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Dott. Alfonso Gentili. Seconda e ultima parte La legge n. 86 del giugno ’24recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario (c.d. legge Calderoli) è una legge-quadro che precede la stipula delle …
Dott. Alfonso Gentili Con riferimento al rapporto tra territorio e governo nel diritto pubblico sono configurabili tre diverse forme di Stato i cui elementi costitutivi sono appunto il territorio, il popolo e il governo. Si …
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Il
futuro delle strutture alberghiere è un problema per tutta l’Umbria
Nel
momento in cui ci interroghiamo su come superare questi drammatici
momenti di emergenza COVID-19, mi sembra che ancora non ci sia
contezza sulle condizioni in cui versano le strutture alberghiere e
della ristorazione
nella
nostra Regione. Chi
conosce le condizioni di esercizio della attività a
sostegno del turismo in
Umbria,
si rende perfettamente conto di quanto costi, oggi, gestire un
albergo o
un ristorante,
tra costi fissi e imposizione fiscale che rendono quasi impossibile
rimanere sul mercato, già in condizioni di normalità, figuriamoci
se con le condizioni di distanziamento individuate dal
Governo.
La
crisi del coronavirus, con la cancellazione del turismo straniero, la
sostanziale incertezza sugli spostamenti degli italiani e
la fantozziana vicenda delle linee guida, rimpallate tra Governo ed
INAIL, rischiano di dare il colpo di grazia ad un settore che già
viveva condizioni di grande difficoltà.
La nostra realtà ha già dovuto scontare gli effetti del terremoto del 2016, che, di fatto, al di là dei danni emergenti, ha visto tutta la Regione subire le conseguenze ed i danni indiretti di essere ingiustamente considerata regione “a rischio”. Adesso, questa crisi che è assolutamente devastante.
Ad Orvieto il 28 maggio, a Todi il 5 luglio. Il saluto di S.E. mons. Gualtieri alla Comunità Diocesana. Comunicato Stampa
n
La diocesi di Orvieto-Todi, grata al
Signore per il dono del nuovo Pastore, annuncia che domenica 28 giugno 2020 il Vescovo Gualtiero Sigismondi inizierà
ufficialmente il suo ministero pastorale in Diocesi, con una solenne
Concelebrazione Eucaristica nella
Basilica Cattedrale di Orvieto alle ore 18:00.
Domenica 5 luglio, sempre alle ore 18:00, il Vescovo Gualtiero farà il suo ingresso
nella Basilica Concattedrale di Todi, in occasione della festa della Madonna
del Campione che, per la circostanza, verrà celebrata in questa data, anziché l’ultima domenica di maggio.
Lunedì 11 maggio, presso il Palazzo dell’Opera del Duomo di Orvieto,
Mons. Sigismondi ha incontrato una ristretta delegazione diocesana formata dall’amministratore
apostolicoBenedetto Tuzia,
il vicario generale Stefano Puri, il collegio dei consultori, alcuni componenti
degli uffici di curia e i sindaci di Orvieto e Todi. In tempo di pandemia molte cose sono capovolte e così, in tale
circostanza, la delegazione non si è recata a Foligno ma ha accolto mons.
Gualtiero giunto in visita ad Orvieto.
La prima parte dell’incontro
ha avuto luogo nella Sala Urbani dell’Opera del Duomo. Dopo i saluti di mons.
Tuzia, del presidente dell’Opsm Gianfelice Bellesini, che ha fatto gli onori di
casa, e di mons. Puri, i presenti hanno ascoltato con attenzione le parole del
nuovo Vescovo, che ha ringraziato subito per la calorosa accoglienza.
Tutti i presenti si sono
trasferiti in Cattedrale per un momento di preghiera nella cappella del Sacro
Corporale e per una visita alle meraviglie della basilica, con sosta
particolare nella cappella di San Brizio.
La data scelta per l’ingresso in diocesi, vigilia
della Solennità dei SS. Pietro e Paolo, non è certo casuale. Sia mons. Tuzia
che mons. Sigismondi, infatti, sono stati ordinati sacerdoti il 29 giugno.
