MAI IL VOTO E’ PER SEMPRE. Un articolo di Maurizio Ronconi

Sconfitta, tracollo, disfatta.

Le considerazione di un ex senatore UDC sulla fine dell’egemonia della sinistra in Umbria e sulla necessità di comprendere le richieste degli elettori con un partito o un movimento che meglio sappiano declinare fiducia e credibilità.
Dopo settanta anni finisce qui l’egemonia della sinistra in Umbria. Un fatto storico, perfino sconvolgente per chi in Umbria vive e qui ha fatto politica. Una società regionale pervasa da sempre dal potere della sinistra: la burocrazia regionale, provinciale, i comuni, l’organizzazione sanitaria, i sindacati, tutto faceva riferimento ad un potere che nel giro di una notte è evaporato, si è sciolto. Settanta anni di storia, uomini e donne che l’hanno fatta, sepolti da una slavina di schede elettorali.
La vicenda appare così incredibile, perfino così truculenta, da assomigliare ad un sogno, oppure ad un incubo a secondo di chi assiste allo spettacolo.
Il PD si è accapigliato per settimane su collegi elettorali che apparivano tutti comunque in grado di eleggere i candidati della sinistra per accorgersi la mattina del 5 marzo che i supposti protagonisti erano stati tutti rispediti a casa. Eppure loro avevano fatto una campagna elettorale impegnativa, tanti incontri, manifestazioni, dibattiti, mentre gli altri, i loro avversari, erano di diritto iscritti alla rubrica “Chi l’ha visti”.

Tranne pochissime eccezioni, l’ordine era di rintanarsi a casa, non rispondere al telefono, men che meno attaccare qualche manifesto, meglio ancora, farsi una vacanza o al massimo qualche cazzeggio al bar. Tanto la vittoria l’avrebbe garantita la rabbia della gente e la sordità di un PD ormai politicamente stremato. Eppure sono stati bocciati, e dispiace, anche candidati che hanno dato molto alla nostra regione, che sul campo hanno dimostrato serietà, onestà e capacità. Ma lo tsunami , come sempre, ha travolto tutto senza distinzioni, il male ma anche il bene.
Attenzione però. L’elezione era su scala nazionale, si giudicava quanto fatto dalla maggioranza di governo e soprattutto il leader del PD. Alle prossime regionali la voglia di cambiare rimarrà intatta, anzi, ancora più forte, metodi e strumenti di governo giudicati severamente, i protagonisti di oggi probabilmente non assolti, ma la voglia di sicurezza, di tranquillità, poter coltivare certezze e speranze per figli e nipoti, la voglia di affidarsi a partiti e movimenti che sappiano declinare meglio fiducia e credibilità rispetto a volontà rivoluzionarie e becere, dopo la clamorosa protesta, tornerà ad essere apprezzata. Questo varrà per tutti, anche per l’incerottato PD di oggi

 

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