NORMALI CITTADINI (ANCHE INDIGENTI) E AMMINISTRATORI PUBBLICI: DUE PESI E DUE MISURE?

Grazie all’attività di controllo svolta dai gruppi consiliari di opposizione sta emergendo in tutta la sua gravità che l’amministrazione Ruggiano non ha esitato a richiedere 100 euro di contributi erogati – si era in piena emergenza Covid –  a cittadini in difficoltà che avevano rilasciato dichiarazioni non veritiere (con tanto di sanzioni per migliaia di euro) mentre, ad oggi, traccheggia nell’attivare analoga richiesta nei confronti del vicesindaco Claudio Ranchicchio. Ciò pur sussistendo i medesimi presupposti ed un credito sulla carta ancora da quantificare, ma non lontano dalla cifra di 100.000 euro

I tuderti devono sapere che, nel 2021, proprio l’amministrazione Ruggiano ha predisposto un regolamento comunale avente ad oggetto il controllo delle autocertificazioni, con tanto di enfasi contro i “furbetti del beneficio” in caso di dichiarazioni non veritiere. Evidentemente, le procedure amministrative per riavere indietro i benefici economici indebitamente ottenuti si applicano con solerzia ai comuni cittadini, meglio se indigenti. Quando, invece, c’è di mezzo un amministratore comunale si dispiega il massimo garantismo (con tanto di richiesta di estemporaneo parere legale costato ai contribuenti quasi 1000 euro) e si azionano i più pretestuosi cavilli.

Giunti a questo punto, il sindaco Ruggiano dovrebbe chiarire la vicenda ed evitare le potenziali disparità di trattamento. Comprendiamo perfettamente la sua amicizia e la sua cointeressenza politica col vicesindaco Ranchicchio (nella scorsa legislatura a capo di un assessorato che ha elargito centinaia di migliaia di euro in modo poco oculato), ma lei, caro sindaco, è personalmente responsabile dell’erario dell’Ente, conosce a menadito i fatti in questione e sa bene che la procedura prevista dall’art. 75 del DPR n.445/2000 è tutt’altro che facoltativa.

Nell’attesa di un sussulto di decoro amministrativo – che avrebbe dovuto prevedere settimane fa le dimissioni di Ranchicchio o la revoca delle deleghe nei suoi confronti ai sensi del TUEL – la mancata diffida con annessa messa in mora al vicesindaco continua potenzialmente a produrre danni all’erario dell’ente e non sembra giustificabile né da pareri legali pretestuosi (pagati coi denari della collettività) né da tardive applicazioni di procedure amministrative con potenziali disparità di trattamento tra normali cittadini (magari indigenti) e pubblici amministratori.

PARTITO DEMOCRATICO TODI