A META’ NOVEMBRE INIZIANO I LAVORI DEI PROGETTI PNRR DI RIGENERAZIONE URBANA (FRA PERPLESSITA’ E PREOCCUPAZIONI)

L’OSSERVATORE TUDERTE

Venerdì 6 ottobre, in un incontro pubblico svoltosi nella sala Vetrata, il sindaco Ruggiano ha finalmente presentato alla cittadinanza i progetti del piano di Rigenerazione Urbana finanziati con i fondi del PNRR. Dico finalmente perché sulla natura degli interventi nei mesi scorsi si erano diffuse le più svariate voci, in un bailamme di ascensori e scale mobili a gogò. Quindi benissimo l’iniziativa.

Peccato però che il sindaco non abbia resistito alla tentazione di allargare la presentazione anche agli altri interventi di riqualificazione del centro storico già in corso di realizzazione con la conseguenza che l’ampia rassegna dei tanti temi trattati ha favorito una certa genericità dell’esposizione, non lasciando spazio adeguato all’approfondimento dei progetti inclusi nel piano di Rigenerazione Urbana. Sulla base delle informazioni comunicate nel corso dell’incontro ho sintetizzato i principali aspetti dei tre interventi finanziati con i fondi del PNRR, con l’aggiunta di alcune mie osservazioni. Il costo complessivo degli investimenti previsti è di 5,6 milioni, mentre non conosciamo quello dei singoli interventi perché non comunicato.

  1. Riqualificazione di Via Menecali

    È previsto il rifacimento dei servizi e della pavimentazione da Pozzo Beccaro al Tempio della Consolazione. In effetti la pavimentazione stradale è attualmente in pessimo stato, specialmente nel tratto davanti all’Istituto commerciale interessato dal movimento dei mezzi di trasporto pubblico che lì hanno il loro capolinea.

    2. Impianto di risalita da via Termoli ai Giardini Oberdan

      L’opera è strettamente connessa al nuovo ascensore verticale che collegherà il parcheggio di Porta Orvietana a via Termoli. Un progetto quest’ultimo che è stato oggetto di molte critiche, una delle quali riguardava proprio la necessità di percorrere, dopo lo sbarco in via Termoli, un ripido tratto in salita per arrivare in via Ciuffelli che costituisce un grosso ostacolo alla fruibilità da parte degli utenti, in particolare per i disabili ma anche per le tante persone anziane che ormai popolano il centro storico.

      Per ovviare almeno a questo problema l’amministrazione comunale ha deciso di realizzare un percorso pedonale che colleghi il punto di sbarco dell’ascensore di Porta Orvietana in Via Termoli ai Giardini pubblici “Oberdan”, prevedendo l’eliminazione delle fontane sottostanti al giardino degli “Amici dell’Orto” da cui partirebbe un sottopassaggio al termine del quale un secondo ascensore consentirebbe la risalita ai Giardinetti, a ridosso dell’inizio di Via Ciuffelli.  Il costo di questo investimento si aggiungerà quindi a quello previsto per la costruzione dell’ascensore di Porta Orvietana (pari a 2,6 milioni di euro). C’è solo da sperare che gli elevati costi complessivi del progetto dei due ascensori siano bilanciati da adeguati benefici, in termini di frequenza di utilizzo del servizio di collegamento. Infatti, il rischio è che il nuovo impianto di Porta Orvietana, per la sua collocazione a notevole distanza dall’area di parcheggio, alla fine svolga soprattutto una funzione di mezzo di risalita d’emergenza nei frequenti casi di mancato funzionamento dell’ascensore inclinato o in presenza di accessi di pubblico particolarmente numerosi.   

      3. Riqualificazione del Mercato Vecchio

      È prevista la pavimentazione e la valorizzazione dell’area dei Nicchioni Romani. In tale contesto verrà realizzata anche una rampa di accesso pedonale dalla sottostante Via Cesia di collegamento con il nuovo parcheggio nella zona di San Carlo e il restauro delle mura urbiche (la frase è criptica, ma così è scritto nel comunicato stampa del comune).