“Beneficeremo insieme – ha detto mons. Benedetto Tuzia – della liturgia che ci
ha consacrato sacerdoti e pastori”.
A queste parole hanno fatto
eco quelle pronunciate poco dopo da mons. Sigismondi: “Ho visto che nelle
letture del giorno dell’ingresso c’è l’espressione [di san Pietro, ndr] ‘non
possiedo né argento né oro ma quello che ho…’ ve lo darò con semplicità, con
umiltà e con grande libertà. Perché semplicità e umiltà rendono liberi, non c’è
altro criterio per poter sperimentare la grazia della libertà”.
Di seguito si riporta il testo integrale del saluto di
Mons. Gualtiero Sigismondi alla delegazione diocesana:
“Grazie a tutti voi, al Vescovo,
al suo Vicario, al Collegio dei consultori, al presidente dell’Opera del Duomo,
al Sindaco, al Sindaco della splendida Todi, perché quando penso alle cattedrali, ecco, ce ne sono due, una più bella
dell’altra, e ringrazio tutti voi. Non vi nascondo che in questo momento il
turbamento è grande, per una ragione molto semplice: non solo perché arrivo in
una realtà nuova, ma perché devo lasciare una realtà che ho servito per 12
anni.
Prima dicevo con qualcuno di voi che non lascio una scrivania, ma lascio un
popolo. In questo momento mi sembra di essere ‘bigamo’, per cui è bene che in
qualche modo cessi questa condizione che il coronavirus in qualche modo ha
imposto, ma che mi ha consentito già di introdurmi nella realtà per leggere.
Ho iniziato a leggere il ‘De
considerazione’ di san Bernardo che sono i consigli che san Bernardo da a papa
Eugenio, tirandogli le orecchie su come si governa, si governa la Chiesa. E poi
da lì sono passato a documentarmi sulla
storia di questa diocesi e in particolare con i mezzi che avevo, il duomo di
Todi e il duomo di Orvieto e l’ultima lettura è stata il convegno che è stato
fatto nel ’64, nel centenario della Bolla ‘Transiturus’ che ha fatto vedere
anche la modernità di quelle riflessioni anche per i tempi di oggi.
Ecco, arrivo e voglio arrivare in punta di piedi, ma non perché me lo impone
il coronavirus, ma perché è un po’ il mio stile. Quindi do questa
indicazione, ecco. In punta di piedi, come è possibile. L’ingresso avviene poi
concretamente avvicinando i preti, avvicinando le parrocchie, non c’è assoluto
bisogno di allontanarsi da questo criterio. Ecco, lo dico in particolare a te (rivolto al Vicario
generale, ndr) perché tu possa essere
mediatore di questo desiderio, così come in punta di piedi, ovviamente, lascio
Foligno. Questo in qualche modo mi viene in aiuto, così evito una sofferenza
reciproca, che è inevitabile: è la sofferenza che non è legata a quello che
l’obbedienza chiede, ma quello che la gratitudine impone.
Ho visto che nelle letture del giorno dell’ingresso c’è
l’espressione “non ho né argento, né oro, ma quello che ho ve lo darò”, con
semplicità, con umiltà e con grande libertà, perché semplicità e umiltà rendono
liberi: non c’è altro criterio per poter sperimentare la grazia della libertà.
Ovviamente mi inserisco in punta di
piedi perché devo conoscere la storia. Mi
inserisco in un cammino e il primo passo da fare è inserirsi in questo cammino
con la consapevolezza di doverlo guidare, ma con lo stile della sinodalità.
Ho sempre insegnato Ecclesiologia e quindi la devo tradurre in atto.
Ho una grande devozione per la Vergine Maria. Mi fa impressione vedere
che il duomo di Todi e il duomo di Orvieto siano intitolati alla Vergine Maria,
all’Annunciata e all’Assunta: mi fa bella e buona la strada.
Leggendo un po’ la storia, qui c’è stato mons. Virginio Dondeo, che è
stato il censore ecclesiastico di don Primo Mazzolari. Lui ha difeso don Primo
Mazzolari anche contro gli interventi del Santo Uffizio.
