LA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA IN UMBRIA E NELLA MEDIA VALLE DEL TEVERE -Parte seconda

Nei primi decenni del 2000 con la legge 14 settembre 2011, n. 148 (Governo Berlusconi IV di centrodestra- Guardasigilli Palma) all’art. 1, comma 2, è stata conferita al Governo la delega per la riorganizzazione entro 12 mesi della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (c.d. geografia giudiziaria) al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza dettandone i principi e criteri direttivi e facendo salvi i tribunali ordinari esistenti nei circondari dei comuni capoluogo di Provincia. Il decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Governo Monti -governo tecnico con l’appoggio esterno di PdL, PD, UdC, FLI, PSI,  PLI, PRI e altri -Guardasigilli Severino) attuativo della delega, in vigore dal 13 settembre ’12,  ha quindi soppresso, con efficacia dal 14 settembre 2013, i Tribunali ordinari, le Sezioni distaccate e le Procure della Repubblica indicate nella Tabella A allegata allo stesso decreto e cioè ben 31 sedi di Tribunali e Procure (oltre la metà di quelli non nei capoluoghi provinciali) e tutte le 220 Sezioni distaccate dei Tribunali civili e penali italiani, disegnando appunto una nuova geografia giudiziaria nel Paese. Dei n. 165 Tribunali e relative Procure esistenti (di cui n. 110 con sede nei comuni capoluogo di Provincia e con permanenza garantita dalla legge delega) lo schema di decreto legislativo ne prevedeva la soppressione di n. 37, ridotti poi a n. 31. In particolare, per quanto riguarda il distretto regionale della Corte d’appello di Perugia, fu sancita (tab. A) la soppressione nel circondario di Orvieto (Sindaco Concina) del Tribunale civile e penale e della Procura della Repubblica e nel circondario di Perugia di tutte le cinque Sezioni territoriali (o distaccate) di Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Todi. Quest’ultima comprendeva dal febbraio ’98 gli storici 5 comuni dell’ex Pretura di Todi e dal giugno ’99 ben 7 comuni della MVT (si erano aggiunti Marsciano e Deruta). 

Con lo stesso d.lgs. 155 sono stati anche disposti (alleg. 1) l’accorpamento del territorio dell’ex Tribunale di Orvieto a quello del Tribunale di Terni  e stranamente anche lo scorporo dal circondario del Tribunale di Perugia dei sette comuni della Sezione distaccata di Todi aggregandoli irrazionalmente al circondario del Tribunale di Spoleto (Sindaco Benedetti:2009-2014). Lo schema di decreto delegato governativo prevedeva inizialmente l’accorpamento al Tribunale di Terni dei comuni della Sezione distaccata di Todi unitamente a quelli del soppresso Tribunale di Orvieto e l’accorpamento al circondario del Tribunale di Spoleto dei comuni della sola Sezione distaccata di Foligno. Il parere espresso sullo schema di d.lgs. il 1° agosto 2012 dalla Commissione Giustizia della Camera (Presidente Buongiorno) conteneva, tra le altre, la condizione che la Sezione distaccata di Todi (Sindaco Rossini da fine maggio) “geograficamente deve essere accorpata a Perugia data la breve distanza e la facilità di comunicazione lungo la direttrice  nordsud (E45)” ma in sede di approvazione definitiva in CdM invece prevalse irragionevolmente la soluzione di accorpamento al Tribunale di Spoleto, cioè la  peggiore in assoluto per Todi e la MVT. Il successivo Governo Letta (di grande coalizione PD-PdL/NCD e altri-Guardasigilli Cancellieri), durato solo 10 mesi, adottò preliminarmente nel settembre ’13 uno schema di d.lgs. integrativo e correttivo del decreto delegato 155 e lo inviò al Parlamento per i prescritti pareri. La Commissione Giustizia della Camera (Presidente Ferranti) nel dicembre ’13 espresse un parere favorevole condizionato ad alcune modifiche tra cui quella “di accorpare a Perugia anziché a Spoleto il comune di Todi e tutti i comuni della Media Valle del Tevere”. Il testo del decreto proposto e inviato in CdM per l’approvazione definitivadalla Ministra della Giustizia Cancellieri era accompagnato da una relazione illustrativa che accoglieva le istanze di luglio ’13 del Sindaco di Todi Rossini e di quelli degli altri comuni della ex Sezione distaccata di Todi, tranne stranamente Collazzone (Sindaco Bennicelli I) e invece con l’aggiunta di San Venanzo (Sindaca Valentini II), tutte volte all’accorpamento dei loro territori al circondario del Tribunale di Perugia e quindi  accoglieva anche il parere condizionato della Commissione giustizia. Invece nel testo uscito dal CdM tale proposta di correzione è stata inspiegabilmente stralciata (si seppe ufficiosamente per una presa di posizione contraria di un semplice Ministro senza portafoglio) nonostante la proposta di correzione motivata e relazionata dalla Guardasigilli che di fatto apparve come sfiduciata dal Capo del Governo. La sconcertante notizia fu poi confermata dalla lettura in Gazzetta ufficiale del testo del d.lgs. 19 febbraio 2014, n. 14 recante disposizioni integrative e correttive delle norme  dei due decreti 155 e 156 del ’12 ed emanato appena tre giorni prima della cessazione (22 febbraio ’14) del travagliato Governo Letta, tra l’altro a fronte di una scadenza della delega legislativa al Governo per le disposizioni integrative e correttive che scadeva ben 7 mesi dopo.

