Todi, la “città che legge”

Il Ministero della cultura (Mibact), il Centro per il libro e la lettura (Cepell) e l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani (ANCI), hanno riconosciuto nel 2018, per un triennio alla città di Todi – oltre che a quelle di Bastia Umbra, Corciano, Gualdo Tadino, Gubbio e Spoleto – la qualifica di “Città che legge” perché si è distinta per la lettura e soprattutto per la predisposizione ad organizzare eventi ed incontri culturali, in cui fosse la lettura l’attività che potesse fare la differenza. La Biblioteca Comunale di Todi infatti, si è rivelato luogo di aggregazione per giovani ed anziani durante la intelligente ed appassionata gestione della Dott.ssa Fabiola Bernardini. Ma non va dimenticato che il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, indetta dalla Conferenza generale dell’Unesco. La scelta della data è simbolica e di grande effetto; infatti nel 1616 sono morti tre giganti della letteratura mondiale: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garcilaso Inca de la Vega. L’obiettivo della Giornata è quello di promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright. Il messaggio è rivolto principalmente ai giovani, per stimolarli a scoprire il piacere di leggere. “L’alfabetizzazione è la porta che conduce alla conoscenza, indispensabile per l’autostima e la responsabilizzazione dell’individuo. I libri, in tutte le forme, svolgono un ruolo essenziale”, ha dichiarato, Audrey Azoulay che succede alla bulgara Irina Bokova (prima donna a ricoprire la carica) quale direttore generale dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite preposta all’Educazione, alla Scienza e alla Cultura. “Il tempo per leggere dilata il tempo per vivere” e offre l’occasione di consolidare o addirittura di instaurare nuove relazioni umane, in uno scambio che spesso rappresenta il legame esistente tra persone, testi e luoghi. E questa è stata la finalità di una serie di incontri culturali organizzati proprio a Todi – la “città che legge” – nell’accogliente sala da thè del bar Il Fondaco:

creare un senso di comunità attraverso letture condivise e spesso interpretate da chi andava in quel bar, anche per sorseggiare una tazza di cioccolato o di un thè dall’aroma quasi esotico, e partecipare a quegli eventi del Fondaco Letterario. A conclusione di questi appuntamenti – apprezzati col tempo nel panorama culturale della città – è stata organizzata la “Giornata della rosa e del libro” il 23 aprile, manifestazione ripresa da quella nata in Catalogna, a Barcellona: nello stesso giorno, in cui si celebra San Giorgio, ogni uomo dona una rosa alla sua donna che contraccambia con un libro.

E a Barcellona la tradizionale passeggiata per le Ramblas è invasa di banchetti pieni di libri – che gli editori presentano anche sotto forma di letture estemporanee – e di rose, creando uno degli eventi più suggestivi dell’anno.

Todi, con il Fondaco letterario, ha cercato di far conoscere la stessa tradizione, presentando anche alcuni autori umbri con le loro opere. Soprattutto si è cercato, oltre che farli conoscere, diffondere l’interesse per la lettura, anche ad alta voce.

Così la scrittrice e docente siciliana, da anni ormai umbra, Tommasina Soraci ha fatto parlare Trotula de’ Ruggiero.

Una medica delle donne per le donne, una tra le numerose “mulieres” della Schola salernitana di medicina; Roberta Marconi, Perla Passagrilli e Lisa Bresciani, giovani studentesse del Liceo Jacopone di Todi, ci hanno fatto conoscere Grimilde, Drusilla e Sussurro, eroine della Saga gothic fantasy da loro scritta;

Stefano Benazzo, tuderte d’adozione, fotografo di Relitti, scultore, modellista architettonico e navale, ha fatto parlare attraverso i suoi scatti le storie nascoste dietro ad imbarcazioni spiaggiate sulle coste (e nelle acque interne) in tutto il mondo, laddove non è un uomo che parla di navi, ma navi che parlano di uomini.

Il giovane scrittore di Gualdo Tadino Matteo Bebi ci ha letto alcune pagine di Poi si fece buio una interessante storia ambientata nel 1200.

“La scrittura e la lettura – sosteneva Luis de Sepulveda – hanno il potere di conservare intatti i sogni senza dimenticarli. Raccontare è un mezzo per cercare di diventare migliori. E se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo”. Celebrare dunque il 23 aprile la Giornata mondiale del libro a Todi è stata – per Donatella e Simonetta Fedele e Laura Toppetti, promotrici degli eventi del Fondaco letterario – l’occasione per trasformare quella giornata in un momento di intensa socialità.

Così il simpatico invito ad uno scambio di fiori e libri tra uomini e donne ha messo in evidenza un modo significativo di coniugare cultura e senso di comunità: la lettura aiuta ad aprirci agli altri nonostante la distanza, aiutandoci a viaggiare, anche grazie all’immaginazione. Leggiamo proprio in questi giorni una notizia che riguarda l’ “elezione” – detto in modo ironico – di Todi a “Città del libro” con il lancio di un Festival letterario, un’iniziativa che si svolgerebbe nel mese di Giugno, patrocinata dal Comune, dalla Regione e dall’Etab e che “mira a conquistare un posto di primo piano fra i principali appuntamenti di respiro nazionale dedicati al mondo dell’editoria” come si legge sia nel sito che nella pagina Facebook. Sorprende e preoccupa che gli organizzatori di tale manifestazione, poco avvezze alla dialettica democratica, possano produrre, con questa iniziativa, un solco profondo nella stessa cittadinanza.