Mi auguro che qui ci sia qualcosa del
carteggio tra i due, perché è interessante quest’uomo che in quel periodo non
ha avuto timore di difendere don Primo Mazzolari dai tanti attacchi che
provenivano anche dalla sua diocesi di Cremona. Quindi quest’uomo diventa
Vescovo e certamente non si era fatto una buona fama al Santo Uffizio. Chissà
se l’archivio mi farà vedere almeno un po’ di carteggio… don Primo Mazzolari prima di morire scrive l’ultimo editoriale che dice
così: “La Chiesa non ha confini da difendere o territori da occupare, ma solo
una maternità da allargare”. Ecco questo pensiero mi ha sempre orientato e mi
orienterà anche in questo cammino.
Grazie della vostra accoglienza: difetti ce ne sono tanti. Ne scopro uno
subito, gli altri li scoprirete voi: sono un po’ duro d’orecchi, spero non di
cuore. Con lo sguardo ovviamente recupero,
ma con la mascherina diventa tutto un po’ più complesso. Tra l’altro la
mascherina fa vedere soltanto gli occhi, che però non riescono a disegnare il
volto: gli occhi riescono a disegnare l’anima delle persone.
Gli altri difetti ve li lascio scoprire: in parte li conoscete, altri li
troverete. Credo che ogni persona sia una miscellanea di doni e di difetti, che
insieme formano la nostra personalità. Grazie.”
ULTERIORE MATERIALE FOTOGRAFICO E
VIDEO DELL’INCONTRO È A
DISPOSIZIONE NEL SITO WWW.DIOCESIORVIETOTODI.IT
Ancora un contributo del dott. Alfonso Gentili sulla legislazione attuale che regola il funzionamento delle province.
l primo sulla destra è l’attuale presidente della provincia e sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta- PSI; il primo a sinistra il dott. Gentili.
I
nuovi organi delle Province trasformate
dalla legge n. 56 del 2014 sono il Presidente della Provincia, il Consiglio
provinciale e l’Assemblea dei Sindaci. Il Presidente
della Provincia viene ora eletto
indirettamente dai Sindaci e consiglieri dei Comuni della Provincia con
voto ponderato, sulla base della presentazione di candidature sottoscritte da
almeno il 15 per cento degli elettori e scelte tra i Sindaci il cui mandato scade dopo almeno 18 mesi dalle
elezioni. Dura in carica per 4 anni, ma
decade automaticamente in caso di cessazione dalla caricadi Sindaco.Il Presidente
è il legale rappresentante dell’Ente,
presiede sia il Consiglio che
l’Assemblea e sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici; può
anche assegnare deleghe ai consiglieri
e nominare un Vicepresidente scelto
tra gli stessi, senza peraltro che gli sia consentito di costituire una vera e
propria Giunta provinciale, in quanto organo non più presente nella nuova forma
di governo dell’Ente.
Il
Consiglio provinciale è anch’esso
organo elettivo di secondo grado, in
quanto eletto dai Sindaci e consiglieri
comunali in carica nei Comuni della Provincia che sono, al contempo, anche
gli unici soggetti eleggibili a
consigliere provinciale. Ciò equivale
a dire che eleggono se stessi in rappresentanza della popolazione di un ambito
territoriale molto più ampio di quello comunale, per il quale erano stati scelti
dal corpo elettorale, divenendo quindi espressione di una rappresentanza a dir
poco “manipolata”. Tecnicamente l’elezione avviene con voto attribuito
a liste di candidati concorrenti in
un unico collegio elettorale e che viene ponderato. E’ possibile esprimere
anche un voto di preferenza per un
candidato consigliere che viene parimenti ponderato. Il Consiglio è composto dal Presidente della Provincia
e da un numero di consiglieri variabile (n. 12 per la Provincia di
Perugia). Dura in carica 2 anni e i componenti decadono se
cessano dalla carica di consigliere comunale. E’ l’organo d’indirizzo e controllo, approva i regolamenti, i piani, i
programmi e ogni proposta di atto avanzata dal Presidente. Ha potere di
proposta dello statuto all’Assemblea e di adozione e approvazione definitiva
dei bilanci dell’Ente.