      L’intervento sul Mercato Vecchio è quello che suscita maggiori perplessità: per la durata dei lavori prevista (circa un anno); perché è elevato il rischio archeologico (quindi la possibilità di interventi sospensivi della Soprintendenza); perché non sono chiari i benefici per la città a fronte di costi presumibilmente elevati  in considerazione del tempo impegnato nei lavori; perché è nebulosa la destinazione finale della piazza riqualificata (se non abbiamo capito male, al termine dei lavori sarebbe restituita nella sua interezza a parcheggio e solo successivamente, quando sarà  pronto il nuovo parcheggio di San Carlo,  saranno introdotte limitazioni alla disponibilità dei posti macchina). Il Mercataccio, con i suoi circa 80 posti auto, di fatto è l’unico parcheggio del centro storico, destinato sia ai residenti (60 posti) sia ai non residenti (20 posti). Per questo motivo ci si sarebbe aspettati che nella fase progettuale fossero stati presi in considerazione solo gli interventi di riqualificazione indispensabili, quelli meno invasivi, con una soluzione light che minimizzasse i tempi di lavorazione e restituisse in tal modo alla cittadinanza il prima possibile la disponibilità del luogo. Ma così non è stato. Comunque, in fiduciosa attesa, i residenti aspettano di conoscere il luogo in cui poter parcheggiare la propria auto durante tutto l’anno sabbatico. Magari potessero avere la pozione rimpicciolente di Alice nel paese delle meraviglie! Utilizzandola per le loro auto risolverebbero in un baleno il problema del parcheggio e tutti vivrebbero felici e contenti. Ma questo avviene solo nelle fiabe.

      Il parcheggio di San Carlo (o Simoncino): lo stato dell’arte

      Sebbene non sia stato incluso fra gli interventi finanziati dal PNRR il tanto agognato parcheggio di San Carlo è strettamente collegato alla destinazione d’uso del Mercato Vecchio (parcheggio o piazza?). Nel corso della riunione il sindaco ha detto che il parcheggio di San Carlo si farà. Ma non si sa quando si farà. A tal proposito ricordiamo che in un’intervista del 15 marzo 2019 il primo cittadino aveva così annunciato: «contiamo di avere il parcheggio pronto e utilizzabile per il Natale del 2020». Peccato però che l’annuncio è rimasto tale.Ma torniamo a quanto dichiarato da Ruggiano venerdì scorso:entro l’anno sarà effettuato l’esproprio del terreno interessato qualora non si arrivi ad una soluzione consensuale con l’attuale proprietario; il parcheggio sarà simile a quello realizzato presso la Consolazione, quindi un area di sosta senza impianto meccanizzato di risalita; sono previsti 80 posti macchina; il costo preventivato è di 700 mila euro; per finanziare l’opera saranno utilizzati fondi propri del comune. È evidente che proprio quest’ultimo punto rappresenta l’aspetto più delicato del progetto perché sarebbe incauto dare per assolutamente certa la possibilità di trovare i fondi necessari nelle disponibilità nel bilancio comunale. Insomma, «del doman non c’è certezza».  

      Ma, stando così le cose, non sarebbe stato preferibile utilizzare le risorse messe a disposizione dal PNRR per finanziare la realizzazione del parcheggio di San Carlo, dotandolo di un sistema di risalita meccanizzata? Tanto più che questa opzione sarebbe stata certamente più coerente con le finalità dello specifico finanziamento PNRR, cioè Interventi sulla viabilità, sui parcheggi, ai fini della mobilità sostenibile al centro storico di Todi. E ancora, non sarebbe stato più opportuno che le decisioni dell’amministrazione comunale fossero state precedute da una pubblica discussione per individuare le proposte più utili alla città?

      La realtà è che il sindaco interpreta il suo ruolo come fosse un signore rinascimentale che comunica graziosamente le sue decisioni ai propri sudditi.

      Il dibattito al termine della presentazione

      Alla presentazione del sindaco sono poi seguiti gli interventi di alcuni cittadini, residenti e commercianti, che non solo hanno espresso perplessità e preoccupazioni relative al piano dei lavori programmati, ma hanno riguardato anche le principali problematiche del centro storico (fra le quali quella della carenza di posti auto per la sosta e quella del trasporto urbano). Purtroppo, nelle risposte di Ruggiano ci è parso di cogliere un atteggiamento che, ad essere malevoli, fa trasparire un particolare disinteresse per le esigenze manifestate dai residenti del centro i quali, secondo il sindaco, sarebbero comunque dei privilegiati rispetto a quanti abitano, per esempio, a Torrececcona o a Casemasce, perché, a differenza di questi ultimi, possono fruire in città dei principali servizi (uffici comunali, banca, scuole, sede Inps, ufficio postale…). Avranno anche qualche disagio per il parcheggio, ma comunque hanno sempre un’alternativa: andare a piedi.