Presentato l’ultimo libro di Marco Grondona Tutti pazzi per Marx

La cronaca di una serata dedicata al libro del musicologo tuderte recentemente scomparso.

Il prof. Manfredo Retti e il musicologo Ettore Pacetti hanno presentato sabato scorso, nell’Aula Magna del Liceo Jacopone, l’ultimo libro di Marco Grondona. Partecipava un folto pubblico costituito non solo da amici di Marco ma anche di persone esperte o amanti della musica che desideravano conoscere un testo il cui titolo suscita da solo interesse e curiosità. E tutti con il desiderio di rendere omaggio al prof. Grondona. Presenti anche colleghi universitari e Lucia Mencaroni, la moglie di Marco, cui il volume è dedicato, anch’Ella profonda conoscitrice della musica, cantante, e in passato direttore artistico di una delle più importanti orchestre italiane.

Sul contenuto del libro hanno parlato i due presentatori, Pacetti anche con esempi musicali al pianoforte. Difficile fare la sintesi di un volume molto complesso e anche a volte tecnico, ma Manfredo Retti ne ha curato una sintesi che di seguito pubblichiamo

Il sottotitolo (una sera con Francesco Orlando) inquadra logisticamente e cronologicamente il titolo, immaginando la  conversazione di un pomeriggio con Francesco Orlando, il docente francesista della Normale di Pisa ( ex allievo di Tomasi di Lampedusa e sostenitore della teoria freudiana della letteratura), che Grondona  incontrò non appena divenuto allievo normalista ed ha poi continuato a frequentare.  Si tratta, è evidente, di un sottotitolo simbolico, perché il testo  riassume  un sodalizio culturale  ben più esteso nel tempo, un sodalizio  durato un’intera vita, che per Orlando si è conclusa nel 2010.  Ecco, dunque, il titolo, ispirato dal tema centrale, che individua alcune analogie tra fenomeni storico-artistici generalmente percepiti come separati, se non, addirittura contrastanti, come, per esempio, il Capitale di Marx e la Tetralogia wagneriana: da cui,  stabilita l’analogia, all’influsso esercitato da  Wagner sulla cultura ( non solo musicale) del suo tempo, si aggiungerebbe un parallelo influsso del marxismo, in direzione sociale. Analogia  colta nel  Novecento, da alcune esecuzioni del Ring a Bayreuth e alla Scala ad opera dei registi Chéreau e Ronconi.  Il tema si amplia a un quadro generale comprendente  autori (Puccini e Verdi), esecutori ( Muti e la Callas),  attori (Carmelo Bene), alternati a riflessioni  sulla musica e l’arte in genere, proprie dell’autore e condivise con l’interlocutore.  Le basi d’appoggio di tale rivisitazione sono, sia tecniche, commentabili solo   da un  musicologo, sia culturali, avvicinabili da un amatore, sempreché abbia esperienza di ascolti e  sia capace di muoversi attraverso le citazioni, spesso di semplici frammenti.