Riprendiamo da Agenzia Umbria Notizie: si stanno azzerando i ricoveri e, di conseguenza, sarà possibile riavviare dal 25 maggio i servizi di emodialisi e della diagnostica per immagini. A seguire, è prevista la riapertura del Pronto soccorso, della degenza dell’area medica, dell’Unità di raccolta sangue, dell’oncologia e di alcuni servizi di specialistica ambulatoriale”. c
perugia 14 mag. 020 – Anche l’Ospedale di Pantalla si avvia gradualmente alla “Fase 2” e, a partire dal 25 maggio, saranno riattivati alcuni servizi, tra cui l’emodialisi: lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto.
“Nell’Ospedale di Pantalla, destinato temporaneamente a struttura Covid, – ha spiegato l’assessore Coletto – grazie al contenimento dell’infezione in Umbria, si stanno azzerando i ricoveri e, di conseguenza, sarà possibile riavviare dal 25 maggio i servizi di emodialisi e della diagnostica per immagini. A seguire, è prevista la riapertura del Pronto soccorso, della degenza dell’area medica, dell’Unità di raccolta sangue, dell’oncologia e di alcuni servizi di specialistica ambulatoriale”.
“Pur non avendo lasciato alle spalle la fase
dell’emergenza, per la quale è stato reso necessario individuare dei presidi da
destinare alla cura dei pazienti Covid, – sottolinea Coletto – l’Ospedale di
Pantalla per alcune attività sarà riaperto ai cittadini adottando tutte le
misure di sicurezza, nel rispetto dei percorsi e dopo la bonifica degli
ambienti”.
“E’ opportuno ricordare – conclude l’assessore – che, in questa fase, i comportamenti di ogni cittadino assumono ancora di importanza per evitare una nuova ondata di contagi. Di conseguenza, sarà opportuno fare attenzione alle indicazioni ministeriali e regionali relative all’uso delle mascherine e dei guanti, oltre al distanziamento, visto che il virus è ancora in circolazione e, se nella Fase 1, la chiusura totale ha rappresentato un elemento di grande protezione per tutti, in questo momento siamo obbligati ad adottare scrupolosamente le precauzioni necessarie per non vanificare gli sforzi fatti.
Lettera aperta alle Istituzioni ed al Sistema Produttivo Nazionale: Il futuro delle strutture alberghiere è un problema per tutta l’Umbria
Nel momento in cui ci interroghiamo su come superare questi drammatici momenti di emergenza COVID-19, mi sembra che ancora non ci sia contezza sulle condizioni in cui versano le strutture alberghiere e della ristorazione nella nostra Regione. Chi conosce le condizioni di esercizio della attività a sostegno del turismo in Umbria, si rende perfettamente conto di quanto costi, oggi, gestire un albergo o un ristorante, tra costi fissi e imposizione fiscale che rendono quasi impossibile rimanere sul mercato, già in condizioni di normalità, figuriamoci se con le condizioni di distanziamento individuate dal Governo.
La crisi del coronavirus, con la cancellazione del turismo straniero, la sostanziale incertezza sugli spostamenti degli italiani e la fantozziana vicenda delle linee guida, rimpallate tra Governo ed INAIL, rischiano di dare il colpo di grazia ad un settore che già viveva condizioni di grande difficoltà. La nostra realtà ha già dovuto scontare gli effetti del terremoto del 2016, che, di fatto, al di là dei danni emergenti, ha visto tutta la Regione subire le conseguenze ed i danni indiretti di essere ingiustamente considerata regione “a rischio”. Adesso, questa crisi che è assolutamente devastante. Qui non si tratta di affrontare una crisi produttiva ed economica che sarà comunque pesante, ma che ha visto in ogni caso ricominciare le fasi produttive e che vedrà ripartire le anche le attività commerciali.
