IL VICESINDACO RANCHICCHIO VALUTI LE DIMISSIONI, PER IL SUO BENE E PER QUELLO DELLA CITTÀ

Comunicato del Partito Democratico di Todi

Umberto Magni segretario del PD e consigliere comunale.

Preso atto di quanto denunciato dal consigliere comunale Claudio Serafini nella riunione della massima assise cittadina tenutasi il 30 giugno sulle presunte dichiarazioni mendaci rilasciate nel 2017 dall’attuale vicesindaco Claudio Ranchicchio in relazione all’insussistenza di cause di incompatibilità di quest’ultimo con le cariche di consigliere ed assessori comunali ai sensi dell’art. 63, comma 1, 6) del TUEL e tenuto conto dell’interrogazione con relativa documentazione – documentazione che, sia detto per inciso, lascia poco adito a dubbi – depositata dal medesimo consigliere in questi giorni, il Partito Democratico di Todi, assieme al costituendo gruppo consiliare democratico, chiede al vicesindaco Ranchicchio di valutare l’ipotesi delle dimissioni, per il suo bene e per quello della città.
Libero, infatti, dall’incarico amministrativo affidatogli dal sindaco Antonino Ruggiano – che se avesse avuto a cuore sul serio le sorti del suo vice avrebbe esercitato in via preventiva tutta la moral suasion di cui è capace per evitargli un epilogo tanto increscioso quanto triste – Ranchicchio potrà chiarire i termini della questione – i cui profili legali spaziano da possibili illeciti penali ad un più che plausibile danno erariale – ben più serenamente di quanto possa fare ora stando al vertice della direzione politica-amministrativa dell’ente comunale.
Non ci ergiamo a giudici né, tantomeno, è nostra intenzione sostituirci agli organi giurisdizionali, peraltro già interessati alla vicenda da più di un esposto circostanziato. Nel rispetto sacrale del principio di presunzione d’innocenza abbiamo l’obbligo, però, di porre la suddetta questione per ciò che è, cioè un gigantesco problema di etica pubblica e di opportunità politica. Per questi motivi, dunque, chiediamo al vicesindaco Ranchicchio di valutare l’ipotesi delle dimissioni, un gesto giustappunto di opportunità politica che aiuterebbe lui stesso e a rasserenare il confronto tra maggioranza ed opposizione.
Nel frattempo, continueremo a fare luce sulla vicenda con un secondo accesso agli atti, al fine di ottenere tutta la documentazione in possesso del Comune di Todi scaturita da plurime segnalazioni risalenti al marzo e al maggio scorsi. Quello che non accettiamo è lo screditare l’attività di controllo delle opposizioni ribadendo come questa sia una vicenda privata ed il vicesindaco Ranchicchio un bersaglio di attacchi personali. No, cari colleghi della maggioranza, qui si tratta soltanto di legalità e trasparenza amministrative, principi che anche voi dovreste avere a cuore.
Un ultimo cenno al sindaco Ruggiano: il suo silenzio assordante ed il suo atteggiamento da pesce in barile sulle questioni più spinose che riguardano la amministrazione (il caso Ranchicchio non fa eccezione) lasciano basiti. È ora che il primo cittadino si assuma le responsabilità che gli competono e spieghi in dettaglio questa vicenda con tanto di carte e note protocollari, possibilmente senza menare il can per l’aia e senza evocare la Provvidenza o lo spirito di Napoleone.

PARTITO DEMOCRATICO DI TODI