The day after… dopo la manifestazione no vax.

Il Commento di ‘L’osservatore tuderte’

Un flash mob col l’inno “alla gioia di vivere” sulle note di “Danser Encore” del gruppo francese di musica popolare “ Les Saltimbanks”, noto per i testi dedicati alle lotte sociali? Questo ci saremmo aspettati nell’evento organizzato a Todi, sulla bella e suggestiva Piazza del Popolo, centro laico ed anche religioso con uno dei più interessanti complessi medievali d’Italia. Saliamo verso l’Acropoli con il bus elettrico, per curiosare e magari riportare qualche nota di “colore” di questa giornata così particolare per Todi, decretata molti anni fa quale “città la più vivibile” secondo le ricerche del Prof. S. Levine, direttore del “Center for Sustainable Cities” della U.S. Kentucky University. Sale con me anche una “elegante signora” che noto non indossare la mascherina, obbligatoria secondo gli ultimi Dpcm. All’invito dell’autista del mezzo pubblico ad indossarla, la “suddetta”, con fare arrogante, si esprime dicendo che potrebbe denunciarlo perché in quanto claustrofobica potrebbe essere soggetta a crisi di panico. Il conducente, con gentilezza, la informa che i passeggeri viaggiano sotto la sua responsabilità: quindi rispettare le regole o scegliere un mezzo di trasporto privato. Prima nota di “colore”, dunque: la signora si sta recando alla manifestazione del “No paura day”. La domanda sorge spontanea :” Esiste una certa assonanza inquietante – come leggiamo in alcuni contributi giornalistici tra il noto hashtag  #todipauranonha e il titolo di questa manifestazione “No Paura Day” – per far apparire Todi, tutta intera, una città di negazionisti?”. Comunque la signora in questione continua a parlare di “dittatura sanitaria” quella che secondo lei sarebbe quella imposta dal governo attuale, dittatura che si sostanzia nell’imporre regole di convivenza civile in periodo di pandemia. E allora, seconda nota di “colore”:

Se tu vuoi continuare a danzar ancor,/ dare vita al desìo del cuor/ e a una vita di accordi d’amor/canta a balla insieme a noi/danziam con  eleganza/all’alba e in ogni circostanza/ci vogliono chiusi in una stanza?/Se contestiamo la sentenza/pecchiamo di irriverenza,/ma non ci lasciamo impressionar/parola d’ordine è ballar!/Se la Tv con indecenza/vuole appannarci la coscienza/state a debita distanza/Ne abbiamo abbastanza/Stringiamo forti un’alleanza!

Così recita il testo della canzone che dà il via all’evento del “No paura day”: una sparuta presenza di “aficionados” che affianca i promotori di questa manifestazione. Ma la terza nota di “colore” è degna dei tempi di Peppone e Don Camillo : ore 16,30, inizia il suono prolungato delle campane del Duomo, che avverte l’inizio della celebrazione delle 17.00 della Santa Messa nella Cripta della chiesa. Quello scampanìo dunque che si è ripetuto per tre volte, strumento di richiamo ai fedeli per le celebrazioni liturgiche, ha non poco infastidito le relatrici che con difficoltà hanno concluso i propri interventi.  

Il sacro e il profano, dunque, in una manifestazione che ha avuto il sapore di un evento che dovesse unire tutti, negazionisti e non, in un abbraccio ecumenico, ma che poi ha rivelato tutto il suo provincialismo, proprio come quello dei tempi di Don Camillo e Peppone :

“Dare vita al desìo del cuor /trallallalla”.