In attuazione della medesima legge delega 148 con l’altro decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 156 nella tab. A allegata al decreto vennero soppressi, nel circondario del Tribunale di Perugia i 7 uffici dei Giudici di pace di Assisi, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio e Todi, in quello di Orvieto l’ufficio di Città della Pieve, in quello di Spoleto i 2 uffici di Montefalco e Norcia e in quello di Terni i 2 uffici di Amelia e Narni, per un totale di 12 uffici giudiziari pari a tutti i GdP umbri, tranne i 4 delle città umbre sedi di Tribunale. Nella tab. B allegata al decreto le competenze territoriali degli uffici soppressi furono infatti attribuite ai 4 uffici dei Giudici di pace  di Perugia, di Orvieto, di Spoleto e di Terni.  Nell’alleg. 1 al decreto era contenuta la nuova tab. A della legge 374/1991 nella quale erano indicati i 4 Giudici di pace di cui sopra con l’elenco  di tutti i  comuni ricompresi nei rispettivi circondari e con le particolarità che il GdP di Spoleto andava acomprendere oltre i 5 comuni del soppresso GdP di Todi  anche quelli di Marsciano e Deruta che prima facevano parte della Pretura di Perugia e che il comune di Orvieto pur perdendo il Tribunale (con l’altro d.lgs. 155) si vedeva conservato l’ufficio del Giudice di pace, comprendente anche Città della Pieve, nell’ambito del circondario di Terni che era l’unico ad avere 2 uffici di GdP, quelli di Orvieto e Terni. L’art. 3 del d.lgs. 156 prevedeva comunque che gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, potevano richiedere il mantenimento degli uffici del Giudice di pace di cui era stata disposta la soppressione, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi però integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che doveva essere messo a disposizione dagli enti medesimi. Rimaneva a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria  (e relativi oneri) nonché la formazione del personale amministrativo. In Umbria il decreto ministeriale (Ministro Orlando-Governo Renzi) 7-3-2014 nell’alleg. 1 ha disposto, su richieste dei rispettivi Sindaci e previe deliberazioni dei Consigli comunali, il mantenimento di 8 Uffici del Giudice di pace e cioè di Castiglione del Lago, Città di Castello, Gualdo Tadino e Gubbio nel circondario di Perugia, di Foligno, Norcia e Todi nel circondario di Spoleto e di Città della Pieve nel circondario di Terni mentre  nell’alleg. 2 (nuova tab. A  del d. lgs. 156) rimanevano soppressi i 4 uffici del Giudice di pace di Assisi, Montefalco, Amelia e Narni (né risultano successivi d.m. di ripristino) e nell’alleg. 3 (nuova tab. B del d.lgs. 156) le competenze territoriali dei sopra citati 4 uffici soppressi passavano ai nuovi GdP rispettivamente di Perugia, Spoleto e Terni.