Qui ci interroghiamo su un settore, che non ha certezze per il presente e nemmeno speranze per il futuro. Ci attendono mesi durissimi, con le conseguenti ricadute in termini occupazionali e di distruzione di ricchezza. Cosa sarà, ad esempio, delle nostre cantine o di intere filiere a sostegno delle attività ricettiva ? Io credo che il sistema Istituzionale e politico si debba porre il problema di valutare quale sia la portata sociale della rete della ricezione nella nostra Regione. A mio giudizio, infatti, il complesso delle strutture alberghiere e di somministrazione deve essere considerata come una della grandi infrastrutture di una moderna società occidentale, al pari ad esempio delle ferrovie o della rete stradale. Cosa sarebbe l’Umbria senza la sua rete di alberghi e ristoranti ? Quale futuro potremmo avere, senza poter contare su di loro ? Io credo che, senza questa rete, l’Umbria non possa avere alcun domani, né in termini di difesa del sistema nel momento della crisi, tantomeno in un futuro che vediamo incerto, difficile e nebuloso.
Ed allora dobbiamo porci il problema, a tutti i livelli istituzionali, insieme alle parti private ed alle associazioni di categoria, di come supportare questa realtà. Dobbiamo chiedere con forza che il Governo si decida ad individuare provvedimenti che prevedano la concessione di somme a fondo perduto (e non sistemi di nuovo indebitamento), che permettano di sopravvivere e di dare un futuro alla nostra Regione. E soprattutto dobbiamo avere il coraggio di affrontare il tema delle linee guida, che non possono essere soltanto la mera ricezione delle indicazioni dell’INAIL, ma debbono poter prevedere condizioni di effettiva agibilità.
Il tema è centrale, forse non tutti si rendono conto di quanto da questo posa dipendere il futuro della intera regione. Se dovessimo, in questo momento, lasciare soli gli esercenti della ricezione alberghiera e della ristorazione, rischieremmo di perdere un asse strategico, che porterebbe nocumento a tutta la regione, mettendo una seria ipoteca sulla possibilità di sopravvivenza dell’intero sistema economico. Il Sindaco del Comune di Todi Avv. Antonino Ruggiano
Di fronte alla crisi economica e sociale che anche Todi dovrà affrontare in conseguenza delle misure di lock down l’amministrazione comunale non prende ancora nessuna iniziativa. Anzi racconta una realtà falsata descrivendo Todi ora come un’isola felice, ora come una città allo sbando, in cui si prevedono sommosse e suicidi. Il tutto per gettare fumo negli occhi dei cittadini e nascondere l’inadeguatezza dell’amministrazione a proporre misure per fronteggiare la crisi che stanno vivendo famiglie e imprese. Un esempio il consiglio comunale di ieri. La Giunta ha proposto la ratifica di variazioni di bilancio che erano semplici partite di giro. L’unica di rilievo è stata la presa d’atto del contributo del governo di 108.224,27 euro per finanziare i buoni spesa che sono stati distribuiti alle famiglie. Una misura importante assunta dal governo nazionale per sostenere temporaneamente le famiglie in difficoltà, la cui attuazione da parte della Giunta di Todi presenta delle opacità che andranno verificate, me che giudichiamo giusta e opportuna da parte del Governo.Purtroppo però nessuna altra proposta concreta è stata portata dall’amministrazione in tema di riduzione dei tributi comunali, riduzioni da noi richieste e più volte annunciate dal Sindaco Ruggiano nelle lunghe dirette Facebook, ma di cui, ad oggi, non v’è traccia negli atti della Giunta. L’unica proposta che sono stati in grado di accogliere e sulla quale ci siamo astenuti giudicandola insufficiente è stata quella di prorogare la scadenza della prima rata della TARI al 15 giugno prossimo. Un segnale, ma si poteva fare molto di più.Per esempio istituire un fondo, come da noi proposto, facoltà prevista dal regolamento comunale sulla TARI, per ridurre la tassa a favore di famiglie e imprese. Invece niente. Tutto rinviato all’eventuale applicazione del l’avanzo di amministrazione. Se va bene a estate inoltrata, come dichiarato dal Sindaco durante la seduta di ieri . Per questo siamo rimasti stupiti del comunicato trionfale dell’amministrazione sulla presunta approvazione della riduzione della TARI. La realtà è che il Comune di Todi non ha preso alcuna iniziativa straordinaria né sulla tassa sui rifiuti né su altro, ma rimane in attesa, non si sa di che cosa, facendo passare per nuovi i miseri provvedimenti attuati sulla TARI negli anni scorsi.
