La destra rinvia la cittadinanza onoraria a Liliana Segre e vota contro la commissione comunale antimafia.

Un comunicato di Catia Massetti per il gruppo consiliare PD di Todi.

Il Consiglio comunale di mercoledì scorso era stato convocato anche
per cercare di smaltire la lunga serie di ordini del giorno e mozioni
presentati in due anni e mai discussi. Il dibattito pero è stato
caratterizzato da due episodi che rendono l’idea dell’approccio al
confronto democratico della maggioranza di destra. Sulla mozione che
propone di conferire la cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana
Segre, presentata da tutti i gruppi di opposizione, la Lega ha chiesto
e ottenuto, con il voto dei consiglieri di maggioranza e l’appoggio
del Sindaco, il rinvio del punto. In  spregio al diritto della
minoranza di discutere le questioni che ritiene di sottoporre
all’attenzione dell’assemblea comunale, non si sono fatti scrupolo di
alzare la mano per decidere quando, secondo la maggioranza, discutere
la questione. Le motivazioni del rinvio sono inquietanti e mirano a
mistificare la realtà, come al solito! La Lega, dopo aver premesso la
necessità di dibattere la questione con la presenza di un maggior
numero di consiglieri, data l’importanza dell’argomento (in effetti
abbiamo mantenuto noi il numero legale per quasi tutta la durata della
seduta), ha anche accennato alla possibilità di riconoscere la stessa
onorificenza ad altri testimoni della Shoah. Il Sindaco ha subito
appoggiato la proposta della Lega andando oltre sulle motivazioni: ha
detto che occorrerà valutare attentamente la possibilità di
riconoscere la cittadinanza ad una signora  che non ha rapporti con la
città, anche se apprezza la figura di Liliana Segre, “donna che ha
avuto l’intelligenza di avere un marito candidato con l’MSI” (sic!). E
pur dando la disponibilità a confrontarsi sul tema in una sede più
consona, come una seduta di Consiglio convocata ad hoc, ha detto di
interrogarsi sul perché a Liliana Segre e non ad altri sopravvissuti
alla persecuzione fascista e nazista. È molto grave che si faccia
finta di non capire il senso della proposta di concedere la
cittadinanza onoraria a Liliana Segre, come hanno fatto diversi altri
comuni, amministrati sia dal centrodestra che dal centrosinistra,
perché la proposta è molto chiara.

Nasce dalla necessità di manifestare vicinanza, solidarietà e protezione ad una donna che, dopo essere sopravvissuta ad Auschwitz, oggi, per il clima di odio e rancore che viviamo nel Paese, è costretta a vivere sotto scorta
essendo minacciata giornalmente per la sua attività di testimonianza,
per la sua battaglia contro l’indifferenza, che caratterizzò l’emanazione delle leggi razziali fasciste e per aver promosso la costituzione di una commissione che si occuperà di contrasto all’intolleranza, al razzismo, all’ antisemitismo e all’ istigazione all’odio e alla violenza . Todi riconoscendole la cittadinanza potrebbe diventare una delle città capace di far  sentire a casa e al sicuro Liliana Segre e tutti quelli che, come lei, subiscono discriminazioni, soprusi violenze e ingiustizie. Vedremo se sarà così. Noi ci opporremo al tentativo palese di stravolgere il significato della nostra
proposta.
Il secondo episodio, che si è consumato nella stessa seduta del
consiglio, è quello del voto contrario della maggioranza alla
richiesta di istituzione di una commissione comunale antimafia,
avanzata dall’opposizione. Pensavamo fosse utile l’istituzione di un
organismo che accendesse un faro sulla realtà locale che, alla luce
dei fatti di cronaca che hanno riguardato l’Umbria, potrebbe non
essere immune da infiltrazioni mafiose. Non pensavamo ad una
commissione d’inchiesta, che non compete ad un consiglio comunale, ma
ad un’occasione di approfondimento con esperti rappresentanti di
istituzioni, autorità giudiziarie, di forze dell’ordine, di categorie
professionali e aziendali, che potessero ricostruire il quadro della
situazione attuale, i rischi concreti di infiltrazione, la possibilità
di prevenire un fenomeno che si dimostra tale da poter tentare di
lambire la politica anche in Umbria. Ma la destra tuderte non ha
ritenuto neanche di intervenire sul tema. Tutti muti e contrari.
Eppure non sono mancati episodi allarmanti nel nostro territorio:
alcune imprese coinvolte nell’inchiesta sulla ndrangheta in Umbria
hanno sede nella Media Valle del Tevere, nell’estate di tre anni fa
furono sequestrate, per mafia, alcune proprietà immobiliari nel nostro
comune, senza parlare di alcuni casi di caporalato denunciati, sempre
a carico di imprenditori agricoli della zona. Ma loro muti, e
contrari. Perché? Perché bisogna dire che va tutto bene e la vita è
bella a dispetto della realtà? Noi pensiamo che sia necessario non
nasconderla la realtà, soprattutto nei luoghi della politica e delle
istituzioni e avere il coraggio di affrontarla proponendo soluzioni e
non slogan.

Gruppo consiliare PD Todi