Gli Uffici del GdP mantenuti si erano poi ridotti a 6 con il d.m. 10-11-2014 per l’avvenuta esclusione degli uffici di Gualdo Tadino e Gubbio; quest’ultimo è stato però ripristinato dal d.m. 27-5-2016 (Governo Renzi-Ministro Orlando) con competenza anche su Gualdo Tadino e sommato al GdP di Orvieto di cui sopra formava un totale di 8 uffici in funzione, oltre gli altri 3 uffici di GdP di Perugia, Spoleto e Terni sedi anche di Tribunale. Con la legge 29 dicembre 2017, n. 222 (Governo Gentiloni Silveri- Guardasigilli Orlando)l’ufficio del  Giudice di pace di Città della Pieve è stato riportato nel circondario del Tribunale di Perugia e ha assunto la nuova denominazione di Giudice di pace di Città della Pieve, Paciano e Piegaro. Infine con d.m. 10-5-2018 (Governo Gentiloni Silveri- Ministro Orlando), proprio a fine legislatura, all’ufficio del Giudice di pace di Todi è stato accorpato il limitrofo territorio del comune di Marsciano (oltre 18mila abitanti) dopo ben 3 richieste dei due Comuni negli anni 2013, 2014, 2015 (Sindaci Rossini e Todini) e quella reiterata nel 2018 (Sindaci Ruggiano e Todini) con un bacino d’utenza ampliato a sei comuni della MVT e ad oggi circa 44 mila abitanti. Stranamente è mancata invece l’adesione del comune di Deruta (quasi 10 mila abitanti e con Sindaci Verbena II fino al giugno ’17 e poi Toniaccini I) che, seppur confinante con il comune Marsciano e vicino anche alla Città di Todi (solo 22 Km circa), ha inspiegabilmente preferito rimanere accorpato al ben più distante Ufficio del Giudice di Pace di Spoleto. Resta sempre auspicabile, nell’interesse soprattutto dei cittadini derutesi, un ripensamento del rieletto Sindaco Toniaccini che dal ’21 è anche Presidente di ANCI Umbria.

A dieci anni di distanza la questione delle sedi degli uffici giudiziari è tornata d’attualità in quanto varie Regioni italiane hanno esercitato il loro potere di iniziativa legislativa statale previsto dall’art. 121, secondo comma, della Costituzione, in base al quale il Consiglio regionale “può fare proposte di legge alle Camere”. Infatti vari Consigli regionali hanno presentato disegni di legge (ddl)con il medesimo oggetto “Modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del  pubblico ministero, a norma dell’art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”. Si tratta dei ddl dei Consigli regionali di Abruzzo, Lombardia, Toscana, Calabria, Campania, Umbria (DDL S. 710- XIX Legislatura)e Puglia, oltre quelli di Castello (M5S) e altri, Fina (PD), Mara Bizzotto (Lega) e altri, Rapani (FdI) per un totale di 11 ddl. Le proposte di legge prevedono il ripristino da parte del Ministero della Giustizia della funzione giudiziaria nelle rispettive sedi dei Tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica soppressi dal d.lgs. 155/’12 in base a convenzioni con le regioni richiedenti per gli oneri di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza a carico delle regioni richiedenti o degli enti locali previa intesa con la Regione.I ddl sono attualmente all’esame della 2^ Commissione permanente Giustizia del Senato (Presidente Buongiorno) in sede referente nelle varie sedute dei mesi di giugno, luglio e 3 agosto ’23 in esame congiunto e con un Comitato ristretto che risulta aver elaborato una prima bozza di testo unificato che dovrà essere ulteriormente precisato in relazione alle osservazioni inviate da alcuni Gruppi. Dopo la pausa estiva la Commissione proporrà all’Ufficio di Presidenza lo svolgimento di una serie di audizioni sia di rappresentanti politici e tecnici del Ministero per acquisire informazioni sulla situazione della geografia giudiziaria e sugli effetti della riforma del 2012 sull’efficienza dell’attuale organizzazione giudiziaria sia degli enti territoriali che hanno richiesto il ripristino di alcune sedi soppresse.