Le persone che hanno avuto dei problemi di salute in questi giorni… sono stati sbattuti da un Ospedale all’altro con centinaia di chilometri in mezzo, una tribolazione drammatica. Non è ammissibile che l’Ospedale di Pantalla resti chiuso, non è possibile che non si riattivino dei servizi sanitari essenziali.
Ho parlato con delle persone che hanno avuto dei problemi di salute in questi giorni. È stato per loro un calvario,
sono stati sbattuti da un Ospedale all’altro con centinaia di chilometri in mezzo, una tribolazione drammatica. Non è ammissibile che l’Ospedale di Pantalla resti chiuso, non è possibile che non si riattivino dei servizi sanitari essenziali.
Dire che debba restare chiuso, in attesa, per una ipotetica “seconda ondata” è dire una cosa senza nessun senso.
Ad oggi quell’Ospedale è una eccellenza, gli Operatori hanno dimostrato di saper gestire una emergenza importante
ed è del tutto evidente che, oggi, a bocce ferme, si potrebbero riattivare i servizi essenziali ed allo stesso modo mantenere il punto Covid 19.
Lo dicono gli stessi Operatori.
Dire il contrario è non avere la percezione della realtà, far finta che non esistono i disagi per tantissimi cittadini,
significa sbandierare scuse poco dignitose ma la realtà pura e semplice è che semplicemente si china la testa ad un comando che viene dall’alto.
Tutto questo è inaccettabile, non si può chiedere la riapertura di tutte le attività commerciali e lasciare invece
l’Ospedale chiuso.
È un controsenso in termini, è una vergogna.
Andrea Vannini – Consigliere Comunale Pd
E’ necessario e urgente costruire un’azione politica unitaria e forte che restituisca i servizi sanitari essenziali ai cittadini della MVT. Non si può più aspettare.
Il 24 Aprile scorso abbiamo chiesto la convocazione urgente del Consiglio comunale di Todi per ottenere la riapertura dell’ Ospedale della Media Valle del Tevere. All’ordine del giorno abbiamo messo tre proposte:1 – la riattivazione progressiva, sulla base di un cronoprogramma condiviso, dei servizi sanitari e diagnostici presenti nel presidio ospedaliero di Pantalla, a cominciare dal Pronto Soccorso.2 – l’individuazione di una struttura regionale COVID alternativa. 3 – la valorizzazione dell’esperienza, che hanno svolto gli operatori sanitari del nostro ospedale durante questa emergenza, attraverso il mantenimento della terapia intensiva attivata in queste settimane. Purtroppo il recente incontro dei Sindaci della MVT con la Presidente Tesei, l’assessore Coletto e il D.G. Dario, non ha prodotto alcun risultato. Anzi, se possibile, ha peggiorato la situazione di incertezza sul futuro prossimo dei servizi ospedalieri della MVT. La possibilità di riapertura dell’ospedale, infatti, è legata al permanere dello stato di emergenza sanitaria stabilito dal Governo, per ora fino al 31 Luglio prossimo e nessuno sa se destinato a protrarsi. E’ sconcertante che la Regione faccia riferimento solo al termine incerto della fine dell’emergenza, per la riapertura dell’ospedale di Pantalla e non ponga in essere alcuna iniziativa o programmazione per restituire i servizi ospedalieri di base ad un territorio di sessantamila abitanti. Abbiamo sollecitato la Presidente del Consiglio Pagliochini a non ritardare la convocazione del Consiglio comunale, affinché Todi possa vedere rappresentate, nella sede istituzionale dovuta, le esigenze manifestate da cittadini, organizzazioni sindacali, associazioni e alcune forze politiche di riaprire i servizi sanitari del territorio.Abbiamo dato disponibilità, a partire dalle nostre tre proposte, a scrivere un documento politico unitario da approvare in consiglio, per dare ai Sindaci uno strumento efficace