Federico Fioravanti sul Festival del Medioevo: “Nel 2018 si parla di confini da superare”.

 

Dal 26 al 30 settembre andrà in scena la quarta edizione del Festival del Medioevo di Gubbio. Ne abbiamo parlato con l’ideatore, Federico Fioravanti: “Il tema a cui è ispirato quest’anno è i Barbari”. Inutile dire che si tratta di un tema di forte d’attualità: “Non è dedicato solo all’emigrazione, ma anche alla scoperta degli altri, alla necessità di entrare in contatto con un linguaggio diverso dal nostro. Parleremo di confini, di nemici, di popolazioni come gli Ebrei nel Medioevo, di gruppi sociali esclusi. Di confini, anche sociali, da superare. Non dimentichiamo che il Festival non è tanto una rievocazione, ma lezioni di storia. E poi il Medioevo oggi, cosa abbiamo ereditato: dai simboli dei partiti ai fumetti, alle saghe televisive”.

Ogni anno, del resto, la kermesse si ispira a un fatto d’attualità: “Nelle edizioni passate abbiamo affrontato il tema del Mediterraneo e della nascita della città, come centro universitario e di banche. L’emigrazione è sì un fatto di cui stiamo parlando moltissimo oggi, ma è un fenomeno che è esistito nei secoli dei secoli. Lo spostamento dei popoli è qualcosa che vediamo praticamente da sempre”. Il Festival è il modo migliore per sfatare dei luoghi comuni: “Noi sentiamo spesso parlare di Medioevo con un’accezione negativa. Ma non dimentichiamo che nel ‘900, per esempio, abbiamo avuto Stalin e il nazismo. Anzi, l’età di mezzo era tutt’altro che un periodo negativo. Noi pensiamo al Medioevo come a qualcosa di fermo, di immobile, di imbalsamato. E invece è stata l’epoca dei Cammini, ci si spostava a piedi, i cavalieri andavano fino in Terra Promessa. Persino le corti si muovevano”. L’altro stereotipo riguarda l’Islam: “Nel Medioevo dal mondo musulmano sono arrivate anche scoperte scientifiche di valore”. Spiega Fioravanti: “Medioevo vuol dire età di passaggio dal mondo antico a quello moderno. Ma questa è una data che cambia per ognuno; per noi è il 1492, con la scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo. Per altre popolazioni, ci sono eventi diversi da associare a questo passaggio”.

 

Passaggio, cammino, accettazione dell’altro, integrazione. Scoperta. Numerosi i personaggi che si alterneranno sul palco per parlarne: storici, giornalisti, autori, architetti, scienziati, numismatici. “Tra gli altri, potrei citare coloro che sono legati a Rai Storia, main sponsor per questa edizione, Germana Gandino, Alessandro Barbero. L’esperto di Barbari, Walter Pohl, grande studioso di popolazioni come i Vichinghi, i Sassoni e gli Angli e di come si sono formati i popoli. E ancora: Stefano Gasparri, il docente di Perugia (ora in pensione) Franco Mezzanotte. Ci saranno lezioni legate alla moneta, da Marco Polo nel Milione a quelle utilizzate nelle varie zone del mondo”. Non mancherà la sezione dedicata al fantasy, con l’approfondimento – che è una tradizione – su Tolkien, sempre legato alla contemporaneità.

 

“Avremo la Fiera del Libro Medievale, con una cinquantina di case editrici presenti. Sarà come entrare in un grande negozio, pieno di stanze con pubblicazioni dell’epoca. Ci saranno pure gli spartiti musicali”. Chi frequenta il Festival abitualmente? “Studenti, docenti, ma anche visitatori che arrivano da tutta Italia”. La decisione di ‘inventare’ questa manifestazione nelle parole di Fioravanti: “Volevamo creare in provincia qualcosa di non provinciale. L’Umbria è una grande regione-città medievale; non era il caso di creare l’ennesima rievocazione storica, ma di portare qui qualcosa che ancora non c’era. Siccome noi siamo tutti giornalisti, ci siamo ispirati al Festival del giornalismo con le lezioni di storia. Mettiamo in contatto accademici e autori con il grande pubblico e non è facile neanche per gli oratori usare un linguaggio comprensibile a tutti. Una lingua che non sia, appunto, il ‘bar-bar’”.