, alla carne di cavallo spacciata per vitello nei ragù.

Non è un caso che 9 italiani su 10 – ricorda Coldiretti – ritengano importante per la sicurezza alimentare conoscere la provenienza del cibo che consumano, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

La raccolta di firme rivolta al Presidente del Parlamento Europeo è stata avviata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in ogni farmers’ market d’Italia e on line sui siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it ma sono previste anche iniziative lungo tutta la Penisola. Le firme vengono raccolte anche in ogni ufficio zona della Coldiretti Umbria.

L’indicazione di origine – afferma Coldiretti – permette di contrastare quelle imitazioni che ogni anno sottraggono 60 miliardi di euro all’economia dell’Italia, consente di prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano la nostra economia, rafforza la lotta alle agromafie e la difesa contro le grandi multinazionali del cibo che hanno interesse ad occultare l’origine delle materie prime.

L’obiettivo è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.