” La non fortunata storia degli Uffici giudiziari distaccati in Todi”, di Alfonso Gentili

 

La città di Todi è stata sede di Pretura (R.D. 601 del 1923) in quanto capoluogo del mandamento comprendente allora il territorio dei comuni di Baschi, Collazzone, Fratta Todina, Massa Martana, Monte Castello di Vibio e Todi nel circondario del Tribunale di Perugia insieme ad altre nove preture, mentre nell’allora unico altro Tribunale di Terni (esteso al Reatino) le Preture erano otto, tra cui Narni, Norcia, Orvieto e Spoleto. Il Pretore era un giudice monocratico  a cui era affidata la giurisdizione in materia civile e penale, oltre importanti compiti di natura amministrativa e volontaria giurisdizione.

Con la legge 30 del 1989 sono state abolite le Preture mandamentali istituendo le Preture circondariali e stabilendo che le altre preture esistenti  andavano a costituire le Sezioni distaccate della Pretura che aveva sede nel capoluogo di circondario ( circoscrizione dei tribunali). In particolare per quanto riguarda la Pretura circondariale di Perugia erano state istituite sette Sezioni distaccate, tra cui quella di Todi comprendente il territorio dei comuni dell’ex mandamento, escluso quello di Baschi inserito nella Pretura di Orvieto.

In attuazione della legge delega  254 del 1997, il decreto legislativo 19 febbraio 1998, n. 51 (Governo Prodi-Guardasigilli Flick) ha disposto, a far data dal 2 giugno 1999, la soppressione dell’ufficio del Pretore e quindi delle Preture circondariali e delle loro Sezioni distaccate, trasferendo le relative competenze al Tribunale ordinario, quale giudice unico di primo grado in composizione monocratica e, nei casi previsti dalla legge, in composizione collegiale. Il decreto ha anche previsto  in alcuni casi l’istituzione di  Sezioni distaccate di tribunale con il compito di decidere le controversie in composizione monocratica ed in particolare,  per quanto riguarda la Corte d’Appello di Perugia comprendente allora quattro tribunali, l’istituzione di Sezioni distaccate solo per il Tribunale di Perugia in numero di cinque e cioè quelle di Assisi,Città di Castello, Foligno, Gubbio e Todi, quest’ultima comprendente i cinque comuni della ex Sezione distaccata della Pretura circondariale di Perugia.

Con tale legge delegata, anche sulla base dei pareri condizionati di fine gennaio 1998 delle Commissioni Giustizia  della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, venne quindi accolta  l’istanza  al Ministero di Grazia e Giustizia in data 9 gennaio 1998, prot. n. 691, dell’allora Sindaco Nulli Pero, di istituire a Todi una Sezione distaccata  del Tribunale di Perugia al posto dei quella distaccata di Pretura. Non venne subito recepita la contestuale  proposta  di estensione della competenza della Sezione distaccata anche sui territori di Marsciano ( Sindaco Tiberi) e Deruta ( Sindaco Mastice) come deliberata dei rispettivi Consigli comunali ( deliberazioni n. 2/1998 e n. 6/1998, oltre quella di Todi n. 230/1997, tutte allegate all’istanza insieme anche ad un documento degli Avvocati e Patrocinatori legali dei comuni di Todi, Marsciano e Deruta ed altra documentazione utile. Tra tali documenti figuravano, in particolare, il titolo di Città concesso a Todi con decreto del Capo dello Stato ( Scalfaro) del 19 settembre 1994 insieme allo stemma  con la corona di città che è turrita a 5 punte visibili, diversa dalla corona di comune   e la riclassificazione del Comune di Todi in classe superiore di I/B con decreto ministeriale (Ministro Napolitano -Sottosegretario Vigneri) del 9 dicembre 1996,  al pari dei comuni di Città di Castello, Gubbio, Assisi, Foligno e Spoleto della Provincia di Perugia.

A seguito di un’ulteriore richiesta in data 11 dicembre 1998, prot. n. 20922, del nuovo Sindaco Marini allo stesso Ministero di Grazia e Giustizia e di un cortese e proficuo incontro avutosi ad inizio febbraio 1999 con il compianto Capo di Gabinetto, magistrato e funzionario Dr. Loris D’ambrosio, e dell’altro incontro, nella stessa giornata, insieme ad un noto parlamentare umbro, con la Presidente della Commissione giustizia della Camera dei Deputati, on. Finocchiaro, nonché   su conformi pareri favorevoli di inizio giugno delle due commissioni parlamentari che evidenziavano trattarsi di rettifiche di errori materiali contenuti nel precedente decreto, con successivo decreto legislativo correttivo 7 giugno 1999, n. 160, (Governo D’Alema I, Guardasigilli Diliberto) i territori dei comuni di Deruta e  Marsciano sono stati scorporati dalla sede centrale del Tribunale di Perugia ed aggiunti alla Sezione distaccata di Todi del medesimo Tribunale che è così venuta ad avere un bacino d’utenza  con un’estensione territoriale di 612 kmq ed una popolazione totale di allora quasi 51.000 abitanti.

Dopo appena  tredici anni, in attuazione della legge  148 del settembre 2011 (Governo Berlusconi, Guardasigilli Palma) recante, all’art. 1,comma 2, delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari,  il decreto legislativo 7  settembre 2012, n. 155 (Governo Monti-Guardasigilli Severino) ha disposto, a far data dal 14 settembre 2013, tra l’altro, la soppressione dei Tribunali ordinari, delle Sezioni distaccate di tribunale e delle Procure della Repubblica indicati nella tabella A) allegata al decreto stesso ed, in particolare, per il Distretto della Corte d’Appello di Perugia, la soppressione del Tribunale e Procura di Orvieto e delle cinque Sezioni distaccate del Tribunale di Perugia, tra cui appunto quella di Todi, insieme peraltro a tutte le altre Sezioni distaccate di tribunale d’Italia.

Ma la riorganizzazione degli uffici giudiziari del 2012, purtroppo, ha riservato  ai sette comuni della ex Sezione distaccata di Todi anche l’amara sorpresa di sottrarli al Tribunale di Perugia ed accorparli, coattivamente ed in evidente violazione del criterio della specificità del bacino di utenza anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, al circondario del Tribunale di Spoleto (che in precedenza serviva 81 mila abitanti circa), insieme a quelli della ex Sezione distaccata di Foligno che almeno risultava rispettare il criterio di cui sopra  e, tra l’altro, era già sufficiente per portare il nuovo circondario al disopra del limite minimo di popolazione di 100 mila abitanti per i tribunali. La geografia giudiziaria artificiosamente costruita nel 2012, contro la volontà dei Comuni e a danno degli interessi dei cittadini ed imprese del comprensorio della Media Valle del Tevere, necessiterebbe quanto prima di nuove iniziative delle Amministrazioni comunali e degli operatori del settore nei confronti dell’attuale Governo e Guardasigilli, date anche le previsioni del contratto di governo sul capitolo Giustizia, nonché delle attuali Commissioni parlamentari competenti per essere opportunamente corretta, considerati anche gli insoddisfacenti risultati della strana operazione effettuata cinque anni fa.

Li 3 luglio 2018

Dr. Alfonso Gentili