Un intervento ampio ed informato del dott. Alfonso Gentili sulla chiusura del Tribunale a Spoleto e la modifica delle competenze territoriali. e sulle iniziative necessarie per riportare a Todi la sede del tribunale
La vicenda dell’allontanamento a Spoleto del servizio statale di giustizia ordinaria .
Il decreto legislativo 155 del 7 settembre 2012 (Governo Monti, Guardasigilli Severino) contenente la nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e delle Procure, ha trovato puntualmente concreta attuazione trascorsi dodici mesi dalla sua entrata in vigore e vale a dire dal 14 settembre 2013 durante il nuovo Governo Letta, avendo il Guardasigilli Cancellieri assunto una posizione contraria rispetto a due disegni legge d’iniziativa parlamentare presentati nel maggio 2013 e volti a differirne l’efficacia di altri dodici mesi.
Per quanto riguarda la Città di Todi e gli altri sei comuni della Media Valle del Tevere (escluso San Venanzo-TR) si sono, pertanto, così verificati sia la soppressione della Sezione distaccata di Todi del Tribunale di Perugia che lo scorporo dell’intero territorio della ex Sezione dal circondario del suddetto tribunale e l’innaturale accorpamento al nuovo circondario del Tribunale di Spoleto. Con l’altro decreto legislativo 156 di pari data venivano previsti anche la soppressione dell’Ufficio Giudice di Pace di Todi ( comprendente cinque comuni) e l’accorpamento degli stessi comuni nel Giudice di pace di Spoleto, aggiungendovi anche quelli di Marsciano e Deruta che venivano scorporati dal Giudice di pace di Perugia.
Occorre però ricordare che lo schema di decreto legislativo adottato, in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri nella seduta 6 luglio 2012 e trasmesso al Parlamento per il parere delle Commissioni competenti, atto n. 494, prevedeva l’accorpamento dei comuni dell’ex Sezione distaccata di Todi al nuovo circondario del Tribunale di Terni, insieme a quelli del soppresso Tribunale di Orvieto, mentre per il nuovo circondario di Spoleto era previsto solo l’accorpamento della ex Sezione distaccata di Foligno. In sede di approvazione definitiva, nonostante il parere espresso in data 1° agosto 2012 dalla Commissione Giustizia ( Presidente Buongiorno) della Camera dei Deputati contenente, tra le altre, la seguente condizione “nel distretto di Perugia la sezione distaccata di Todi è stata erroneamente accorpata a Terni o Spoleto, mentre geograficamente deve essere accorpata a Perugia, data la breve distanza e la facilità di comunicazione lungo la direttrice nordsud (E45 e rinnovata Flaminia)”, il testo finale del decreto risultò purtroppo essere stato modificato con l’accorpamento dell’ex Sezione di Todi al circondario di Spoleto, situato nell’altra vallata umbra oltre la catena dei Monti Martani e mal collegato a questo territorio in particolare dai servizi pubblici di trasporto.
Il nuovo Governo Letta, contrario come sopra alla proroga della riorganizzazione degli uffici giudiziari, ha invece inteso esercitare la facoltà di adottare disposizioni integrative e correttive entro il termine di due anni dall’entrata in vigore dei decreti legislativi di riforma previsto dall’art. 1, comma 5,della legge delega 148 del 2011 (Governo Berlusconi, Guardasigilli Palma) ed in data 13 settembre 2013 il Consiglio dei ministri ha preliminarmente deliberato un schema di decreto legislativo integrativo e correttivo dei due decreti delegati del 2012 e lo ha trasmesso al Parlamento, atto n. 36.
Dopo l’espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari ed in particolare di quello della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati (Presidente Ferranti, Vicepresidente Bonafede, Segretario Molteni) in data 11 dicembre 2013, condizionato alle modifiche indicate nel parere stesso tra cui quella di “accorpare a Perugia anziché a Spoleto i comuni di Todi e tutti i comuni della Media Valle del Tevere”, lo schema di decreto correttivo è tornato in Consiglio dei Ministri il 24 gennaio 2014 per la definitiva approvazione ed in quella sede si sarebbe verificato un fatto a dir poco anomalo.
