Si nota all’imbrunire Solitudine da paese spopolato

Il 5 novembre al Teatro Comunale di Todi

Foto di Maria Grazia Antonelli

di Lucia Calamaro con Silvio Orlando e con Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini,
Maria Laura Rondanini regia Lucia Calamaro scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale luci Umile Vainieri

Da ‘Del teatro.it’.

”Si nota all’imbrunire è la storia di un uomo, padre di famiglia, Silvio, che vive solo in un paesino abbandonato via via anche da chi ci ha abitato, un padre incapace di “chiedere” qualsiasi cosa sia ai figli, sia al fratello. Un padre scostante ma ironico, in grado, almeno all’inizio ci appare così, di affrontare la solitudine sostenendo che sia una cosa utilissima. Un padre che impietosamente giudica i propri figli, il fratello, all’apparenza incapace di sapere vivere con gli altri, che osserva quasi con disprezzo. Poi, però, scopri che è un uomo toccato da un grande dolore: la morte della moglie amatissima, amatissima proprio perché morta, verrebbe da dire.

Nel corso dello spettacolo osserviamo i tentativi spesso goffi di questi suoi familiari per trovare una via verso il suo cuore, perennemente respinti dallo scetticismo impietoso, perfino crudele dell’uomo che ci mostra che forse in fin dei conti, è lui che è incapace di vivere con loro, di accettarli per quello che sono: una figlia che cerca l’affermazione nel suo lavoro, un’altra figlia che vorrebbe diventare famosa come poetessa, un figlio che vuole arricchirsi occupandosi dei soldi degli altri, un fratello che cerca un riconoscimento al suo lavoro di medico. Un personaggio, questo padre, che rischia di esserci istintivamente antipatico, manipolatore, superbo, incapace di affetti.

Poi arriva la fine che è praticamente il rispecchiamento dell’inizio. C’è il padre solo con i figli – ci si dice – sono tre anni che non si interessano di lui perfino quest’anno che ricorre l’anniversario della morte della moglie. Eccolo allora il nostro protagonista solo, al cimitero, sdraiato sulla tomba della moglie con un mazzo di fiori in mano. Tutto diventa chiaro: tutto è stato vissuto – almeno così a me pare – dall’uomo come un sogno, una realtà immaginaria, qualcosa che non c’è mai stato fuorché il disinteresse dei figli e la mancanza della moglie, di cui ricorda con struggimento anche le cose più insignificanti. Tutto resta un pensiero, un pensiero triste che si sogna e si ricorda.”

di Lucia Calamaro con Silvio Orlando e con Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini,
Maria Laura Rondanini regia Lucia Calamaro scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale luci Umile Vainieri