6 gennaio. Un secolo dalla morte di Luigi Morandi. Ma a Todi nessuno lo ricorda.

Un ricordo del grande letterato, critico, scrittore e poeta. E un invito alle autorità comunali a celebrarlo.

Luigi Morandi è morto esattamente conto anni fa dopo una vita intensa e grandi meriti umani, letterari e patriottici. Ma merita una riflessione quanto scritto da Giovanni Tenneroni nel 1988: ‘La figura di Morandi ci invita ad una riflessione: Todi cittadina di provincia riconsce a tempi alterni i suoi figli migliori. Todi, città di cultura, al contrario, dovrebbe saper scegliere, valutare e valorizzare uomini e situazioni aldilà di miti, mode e politiche. Oltre l’opportunità di intitolare una scuola della città a Luigi Morandi, sono auspicati studi, approfondimenti e pubblicazioni sull’opera del grande tuderte’

Il Dizionario Biografico degli italiani, edito da Treccani. così lo ricorda: Letterato (Todi 1844 – Roma 6/1/1922). Militò con Garibaldi nel 1867 e dell’impresa lasciò ricordo nel volume Da Corese a Tivoli (1868). Professore nelle scuole medie e libero docente nelle università; dal 1881 all’86 maestro di letteratura del principe di Napoli (di qui il libro Come fu educato Vittorio Emanuele III, 1901). Deputato e dal 1905 senatore. Opere principali: Saggi di proverbi umbri (1869); Le correzioni ai “Promessi Sposi” e l’unità della lingua (1879); Voltaire contro Shakespeare, Baretti contro Voltaire (1882); Origine della lingua italiana (1883); Antologia della nostra critica letteraria moderna (1885); Grammatica italiana (in collab. con G. Cappuccini, 1894). Nel 1886-87 pubblicò una fortunata edizione commentata in 6 voll. dei Sonetti di G. G. Belli.

Oggi viene ricordato soprattutto per l’opera sui sonetti di G.G. Belli (oltre 2300), da lui studiati poi pubblicati con note che la critica attuale giudica preziosi sia per la quantità di notizie che Morandi aggiunge alle sue note, sia per la qualità dei suoi commenti letterari. Soprattutto gli viene attribuito il merito di aver capito e valorizzato la qualità artistica del poeta romano.

Nel lungo discorso commemorativo in Senato, il presidente ricordò fra i suoi meriti: ” Egli fu il maestro nel senso più alto della parola, poiché nei lunghi anni d’insegnamento seppe ispirare alla devozione della patria, alla probità della vita, al culto dell’arte numerosissime schiere di discepoli. Scrittore forbito, elegante, linguista purissimo ed insieme erudito, numerose pregevoli pubblicazioni egli lascia, ma l’opera sua principale resterà la sovrana edizione dei sonetti del Belli, vero monumento eretto al grande poeta dialettale.
Benemerenze non minori di quelle guadagnatesi nel campo della cultura, egli acquistò nella vita politica, cui partecipò con rara nobiltà di metodi, con grande elevatezza di scopi. La sua Todi lo volle proprio rappresentante alla Camera dei deputati per la 19ª legislatura ed il mandato politico gli riconfermò nelle due legislature successive fino a quando nel 1904, egli non volle ripresentarsi agli elettori, cedendo il posto al suo compaesano ed amico Ciuffelli. Il 4 marzo 1905 fu nominato senatore.

Concludiamo invitando l’Amministrazione Comunale a dedicare un convegno di studi all’illustre concittadino.

L’Osservatore Tuderte.