Intervista esclusiva ad Andrea Vannini,Segretario Comunale del Partito Democratico

 

-Parliamo di occupazione.Quale a suo giudizio il problema nel territorio e le eventuali proposte per arginare il fenomeno ?

” Vabbè, ma di che parliamo!? E’ sotto gli occhi di tutti, purtroppo, il degrado crescente dei livelli occupazionali, la chiusura di negozi, di piccole attività artigianali e la mancata attivazione di nuove realtà occupazionali.
Colpisce in questa materia non solo la inefficacia della azione amministrativa della attuale  maggioranza ma anche e soprattutto il non rendersi conto della situazione difficile che la Città sta vivendo. Come definire altrimenti l’assenza, ormai cronicizzata, di un Tavolo di consultazione permanente delle imprese e del lavoro, che riesca a correlare ed a sostenere non solo le attività già esistenti ma anche ad attivarne di nuove?
Addirittura, come per la dequalificante vicenda della Tassa di Soggiorno, attivandolo solo dopo aver già fatto quella scelta e con la conseguenza di aver poi alla fine ascoltato nemmeno la maggioranza di quel tipo di imprenditorialità!
Non è mai troppo tardi: che si apra da subito questa nuova fase collaborativa istituzionale, la Città non può aspettare oltre, si stanno perdendo anni decisivi.”

-Come giudica la tutela dell’ambiente nel nostro Comune ?

“La mia sensibilità ed attenzione ai temi ambientalistici sono arcinote: io nasco, politicamente, Ecodem ed ho iniziato a lavorare in questo settore. Ho avuto sempre come punto di riferimento politico la esigenza di  sviluppare anche in loco iniziative tendenti a  formare, giovani ed imprenditori, nel campo delle nuove conoscenze ed economie.
Ciò con la certezza che coltivare politiche a favore dell’ambiente, ed ovviamente collegate allo sviluppo del patrimonio culturale, intendiamo dalla tutela del paesaggio alla agricoltura sostenibile passando per l’acqua pubblica, etc, non faccia bene solo alla qualità della nostra vita ma anche possa essere fonte di sviluppo. Di tutto ciò, oggi, a Todi, non c’è traccia, non lo dico io, lo dicono i dati di fatto.” 

– Cultura e Turismo sono volani di sviluppo per tantissime realtà italiane.Lo sono anche per Todi ?
“La nostra Todi, lo abbiamo detto più volte, è una Città di rango, che usufruisce di un enorme patrimonio culturale ed artistico, che, però da solo, non crea automaticamente sviluppo economico.  Per indurlo occorrerebbero Progetti complessivi che, partendo da una valorizzazione del sistema di risorse già operanti, coniugando la bellezza del territorio in ogni sua espressione con la qualità dei prodotti, potesse essere un reale volano. La Amministrazione avrebbe dovuto indicare, supportandola con energia e risorse, a giovani ed imprenditori, questa prospettiva, mettendosi in gioco attraverso  start-up e bandi europei. Mi scoraggia il pensare che ad oggi, non sia stato neanche attivato un ufficio ad hoc.
Per non parlare poi del fatto che persiste ancora una confusione enorme nel confondere la promozione con l’intrattenimento, due piani di intervento da distinguere, invece, completamente. Va bene finanziare e sponsorizzare Eventi (tra i quali peraltro non se ne riesce a trovare uno nuovo, rispetto a quelli di prima, all’epoca, da loro, giudicati tanto male ed ora regolarmente rifinanziati, come il Todifestival), ma se non li si collega ad un Piano di sviluppo non solo del centro Storico ma anche Frazionale, diventano strumenti a se stanti.
Tutto ciò volendo alzare di tono il livello del dibattito; perché se lo vogliamo riportare alla realtà, purtroppo, dei fatti, basta, per avere una idea di cosa significhi la promozione culturale per questa Giunta andarsi a  leggere (fate subito, eh!) il Piano Marketing messo in campo dall’Assessore Ranchicchio: 3 stitiche paginette, che susciterebbero la ilarità di qualsiasi esperto di marketing e che dimostrano tutta la inadeguatezza politica degli attuali Amministratori.”

 -Da Segretario comunale del Partito Democratico quale giudizio complessivo dà della Giunta guidata da Antonino Ruggiano ?

“Due aspetti generali negativi voglio sottolineare perché mai manifestatisi prima, che io ricordi,  nella nostra Città: intanto un rimbalzo mediatico negativo a livello nazionale sia per provvedimenti di chiaro sapore ideologico sia per l’immagine in cui ci stanno confinando, e che rifiutiamo, di una Todi non più solidale ma gretta, rinchiusa tra le proprie mura ed impermeabile alle novità ed alla innovazione.
Poi, sul piano interno, dei rapporti non solo politici ma vorrei dire proprio umani, insomma l’aver favorito, nell’ambito dell’instaurarsi di un clima di crescente aggressività, una spaccatura profonda del corpo sociale, della comunità, aggravata dal fatto inconsueto della continua privazione a scapito dei cittadini di qualsivoglia strumento di partecipazione democratica e anche di semplice informazione. Basti pensare al rinvio sistematico dei Consigli Comunali richiesti e dedicati alla partecipazione.
Dare poi, sul piano della valutazione squisitamente amministrativa, dell’inefficiente a questa Giunta sarebbe riduttivo, come già detto. Semmai mi dispiace dover citare una sensazione che è diffusa in Città, quella che ci sia ormai un tirare a campare indiscriminato, che di risolvere i  problemi cittadini non gliene importi più di tanto, che si va due orette in Comune tanto per fare, si mette qualche firma per poi subito ritornare a dedicarsi a fare le cose proprie. Nulla di male non fosse che stiamo parlando di amministrazione della cosa pubblica.”

– Quale è l’errore politico che si rimprovera di più in tutti  questi anni ?

“Certamente non ho commesso l’errore di aver fatto della autoreferenzialità dirigenziale il mio biglietto da visita, intanto perché fa parte della mia natura, umana prima che politica, l’ascolto ed il confronto con tutti, poi perché in realtà non ci sono mai arrivato a quei livelli così importanti.
Tantomeno quello di aver accantonato l’idea di incarichi amministrativi, di legittima ricopertura almeno secondo le tradizionali logiche, poiché per essi, a bocce ferme ed a mente fredda, si può tranquillamente dire che non ci sarebbero state le basi per una serena collaborazione.
Semmai, al netto delle energie e risorse spese in un Progetto che mi ha concesso di conoscere un mondo affascinante come quello riformista, con qualche buona attenuante dovuta alla inesperienza, mi rimprovero di non aver abbracciato da subito, all’interno del PD, una collocazione di stampo liberal democratico.
Per gli altri possibili errori aspetto comunicazioni da tutti coloro che vogliano sottolinearmeli. Ora pensiamo a fare un buon Congresso per le Primarie ed a organizzare una efficiente campagna elettorale per le Europee in cui si deciderà del nostro futuro, di tutti non solo del nostro Partito. Poi, dopo dovrà iniziare una nuova, seria, profonda riflessione: perché, come  sosteneva Robert Kennedy, “Ci sono coloro che guardano le cose che sono, e si chiedono perché… Io sogno le cose che non sono mai state, e mi chiedo perché.”