La data c’è: Ospedale di Pantalla dedicato a Covid fino a metà settembre.

Il dott. Alfonso Gentili analizza i documenti ufficiali della Regione e conclude che è previsto un termine all’utilizzo esclusivo dell’Ospedale di Pantalla per il Corona Virus.


La Giunta regionale dell’Umbria, con deliberazione n. 180 del 19 marzo 2020 pubblicata nel S.O. n. 2 al B.U.R.  n. 24 del 1° aprile scorso, nel prendere atto, tra l’altro, della precedente ordinanza della Presidente n. 5 del 12 marzo, con la quale l’Ospedale della Media Valle del Tevere è stato temporaneamente configurato a livello organizzativo strutturale come ospedale regionale dedicato all’emergenza Coronavirus fino a nuovo provvedimento, ha adottato il Piano di gestione dei posti letto della rete ospedaliera emergenza Coronavirus nel testo allegato alla stessa.

La Giunta, al punto 3) del dispositivo della citata delibera, ha stabilito che tale Piano di gestione dei posti letto “abbia efficacia di non oltre sei mesi decorrenti dalla data di pubblicazione” della citata ordinanza n. 5, che appunto era stata pubblicata nel B.U.R. n. 15 del 12 marzo 2020 e pertanto, con questo nuovo provvedimento regionale, anche la riconfigurazione temporanea dell’Ospedale di base della MVT (c.d.”Covid Hospital”, insieme ad una parte dell’Ospedale DEA di I livello di Città di Castello) andrà a cessare al massimo il 12 settembre p.v., sempreché naturalmente venga prorogato anche lo stato di emergenza sul territorio nazionale dichiarato dal Consiglio dei Ministri con deliberazione del 31 gennaio 2020 per sei mesi dalla data della stessa delibera.

Gli ospedali di base (o di territorio) risultano essere, nell’Azienda USL Umbria 1 (38 Comuni), quello di Umbertide e quelli del Presidio Ospedaliero Unificato (POU) di Assisi, Castiglione del Lago e Media Valle del Tevere per un totale di 4, mentre, nell’Azienda USL Umbria 2 (54 Comuni), quelli Narni, Amelia e Norcia per un totale di 3 e un totale complessivo di 7. Gli ospedali DEA (Dipartimenti Emergenza Accettazione) di I livello (centri SPOKE) sono, nell’AUSL 1, quelli di Città di Castello e Branca di Gubbio-Gualdo e, nell’AUSL 2, quelli di Foligno, Spoleto e Orvieto per un totale di 5 ospedali. Gli ospedali DEA di II livello (centri HUB) sonoquelli delle due Aziende Ospedaliere di Perugia e di Terni, per un totale complessivo regionale di 14 strutture ospedaliere. Nella circostanza si può osservare che in ognuno dei 12 ex comprensori dell’Umbria (corrispondenti alla attuali 12 Zone sociali) era attivo almeno un ospedale o di base o dotato di Dea di I o II livello (e due ospedali di base attivi sia nella Zona sociale n. 1 di Città di Castello che nella Zona sociale n. 11 di Narni). La scelta, tra i 7 ospedali umbri di base, di quello della MVT in Pantalla di Todi come ospedale regionale dedicato interamente all’emergenza Coronavirus ha comportato e continua a comportare la completa privazione dei servizi ospedalieri in un’intera Zona sociale che dovrà restare scoperta per mesi, creando non pochi disservizi e sacrifici o rinunce per i suoi abitanti e in particolare per quelli più deboli.

Le Istituzioni pubbliche e le forze politiche della Media Valle del Tevere, specialmente quelle di maggioranza, dovrebbero immediatamente “premere” sul nuovo Governo regionale al fine di individuare una soluzione diversa e meno impattante sui bisogni e sui diritti dei cittadini per far fronte ad eventuali emergenze sanitarie future, senza attendere l’arrivo del probabile ritorno di quella attuale fin quando mancherà un idoneo vaccino e ritrovarsi di nuovo a decidere in emergenza.

Tra le possibili soluzioni diverse, dovrebbe essere presa in considerazione e attentamente valutata anche quella dell’individuazione e ripristino del vincolo di destinazione se tolto, nonché dell’adeguamento e riallestimento urgente (entro il corrente anno) di almeno uno dei vecchi ospedali di dimensioni adeguate, rimasti inutilizzati e non ancora alienati, esistenti in varie città della Regione, dopo i grandi investimenti in nuova edilizia ospedaliera realizzati dai precedenti Governi regionali e in parte ancora non completati nella nostra piccola Regione Umbria. Una simile soluzione o anche altre soluzioni tecniche che si sono viste mettere in atto in Italia e nel mondo intero durante questa pandemia, dovrebbe essere costruita sin da subito e con l’accortezza di evitare di comprimere troppo il diritto alla salute di una parte di cittadini umbri.

Li 6 aprile 2020

Dott. Alfonso Gentili- ex Segretario generale del Comune di Todi.