nella trattativa che finora è stata inutile. Il gruppo regionale del PD ha avanzato una proposta concreta per individuare il Centro di ricerca sulle cellule staminali nell’ex-Milizia di Terni, già attrezzato all’uso biomedico e di proprietà della Regione, come struttura COVID regionale alternativa al nostro ospedale, proponendo di investire lì i tre milioni di euro previsti per realizzare un ospedale da campo temporaneo e al momento inutile. Non possiamo più permetterci di traccheggiare per avallare l’atteggiamento attendista della Lega tuderte, unica forza politica cittadina che non ha ancora preso posizione sulla riapertura dell’ospedale, se non si vogliono far prevalere gli interessi di partito su quelli del territorio. Il sostegno acritico all’azione della Giunta Regionale, manifestato pubblicamente da Francesca Peppucci, che siede sia in Consiglio comunale che in quello regionale e le iniziative del Senatore Briziarelli volte a ridimensionare i servizi dell’Ospedale della MVT a favore di quello di Castiglione del Lago, non fanno prevedere azioni positive per il futuro di un intero territorio. E’ necessario e urgente costruire un’azione politica unitaria e forte che restituisca i servizi sanitari essenziali ai cittadini della MVT. Non si può più aspettare.
Selezionati i vincitori della V edizione del premio di Poesia “La Città che amo”: Luciana Pizzichini di Todi; per la capacità di coinvolgere emotivamente il lettore, la migliore poesia è stata quella di Alessandra Cruciani di Baschi, mentre per la qualità della produzione poetica è risultata vincitrice Maria Elisa Stagnari.
La giuria del premio “La Città che Amo” – composta dal Presidente di ETAB Avv. Claudia Orsini, dal Prof. Francesco Tofanetti e dal Prof. Vincenzo Russo – ha selezionato le opere migliori tra le numerose pervenute ed ha individuato i vincitori del concorso per ciascuno dei tre ambiti poetici indicati nel bando. “La Fiera di San Martino a Todi!”, il tema scelto per questa edizione. Un ringraziamento a tutti i bravissimi concorrenti e un ringraziamento speciale ai tanti giovani che hanno contribuito a promuovere l’immagine di Todi dedicando una poesia alla fiera di San Martino, appuntamento tradizionale per la città di Todi che il tempo ed il radicale cambio di abitudini non ha scalfito e che, a quanto si legge nelle poesie, è particolarmente sentito anche nelle generazioni del futuro . La qualità e quantità degli elaborati pervenuti, anche in questa edizione, ha reso assai difficile il compito dei giurati. Per l’originalità espressiva è risultata vincitrice un’opera di Luciana Pizzichini di Todi; per la capacità di coinvolgere emotivamente il lettore, la migliore poesia è stata quella di Alessandra Cruciani di Baschi, mentre per la qualità della produzione poetica è risultata vincitrice Maria Elisa Stagnari. La giuria ha inoltre assegnato due menzioni speciali ad Andrea Carbonari e Giulio Dominici. L’attuale situazione impedisce, nell’immediato, la consueta premiazione presso i palazzi comunali alla presenza del nostro Sindaco. Cerimonia, dunque, semplicemente rimandata, come già deciso dall’Amministrazione di ETAB e dalla Giuria che confidano di organizzare la premiazione non appena verranno meno le restrizioni. Come nelle scorse edizioni l’iniziativa, oltre a valorizzare le eccellenze cittadine, vuole anche rinsaldare i vincoli identitari ed il forte senso di appartenenza alla propria città, ribadendo, al contempo, l’importanza di ogni forma espressiva e, in particolare, della poesia. In questo brutto momento anche la bellezza della poesia può salvare il mondo, dandoci il giusto slancio.
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