40 ANNI FA LA PRIMA LEGGE SPECIALE PER LE CITTA’ DI ORVIETO E TODI

 

Ricorre quest’anno il quarantesimo anniversario della prima legge speciale per il consolidamento della Rupe di Orvieto e del Colle di Todi a salvaguardia del patrimonio paesistico, storico, archeologico ed artistico delle due città, la legge 25 maggio 1978, n. 230 (Governo Andreotti IV- Maggioranza: DC con l’appoggio esterno del PCI- Ministro LL.PP. Stammati).

La legge 230 concedeva alla Regione Umbria (Presidente Marri I -PCI- Maggioranza: PCI-PSI) un contributo speciale di lire 6 miliardi per Orvieto e di lire 2 miliardi per Todi e così per totali lire 8 mld per il quadriennio 1978-1981 ed affidava alla Regione stessa l’esecuzione di uno studio geolitologico per accertare le cause dei movimenti franosi,

individuare gli interventi necessari al consolidamento del masso tufaceo di Orvieto e del colle di Todi e di eseguire, d’intesa con i Comuni interessati e con la partecipazione del CNR e di Istituti universitari, i progetti e le opere necessarie ad evitare che i movimenti franosi in atto e prevedibili mettessero in pericolo gli abitanti e le opere d’arte in essi contenute.
Era all’epoca Sindaco del Comune di Todi Valfiero Budassi (1975-1985-PSI- Maggioranza: PCI-PSI)).

La legge speciale nasceva dal disegno di legge n. 618 d’iniziativa dei senatori Maravalle e Carnesella (PSI), Ottaviani, Rossi e Valori (PCI), Anderlini (Sin. Ind.) e De Carolis (DC) e dal disegno di legge n. 756 proposto con voto unanime del Consiglio Regionale dell’Umbria (Presidente Fiorelli-PSI) cheriguardavano solo la città di Orvieto. La Commissione LL.PP. del Senato redigeva un testo unificato che prevedeva un contributo speciale alla Regione Umbria di 8 miliardi di vecchie lire per la salvaguardia del patrimonio della città di Orvieto dai movimenti franosi attuali e potenziali. L’Aula del Senato lo approvava, in prima lettura, nell’ottobre 1977.

In Commissione LL.PP. della Camera venivano però presentati emendamenti da alcuni esponenti dei gruppi comunista, socialista e democristiano: onorevoli Ciuffini, Scaramucci, Bartolini, Manca, De Poi e Micheli, volti a ricomprendere nella legge speciale anche il consolidamento del Colle di Todi, tenendo conto del fatto che la stessa deliberazione regionale raccomandava di esaminare anche la situazione di Todi.

La Commissione prendendo in considerazione le esigenze del Colle di Todi evidenziate dalla Regione, prospettate dalle varie delegazioni ricevute ed anche direttamente constatate tramite visita sul posto della Commissione stessa sulla gravità della situazione del Colle medesimo, nell’aprile 1978 all’unanimità emendava la proposta del Senato ed inseriva nel progetto di legge anche il Colle di Todi. L’Aula della Camera lo approvava e, dopo la navetta parlamentare al Senato, il d.d.l. diventava legge dello Stato.

Sei anni dopo, la legge speciale veniva rifinanziata dallo Stato (Governo Craxi I -PSI -Maggioranza: Pentapartito DC-PSI-PSDI-PRI-PLI -Ministro LL.PP. Gullotti) con la legge 2 giugno 1984, n. 227, ai fini della prosecuzione degli interventi previsti dalla legge 230, disponendo a favore della Regione Umbria (Presidente Marri II -PCI- Maggioranza: PCI-PSI) un contributo speciale di lire 12 miliardi per il 1984 e di lire 16 miliardi per il 1985 per la città di Orvieto, nonché di lire 7 miliardi per il 1984 e di lire 8 miliardi per il 1985 per la città di Todi e così per totali lire 43 mld nel biennio.

Veniva inoltre autorizzata l’ulteriore spesa di lire 1 miliardo per ciascuno degli anni 1984 e 1985 per studi, progettazione e primi interventi atti ad affrontare a situazione del grave dissesto strutturale del duomo di Orvieto ed altri edifici storici ed artistici, nonché delle mura di cinta di Orvieto e Todi. Si prevedeva anche che, al fine dell’adozione di un provvedimento legislativo organico, la Regione Umbria e il Ministero per i beni culturali e ambientali, per la sua competenza, avrebbero dovuto provvedere entro il marzo 1985 alla predisposizione di idonei programmi e progetti.

Infatti con la terza legge speciale 29 dicembre 1987, n. 545 (Governo Goria-DC- Maggioranza: Pentapartito DC-PSI-PSDI-PRI-PLI- Ministro LL.PP. De Rose), venivano emanate disposizioni per il definitivo consolidamento della rupe di Orvieto e del Colle di Todi assegnando alla Regione Umbria (Presidente Mandarini I -PCI- Maggioranza: PCI-PSI) un contributo straordinario di lire 180 miliardi negli anni 1987-1990 da destinare a tale opera valutati rispettivamente in lire 115 mld per la Rupe di Orvieto e in lire 65 mld per il Colle di Todi (36%).
La legge 545 autorizzava inoltre la spesa di lire 120 miliardi negli anni 1987-1992 per interventi, di competenza del Ministero dei beni culturali e ambientali, di recupero, restauro, conservazione, valorizzazione ed utilizzazione degli edifici, nonché dei beni e delle opere di pertinenza degli stessi, di cui alla legge 227 del 1984 e così per un onere statale complessivo di lire 300 miliardi nell’arco dei sei anni.

Era allora Sindaco del Comune di Todi Massimo Buconi (1985-1994-PSI- Nuova maggioranza PSI-DC).

Infine con la quarta legge speciale 23 luglio 1997, n. 242 (Governo Prodi I -Indipendente di c.s.- Maggioranza: L’Ulivo PDS-PPI-UD-FdV-RI-SI- Ministro LL.PP Costa), visto anche che le importanti risorse finanziarie statali erano state spese in modo efficace, veniva approvato il rifinanziamento della legge 545 per gli anni 1997-1999 destinando lire 59 miliardi per gli interventi di consolidamento della Rupe di Orvieto e del Colle di Todi elire 21 miliardi per gli interventi di recupero, restauro, conservazione, valorizzazione ed utilizzazione degli edifici, nonché dei beni e delle opere di pertinenza degli stessi e così per totali lire 80 mld nel triennio.
Erano allora Sindaco del Comune di Todi Ottavio Nulli Pero (1994-1998-Progressisti- maggioranza:Progressisti-UDT-MCL) e Presidente della Regione Umbria Bracalente (1995-2000 -PDS- Maggioranza: L’Ulivo PDS-PRC-PPI-PdF-FL-FdV).

L’insieme di tale legislazione speciale ha reso possibile la messa a punto di un quadro generale degli interventi necessari alla salvaguardia e valorizzazione dei centri storici delle due città umbre e pertanto la realizzazione delle opere di consolidamento e mitigazione del rischio idrogeologico ed il recupero e restauro dei beni culturali, affrontando in modo organico i problemi del dissesto, dell’accessibilità ai centri e della riqualificazione delle principali emergenze architettoniche ed archeologiche.

Alfonso Gentili