Il testo del decreto proposto ed inviato in CdM dal Guardasigilli Cancellieri, corredato da motivata relazione illustrativa degli uffici ministeriali, risultava contenere l’accoglimento delle istanze ufficiali del luglio 2013 del Sindaco di Todi Rossini e dei Sindaci degli altri comuni dell’ex Sezione distaccata di Todi, escluso Collazzone e compreso addirittura San Venanzo, volte al riaccorpamento del territorio dell’ex Sezione medesima al circondario del Tribunale di Perugia ed essere, pertanto, anche in linea con il citato parere della Commissione Giustizia della Camera.
Da notizie ufficiose e giornalistiche si venne però a sapere che nel testo uscito dal CdM tale disposizione correttiva dei circondari di tribunale relativa al nostro territorio era stata stralciata, a seguito di una presa di posizione contraria di un Ministro senza portafoglio.
Apparve abnorme che uno dei massimi Organi dello Stato avesse potuto non approvare una proposta di decreto legislativo del Guardasigilli, debitamente istruita, motivata e relazionata ed invece dare maggior peso alla posizione contraria di un semplice Ministro senza portafoglio, probabilmente sollecitato da qualche contro interessato in modo peraltro non trasparente né ufficiale. La vicenda apparve sconcertante ed inverosimile ma, purtroppo, venne poi confermata dalla lettura del testo ufficiale del decreto legislativo correttivo 19 febbraio 2014, n. 14, emanato dal Presidente della Repubblica tre giorni prima della cessazione per dimissioni del breve e travagliato Governo Letta di larghe intese.
Essendo ormai scaduta nel 2014 la delega legislativa al Governo contenuta nella legge 148 del 2011, occorrerebbe che il nuovo Parlamento rimettesse mano, quanto prima, all’organizzazione ed agli assetti territoriali degli uffici giudiziari o direttamente o conferendo ancora delega al Governo dettando principi e criteri nuovi al fine di avvicinare, nei modi appropriati e nelle forme possibili, il servizio statale della giustizia ordinaria ai cittadini e alle imprese e alle loro esigenze o, quanto meno, di porre rimedio ai disservizi più evidenti della precedente riforma. I principi e criteri fissati nel 2011 hanno creato, almeno per gli utenti, più problemi di quanti ne abbiano risolti ed anche il programma del nuovo Governo appena insediato parla della necessità di una rivisitazione della geografia giudiziaria mediante modifica della riforma del 2012.
Occorre, pertanto e a mio avviso, muoversi nelle forme più opportune ed efficaci per rimettere ufficialmente sul tavolo nazionale il tema del riaccorpamento di Todi, Marsciano e della Media Valle del Tevere nel circondario del tribunale di Perugia oppure, se “condannati in ulteriore grado” all’emigrazione forzata a Spoleto, il tema del ripristino di una Sezione distaccata di tribunale o altra moderna struttura giudiziaria decentrata nella Città di Todi. A latere occorrerebbe anche riaffrontare la questione dell’aggregazione all’Ufficio del Giudice di pace di Todi, mantenuto in funzione e da ultimo allargato a Marsciano, anche del comune di Deruta sia per aumentarne l’efficienza che per rafforzare l’identità dell’ambito territoriale della Media Valle del Tevere come delimitato in altri importanti servizi pubblici, quali il Distretto sanitario e la Zona sociale.
Le auspicabili prese di posizione convergenti delle forze politiche locali, a partire da quelle attualmente al Governo nazionale, gli atti d’indirizzo dei Consigli comunali e le concrete iniziative ufficiali dei Sindaci dei Comuni della Media Valle del Tevere, con il supporto tecnico ed il sostegno possibilmente unitario degli operatori professionali del settore giustizia, nonché il necessario confronto e coinvolgimento attivo degli attuali Parlamentari umbri, appaiono essere ancora gli strumenti e i percorsi indispensabili e trasparenti per riuscire a centrare in futuro l’irrinunciabile obiettivo strategico mancato, per un soffio, nel 2014.
Li 11 luglio 2018
Dr. Alfonso Gentili
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