In particolare l’Assemblea legislativa (Consiglio regionale) della Regione Umbria con deliberazione n. 313 del 16 maggio 2023 ha approvato all’unanimità la proposta di legge alle Camere (atto n. 1649) d’iniziativa dei consiglieri Pastorelli (Lega Umbria) e Nicchi (gruppo misto – ex Lega) sulle modifiche al decreto legislativo 155/2012 presentata il 7 febbraio ’23. La proposta di legge statale della Regione Umbria, approvata in I^ Commissione consiliare il 27 marzo ’23  e fondata sul principio di giustizia di prossimità di cui all’art. 10 del Trattato sull’Unione Europea (TUE) di Maastricht del ’92 come modificato dal Trattato di Lisbona del ’07, appare attenta e sensibile (e giustamente) ai pesanti spostamenti degli operatori e cittadini dell’Orvietano fino a Terni ma non si è fatta carico (forse anche per una mancata segnalazione dell’allora Consigliera regionale di Todi e degli stessi Sindaci dei comuni della MVT) degli altrettanto gravosi spostamenti di quelli della Media Valle del Tevere derivanti dall’irrazionale accorpamento nel 2012 al Tribunale di Spoleto che li costringe tuttora a dover addirittura superare la catena dei Monti Martani per arrivare alla lontana e scomoda Spoleto o in alternativa fare in superstrada il giro dell’Umbria.L’obiettivo dell’iniziativa legislativa dell’Assemblea Umbra avrebbe dovuto riguardare, in una visione generale, oltre alla condivisibile proposta diripristino dello storico (pur se piccolo) Tribunale di Orvieto, anche la necessariaproposta di rettifica del territorio di competenza del Tribunale di Spoleto per scorporare tutti i comuni della Media Valle del Tevere, compresi Marsciano e Deruta, e riaggregarli al loro naturale  circondario del Tribunale di Perugia. La proposta di legge statale già approvata dalla Regione inoltre non affronta l’argomento delle ex 5 Sezioni distaccate del solo Tribunale di Perugia (e quando giudica in composizione monocratica) soppresse per legge nel 2012 ma in realtà, essendo state allora soppresse tutte le 220 Sezioni distaccate dei Tribunali civili e penali dell’intero territorio italiano, la questione della loro riattivazione ha una rilevanza di carattere nazionale che per avere concrete possibilità di riuscita dovrebbe essere posta a livello non di una o alcune Regioni ma dell’intero territorio Italiano mediante apposite iniziative legislative del Governo o dei membri delle Camere. Per la Città di Todi e i comuni della MVT però, ove non venissero prima riaggregati al Tribunale di Perugia, potrebbe sussistere anche il rischio di non riuscire ad ottenere l’attivazione di una nuova Sezione distaccata se ancora ricompresi inun tribunale non grandeo quello di doversela ora(diversamente dal ’98) contendere con la terza città dell’Umbria. Occorrerebbe pertanto, su istanza ben motivata dei Sindaci dei comuni di Todi e della MVT dietro mandato dei rispettivi Consigli, un’ulteriore proposta di legge statale di modifica del d.lgs. 155/2012 dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria per la tuttora indispensabile rettifica dei circondari dei Tribunali di Spoleto e Perugia da inviare, a quel punto, alla Camera dei Deputati e chepotrà avere corso anche come uno degli emendamenti che la Camera formulerà al testo di legge che sarà stato approvato dal Senato o, in mancanza della proposta regionale, almeno con una specifica proposta di emendamento da parte di uno o più Deputati umbri.

(Fine seconda e ultima  parte)

Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi