Addio a Franco Serpa

Franco Serpa nell’Aula Magna del Liceo Jacopone durante la cerimonia in suo onore.

Una notizia non inaspettata ma dolorosa, molto dolorosa non solo per chi scrive ma anche per alcune generazioni di studenti che l’hanno avuto come docente tra gli anni sessanta e settanta del secolo passato ed oggi ormai nella terza età. Serpa era nato il 26 agosto del 1931; quando è venuto a Todi ad insegnare latino e greco era un giovane professore, poco più che trentenne, ma già capace di incidere profondamente sulla cultura degli studenti, dell’intero Liceo e di tutta la nostra comunità.

Serpa come docente fu, a dir poco, esemplare. Fu il portatore nella scuola di una cultura vastissima e profonda e profondamente vissuta. Per il Liceo un passaggio esemplare  da una dimensione culturale corretta ma sostanzialmente legata ad una realtà provinciale:  con il nuovo professore di materie classiche divenne un luogo dove si respirava e si viveva una cultura europea, si conoscevano autori fondamentali contemporanei, a noi ignoti, e dove la grande musica europea veniva conosciuta, ascoltata ed amata.

Un cambiamento radicale che coinvolse inevitabilmente l’intera comunità perché  gli allievi e i docenti del liceo  erano in quel momento anche protagonisti nella vita culturale tuderte. Chi scrive non fu suo allievo nella scuola (docente ancora senza laurea) ma si sentì in tutto come suo allievo: la sua dimensione culturale europea e l’amore soprattutto per  quella tedesca, la profonda conoscenza della cultura classica, la musica vissuta ed amata e arricchita da una profonda dimensione critica erano  messaggi che incidevano profondamente nel modo di sentire e vivere anche il  lavoro nella scuola.

Per chi lo ascoltava era anche suggestivo e impressionante sentirlo parlare delle sue amicizie nella musica e nella cultura; i nomi di compositori come Hans Werner Henze di scrittori come Ingeborg Bachmann e Elsa Morante; i suoi incontri con Igor Strawinsky, Greta Garbo, Maria Callas; la collaborazone con Fedele D’Amico per la sezione musicale dell’Enciclopedia dello Spettacolo.

 Ma un altro aspetto va sottolineato: non era solo un docente, era un Maestro che si imponeva sugli allievi e sui colleghi per autorevolezza ma anche per una grande umanità: capace di capire i problemi degli allievi, di parlare loro con comprensione e umanità, di dare saggi consigli e di dedicare anche su questi aspetti molto del suo tempo. Ma era insieme un insegnante severo, che pretendeva studio e applicazione, che dava giudizi, e voti, anche severi ma giusti (la sua allieva Patrizia Cavalli, da lui molto stimata, fu bocciata in secondo liceo proprio in Latino e greco e dovette ripetere l’anno) . E va anche ricordato il suo rispetto per le altrui opinioni pur essendo egli molto fermo nelle sue convinzioni.

Con molti dei suoi ex allievi ed amici,  dopo sua partenza da Todi, è rimasto costantemente in contatto, sempre percepito come il Maestro, con la consapevolezza che il suo insegnamento e la sua amicizia avevano inciso profondamente nella loro vita.

Dopo la sua partenza da Todi e un breve periodo nel Liceo di Rieti, si trasferì per alcuni anni a New York nell’Istituto Italiano di cultura. Rientrò in Italia come docente di Latino nell’Università di Trieste ma gli fu spesso assegnata anche la docenza in Storia della Musica.

In pensione nel 2005, fu invitato a Todi, che aveva comunque continuato a frequentare, dal Liceo Jacopone che utilizzò questa occasione per fare una giusta celebrazione dei grandi meriti del suo lavoro, un Pomeriggio di parole e musica in onore di Franco Serpa ex docente del Liceo in occasione del concludersi della sua attività didattica nei licei e nelle università. Dopo il saluto del preside e del sindaco intervennero il Prof. Marco Grondona, il Prof. Giampiero Rosati, la Dott. Isabella Martelli, il prof. Prof. Enrico Trizza e il Prof. Manfredo Retti. Con due momenti musicali eseguiti dal Coro del Liceo con la direzione del Maestro Marco Venturi e brani d’opera eseguiti dal soprano Daniela Boni.

E per questa occasione convennero, nell’aula magna del Liceo, molti dei suoi allievi di un tempo che avevano mantenuto l’immagine di un uomo e di uno studioso esemplare.  

Oggi gli organi di informazione lo definiscono  latinista, musicologo, germanista, traduttore e accademico italiano ponendolo giustamente negli alti livelli della  cultura europea.

Francesco Tofanetti